Autunno 1972 - Buenos Aires
Questo e' stato uno dei pochi  viaggi che Natale ha fatto senza Anna. Si e' trattato di un viaggio di lavoro ma, per la durata e per le opportunita'  di visita e' da annoverare tra i viaggi veri e propri.  Nel novembre del 1972 l'azienda per la quale Natale lavorava organizzo' un incontro su temi informatico/organizzativi e Natale partecipo' ai lavori della convention (in realta' di livello medio basso e tutto sommato non entusiasmante). La conferenza, durata una
 decina di giorni, si svolse a Buenos Aires ove  la primavera era ormai al culmine. Il viaggio fu piuttosto lungo: l'aereo (Aerolineas Argentinas) parti' da Madrid (Natale arrivo' con sei ore di anticipo e riusci' anche a fare una breve visita alla  citta') fece scalo a Rio de Janeiro e finalmente, dopo oltre quindici ore dall'imbarco di Madrid, arrivo' a Buenos Aires.  Allora l'Argentina era governata da un generale che, forse per far dimenticare la scarsa qualita' della vita' si impegnava attivamente nell'aumentare lo spirito nazionalistico di quel popolo (gia' peraltro piuttosto nazionalista di suo). All'aeroporto c'erano militari e bandiere biancoazzurre dappertutto.  Il tragitto dall'aeroporto alla citta' fu' un'esperienza: la strada passo' attraverso alcuni quartieri poveri che a tratti sconfinavano nelle bidonville (case grandi come pollai e tetti in lamiera). L'albergo era assolutamente decoroso (quartiere Hurlingham) ma appena fuori era una tristezza. Il paese era povero e dimostrava tutta la sua poverta' con negozi semivuoti  e merce scarsa; i pochi oggetti in vendita erano scadenti ed avevano il 

 marchio 'industria argentina'. Al di la' delle condizioni di vita della popolazione, Buenos Aires era (e riteniamo sia ancora) una grande citta'.  Il centro storico (per quanto puo' essere 'storico' il centro di una citta americana) e' imponente.  L'avenida 9 de Julio e' una strada larghissima, trafficata e piena di negozi. la Casa Rosada, sede del presidente, e' un grande edificio ottocentesco, ingentilito da colonne e arcate. La citta' e' piena di edifici molto alti, simili ai grattacieli di New York e molte piazze sono arricchite da monumenti in marmo o in bronzo. La permanenza in terra Argentina fu' tutto sommato, piacevole. Una sera si ando' in un ristorante alla moda ove servirono l'ashado (allora n Argentina si poteva vendere  carne bovina solo per due settimane al mese e la serata 
capito' proprio in una settimana in cui era vietata la vendita per cui il ristoratore servi' l'ashado, un mix di carni alla griglia, che dei bovini ha solo le ossa), un'altra sera la si passo' in un nigth club ove un'artista locale si cimento' nell'imitazione di Rita Pavone. Nel week end, infine, venne organizzato il 'tigre trip', un'escursione in barca sul Rio de la Plata, con pranzo a bordo e visita ad un vicino parco naturale.   Il viaggio di ritorno in Italia fu un po' piu' avventuroso del viaggio di andata. Dopo un sosta di un paio d'ore a Rio de Janeiro (ove Natale compero' del caffe'  in grani) l'aereo atterro' a Roma. Qui' prese un altro aereo che, per problemi di nebbia, invece di atterrare a Milano, scese a Torino. Il trasferimento  da Torino a Milano, dopo oltre venti ore di viaggio fu abbastanza pesante. Faceva freddo ed i vestiti erano piuttosto leggeri (in Argentina era primavera). Dopo un paio d'ore di pullman si trovo' in piazza San Babila ove, con una certa difficolta' Natale riusci' a reperire un taxi che finalmente lo porto' a casa.

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