Tunisia
Nel 1990 i ragazzi sono
ormai grandicelli e Davide comincia a mostrare qualche insofferenza verso
le solite vacanze sull'Adriatico. Bisogna cambiare e decidiamo per un paio
di settimane a Monastir, una cittadina sulla costa est della
Tunisia. L'albergo non e' un gran che e l'animazione e' piuttosto
scadente. Con pochi spiccioli si puo' prendere un taxi e vsitare le
citta piu' vicine. Non ci sono problemi di lingua (quasi tutti vedono le
trasmissioni della Rai e parlano italiano) ed il tempo e' buono. Passiamo
una settimana tra bagni di mare, bagni in piscina e bagni di sole.
Nella seconda settimana pensiamo di esplorare il paese. Un giorno
decidiamo di visitare Tunisi e ci imbarchiamo su di un autobus di
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Tunisi - museo
del Bardo
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- Cartagine
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linea. La citta' ci e' sembrata piuttosto bella: in gran
parte moderna conserva alcuni quartieri tradizionali, con le vie
strette pieni di negozi e mercanzie di ogni genere. Acquistare
qualcosa non e' facile. Chiedono cifre assurde per oggetti tutto sommato
normali. Anna inizia una terrificante trattativa per acquitare una
banalissima cintura. Alla fine la cintura ci e' costata poco sotto
l'aspetto monetario ma molto in termini di tempo. Memori di questa
disavventura da quel momento abbiamo evitato di acquistare alcunche'.
Visitiamo quindi il museo del Bardo (con alcuni spettacolari mosaici di
eta' romana) e le rovine di Cartagine (in quest'occasione un
indigeno tento' di venderci alcune patacche a forma di |
monete romane, dicendoci
che le aveva da poco trovate nei dintorni degli scavi...). Sempre
nella seconda settimana abbiamo partecipato, per una cifra tutto sommato
ragionevole, ad un tour nel deserto. Un torpedone (con i finestrini
bloccati e l'aria condizionata che non funziona) ci carica insieme ad una
cinquantina di altri sventurati e si muove verso sud. Ci fermiamo a Gabes,
a El Djem ove visitiamo l'anfiteatro romano (pressoche' intatto) e
a Maatmata, una citta' famosa per le abitazioni
sotterranee. La citta' e' in realta' formata da gigantesche buche circolari, large circa
venti metri e profonde dieci. Le pareti sono imbiancate e sul fondo si
aprono gli ingressi alle camere. Sul fondo delle buche durante la notte si
raccoglie l'aria piu' fredda che durante il giorno il sole non riesce a
scaldare. Le camere risultano quindi fresche e, grazie al bianco
delle
pareti, luminose. In un ristorante (sotterraneo) di Maatmata |
- Natale a Gabes,
davanti all'ufficio
- di uno 'scrivano
pubblico'
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- a Tozeur, davanti
ad una serie di cartelli
- quasi
incomprensibili
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proviamo ed
apprezziamo un cous cous condito con uno stufato di carni e verdure. Dopo
Maatmata il torpedone si dirige a ovest verso Chott el Djerid,
una depressione nella quale si e' formato un lago salato. Il panorama e'
particolare: in mezzo ad un deserto di sabbia e sassi sorge una vasta
distesa d'acqua con le rive bianche, formate da depositi salini. La strada supera il lago e ci porta a Tozeur, un'oasi piena di palme. A
Tozeur ci sono diverse sorgenti, una di queste porta in superficie acqua
ferrosa calda che, una volta raffreddata, puo' essere utilizzata per scopi
agricoli. Pernottiamo in un |