ottobre 2004 - Elba e sud Toscana - 1435 km
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Diario

 

 

Questo viaggio e’ diverso dagli altri. Non abbiamo un solo appuntamento ma tre: il giro dell'Elba, un tour nella zona sud della Toscana e la visita ad un oleificio. La visita all’Elba e’ in parte la continuazione del viaggio in Sardegna: piu’ o meno gli stessi equipaggi ed il medesimo spirito.  Con noi c’e’ anche Lucia, la sorella di Anna, che ci accompagna nella prima parte di questo viaggio.  Il tour della Toscana e la visita all'oleifico lo facciamo insieme ad Ezio e Tina, una coppia di Bolzano conosciuta in Sardegna, simpatica e discreta.

21 ottobre  

Partiamo presto, passiamo a prendere Lucia e ci mettiamo in coda.  A meta' mattinata siamo all’autogrill di Fidenza in attesa di Adriano (un compagno di viaggio conosciuto in Sardegna) che arriva, sbaglia l’ingresso dell’area di servizo e si trova nuovamente in autostrada, diretto a sud. Sua moglie Maria ci telefona e ci spiega il disguido. Montiamo in camper e ci lanciamo all’inseguimento. Lo raggiungiamo nei pressi di Parma, sullo svincolo per l’autostrada della Cisa.  Viaggiamo insieme sino all’area di servizo Tugo Ovest, nei pressi del passo. Qui ci fermiamo per pranzare e per aspettare Pino,

altro amico conosciuto in Sardegna.  Abbiamo qualche problema con l'alimentazione a 12 volt del frigorifero. Adriano ci aiuta e riusciamo a farlo funzionare a gas. Da questo momento non potremo piu’ spegnerlo e funzionera’ a gas sino alla fine del tour. Verso le 13 Ci raggiungono Pino e Luciana e riprendiamo il viaggio per Baratti.  Arriviamo in serata e troviamo una coppia di Modena. Piu’ tardi ci raggiungono Maria Rosaria (da Ferrara) e Enrico (il cineoperatore).  C’e’ un po’ di vento, mettiamo i camper a cerchio e allestiamo (all’interno) un porta party. Anna cucina un po’ di spaghetti e passiamo la serata assaggiando di tutto e bevendo svariati tipi di vini e liquori.  

22 ottobre  

Ci svegliamo con calma. Il tempo e’ incerto ma non piove. Dopo colazione facciamo un giretto in pineta. Verso mezzo giorno arrivano tutti gli altri, pranziamo e ci muoviamo in gruppo verso Piombino. Al porto un primo gruppo si imbarca e parte subito mentre un secondo gruppo (noi compresi) dovrebbe partire alle 16,00. Verso le 15,30 ci comunicano che la corsa delle 16 e’ soppressa e che bisogna attendere la partenza delle 18. Arriviamo all’Elba che e’ ormai buio. Prendiamo la strada costiera in senso antiorario e a Marciano Marina (zona nord dell’isola) vediamo, sotto le insegne di un distributore, Pino Santacorce (il nostro organizzatore) che, fungendo da cartello umano, indica la via per il parcheggio.  Ci sistemiamo e ci prepariamo per la cena. Natale raggiunge Clemente, Adriano e Pino nel camper di Clemente, ove e’ stata allestita una tavolata (casseuola lombarda, preparata da Maria). Piu’ tardi arrivano anche Anna e Lucia. Apriamo un panettone, una bottiglia di spumante  e passiamo la serata. A tarda sera una scatenata Luciana intrattiene un gruppo di interessatissime signore con piccanti indovinelli e storielle venete.  

23 ottobre

Partiamo presto con l’intenzione di salire sul monte Capanne (1018 metri) e ammirare il panorama. Arrivati alla stazione di partenza un cartello ci informa che la la cabinovia e’ guasta. Ripieghiamo sulla raccolta delle castagne e verso le 11 ci mettiamo in moto in direzione di Cavoli, sulla costa sud ovest. Percorriamo una strada costiera sopraelevata rispetto al mare e ci godiamo il panorama.  A Cavoli troviamo una splendida spiaggia ma anche un esagitato che (giustamente) ci contesta il parcheggio. Arrivano i carabinieri e per qualche minuto corriamo il rischio di una multa collettiva. Annamaria, la nostra organizzatrice, riesce, con la sua solita abilita’ ad evitare il peggio ma dobbiamo lasciare il parcheggio subito 

 
Lucia, Pino l'organizzatore e Anna
La cena di Viticcio
dopo pranzo. Ci muoviamo verso Marina di Campo, poco piu’ a est di Cavoli. Visitiamo l’acquario (interessate ma niente di speciale) e subito dopo ci dirgiamo verso la costa nord.  In pochi minuti attraversiamo il centro dell’isola (pianeggiante e coltivato), raggiungiamo Viticcio e ci fermiamo su di una strada chiusa, nei pressi di un ristorante. Nelle operazioni di parcheggio Natale striscia contro i rami di un albero e rompe uno dei ‘baffi’ dell’antenna TV.  Non ci preoccupiamo piu’ di tanto e scendiamo ad ammirare il panorama. Viticcio e’ al centro di un piccolo golfo, delimitato ad est da capo Enfola e ad ovest da un promontorio oltre il quale si apre il golfo di Biodola. La giornata e’ splendida e nel tardo 
pomeriggio ci avviamo verso il ristorante Giacomino per gustare, una cena a base di pesce ed ammirare il tramonto. Il cibo e’ ottimo (antipasti misti, tre primi innaffiati con un vino bianco locale, pesce alla griglia, macedonia, caffe’ e grappa) ed in breve lasciamo perdere il tramonto per dedicarci alla tavola.

24 ottobre

Ci muoviamo in direzione di Capo Enfola (a qualche centinaio di metri dal ristorante) e ci sistemiamo in un vasto spiazzo normalmente inibito ai camper (Annamaria e’ riuscita, non sappiamo come,  a far togliere le sbarre che limitavano l’accesso ai mezzi piu’ alti di 2,50 metri). Apriamo i tavolini e ci rilassiamo al sole. Qualcuno pesca (con una certa fortuna) mentre Enrico fa il bagno in un’acqua assolutamente chiara. Verso  le 11 arriva un  furgone che scarica varie casse di tranci di 

Il pranzo all'Enfola
pesce spada, totani e gamberoni. Pino Santacroce, insieme a qualche altro volontario, allestisce una gigantesca griglia e  comincia a cuocere  il pesce. Salvatore, un nuovo compagno di viaggio, sovraintende con ottimi risultati alla cottura (i totani sono risultati un po’ duri, ma nel complesso e’ stato un eccellente pranzo). Nel pomeriggio continuiamo a prendere il sole e verso sera ci muoviamo verso est, in direzione di Porto Azzurro. Parcheggiamo in un’area attrezzata ai margini della citta. Il camper service e’ chiuso ma riusciamo comunque ad aprire il rubinetto dell’acqua e a compiere le operazioni di carico e scarico. Dopo cena usciamo insieme a Lucia per fare quattro passi.  Porto Azzurro e’ un bel paese di mare, con il porticciolo, il lungomare, la piazza, i bar ed i ristoranti.  In fondo al lungomare prendiamo una stradina sterrata (illuminata) che sale ad un castello. Dopo qualche minuto Anna e Lucia rinuciano e decidono di scendere. Natale prosegue sino al castello e scende in paese per una via diversa (aveva detto ad Anna che si sarebbero rivisti al camper). Torna con calma al camper e non trova ne’ Anna ne’ Lucia. Le chiama per telefono e scopre che, per un malinteso, si erano fermate ad aspettarlo all’inizio della strada sterrata.  Anna, tanto per cambiare, e’ seccatissima.  

25 ottobre

Verso le nove ci muoviamo verso Nisporto, sulla costa nord dell’isola, a pochi km ad est di Portoferraio. Parcheggiamo i camper in una radura in prossimita’ della spiaggia. Il tempo e’ incerto; qualcuno pesca mentre Romano, sfidando la possibilita’ di pioggia,  tira fuori il pentolone e comincia a cuocere svariati chili di pasta. Organizziamo un porta party sotto il cielo nuvoloso e passiamo piacevolmente la mattinata. Verso le 13 ci rimettiamo in moto. Percorriamo una strada sterrata e raggiungiamo Portoferraio, ove ci imbarchiamo quasi subito.  Allo sbarco lasciamo Lucia con Clemente e Mariateresa, che tornano a Milano, mentre noi, in compagnia di Ezio e Tina

Romano all'opera
la seconda parte del viaggio
 iniziamo la seconda parte di questo tour. Siamo indecisi se andare a sud e visitare il bosco dell’Uccellina o puntare a nord verso le cittadine  della toscana meridionale. Le previsioni danno tempo incerto e pertanto andiamo a nord, per evitare di trovarci impantanati nei boschi.  Ezio e Tina conoscono bene la toscana meridionale poiche’ viaggiano da molti anni, prima in tenda e poi in camper.  Ci dirigiamo verso Massa Marittima e ci sistemiamo in una splendida area attrezzata illuminata e gratuita (una terrazza a sud della citta’, che funge anche da capolinea per gli autobus).  E’ ormai sera, le chiese sono chiuse ma le strade sono affollate. La citta’ e’ vivace e ben illuminata. Ceniamo in una pizzeria: Natale ed Ezio prendono uno spezzatino di cinghiale con le olive mentre Anna e Tina preferscono una pizza.  Dopo cena cerchiamo di tornare al parcheggio ma sbagliamo strada e tornare diventa un’avventura. 

26 ottobre  

Torniamo in citta’ e iniziamo a visitare il duomo. L’interno e’ austero e solenne. La navata centrale e’ molto grande e quasi priva di panche e inginocchiatoi. Alcuni diffusori emanano un sottofondo di musica sacra. In una cappella laterale e presente una pala lignea con un dipinto rinascimentale che rappresenta la Madonna delle Grazie. Faccio alcune riprese con la telecamera ma la perpetua se ne accorge e mi intima di smettere. Usciti dal duomo saliamo sino alle mura per ammirare il panorama. In Toscana molte citta’ sono costruite sulla cima di un colle e, ogni volta che ne visitiamo una, cerchiamo di non perderci il panorama della vallata. Subito dopo scendiamo in citta’, facciamo due foto, entriamo in una boutique gastronomica e comperiamo un po di porchetta (per la verita’ un po’ troppo grassa). Torniamo al camper e ci mettiamo

Anna a Massa Marittima
L'abazzia di Sant'Antimo 
in viaggio verso Montalcino. Superiamo Ribolla e Roccastrada (due paesi che, due giorni dopo, saranno investiti da un’ondata di maltemo, con frane e alluvioni) e poco dopo Civitella Marittima ci fermiamo per pranzare. Ogni tanto si vede un po’ di sole, la temperatura e’ abbastanza alta e si sta bene. Riprendiamo il cammino e verso le 15 siamo a Montalcino.  Proseguiamo per l’abazzia di Sant’Antimo, il cui nucleo originario risale al 750. La configurazione attuale dell’abazzia, spoglia ma in buono stato, risale al 1100, periodo di massimo splendore. Dopo la visita torniamo a Montalcino con l’idea di acquistare qualche bottiglia di vino. Il parcheggio 
per camper e’ in pendenza e in una posizione infelice.  Facciamo un giro in citta’ ma ci accorgiamo che i prezzi del vino sono proibitivi. Lasciamo senza rimpianti Montalcino e ci dirigiamo verso Buonconvento. Troviamo uno spiazzo sterrato abbastanza vicino al centro della citta’ e ci sistemiamo per la notte. Dopo cena facciamo poi quattro passi in citta’ che, come tutte qui’ intorno, appare pulita e ordinata. La via principale esibisce alcuni palazzi rinascimentali; siamo vicini a Siena e l’atmosfera e’ decisamente senese. Oggi e’ martedi’ ma ristoranti e pizzerie sono piene di avventori.  

27 ottobre  

Ci muoviamo verso le 9,  in direzione di San Quirico d’Orcia. Visitiamo l’orto leonini, un giardino rinascimentale (intristito da orrende statue moderne) e la chiesa di Santa Maria, semplice e spoglia, che sorge sulla via francigena, alle porte del paese. Lasciamo San Quirico e ci dirigiamo verso Bagno Vignoni, un’antica zona termale ancora oggi funzionante. Al centro della cittadina sorge un’enorme piscina, non balneabile, alimentata da una sorgente di acqua calda. In periferia sono presenti alcuni canali che, sfruttando la pendenza del terreno, alimentano antiche docce e vasche termali, ora non piu’ in 

Bagno Vignoni
Tina, Anna ed Ezio a Montepulciano

uso.  Bagno Vignoni e’ un centro termale con alberghi e ristoranti e, grazie ai ruderi delle antiche terme,  e’ anche un centro di interesse turistico.  Ci rimettiamo in moto verso Pienza, ove arriviamo nella tarda mattinata. Facciamo un giro in paese e comperiamo un po' di formaggio tipico. Dopo pranzo raggiungiamo Montepulciano. La citta', piuttosto grande (15.000 abitanti) e', come tante altre in questa zona, situata in cima ad una collina. Anche questa e' di impianto medioevale ed e' ricca di palazzi rinascimentali. Contrariamente al solito non visitiamo le chiese ma una cantina nella quale si produce il vino nobile di 

Montepulciano, un pregiato vino locale   Comperiamo qualche bottiglia, torniamo al camper e ci mettiamo in viaggio per Chiusi. Arriviamo che e’ ormai buio. Parcheggiamo e andiamo a zonzo per la citta’. Entriamo in un’osteria ove ci deliziamo con alcuni piatti particolari (pici all’aglione, cinghiale in salmi’ e anatra alle prugne) accompagnati da un buon vino di Montalcino.

28 ottobre  

Dopo le operazioni di carico e scarico ci mettiamo in viaggio verso Citta’ della Pieve, citta’ natale di Piero Vannucci, detto il Perugino. Una volta arrivati parcheggiamo in un’area sterrata e piena di automobili. Facciamo quattro passi, prendiamo un cappuccino e un dolcetto. Visitiamo il Duomo, ove sono conservate due tavole del Perugino (tra cui il Battesimo di Cristo) e alcune tavole di un altro valente pittore: Niccolo’ Circignani detto il Pomarancio. Verso mezzogiorno ci muoviamo in direzione di Orvieto. Sostiamo a Ficulle, un paese lungo la statale 71, dotato di una nuovissima area attrezzata.  Qui’ ci fa visita l’assessore al turismo che ci dona un pieghevole con la storia della citta’, ci inviata visitarla, a considerare i prodotti locali (olio, vino e terre cotte) e a fare propaganda all’area di sosta. Dopo pranzo facciamo quattro passi in paese, scattiamo qualche foto e ci rimettiamo in 

Tina, Ezio e Anna a Ficulle
Orvieto - Duomo - affresco di Luca Signorelli
marcia. Verso le 15 siamo ad Orvieto. Decidiamo di prenderci un paio d’ore di riposo prima di salire in citta. L’area attrezzata (15 euro al giorno) e’ piazzata tra la ferrovia ad alta velocita’ e la ferrovia normale. E’ dotata di acqua calda e di energia elettrica. Ne approfittiamo per ricaricare le batterie della telecamera e per riparare l’antenna TV che si era rotta all’Elba (in realta’ l’antenna viene riparata da Ezio). Verso sera prendiamo la funicolare e subito dopo un autobus che ci scarica in piazza del duomo. Il duomo e’ in parte coperto da un’impalcatura ma quel che si vede della facciata e’ splendido. L’interno e’, se possibile, ancora piu’ ricco. L’abside e le cappelle laterali sono coperte da affreschi di Luca Signorelli e nell’insieme ricordano lo splendore della cappella Baglioni di Spello. Visitiamo la citta’ e quindi ceniamo in una pizzeria/spaghetteria che si rivela poi peggiore di quel che sembrava. All’uscita ammiriamo la facciata del duomo in notturna e quando decidiamo di scendere ci accorgiamo che l’autobus ha cessato le corse. Non ci scoraggiamo e in pochi minuti raggiungiamo, a piedi, la stazione della funicolare ma anche questa e’ chiusa. Dopo un attimo di smarrimento Tina scopre un cartello in cui sono segnate le corse di una autobus navetta sostitutivo. Finalmente arriva l’autobus che attraverso una strada tortuosa ed esposta, ci porta alla stazione ferroviaria e all’adiacente area di sosta. 

29 ottobre  

Il tempo e’ incerto e verso le 9,30 ci mettiamo in moto in direzione di Pitigliano. Oggi entriamo nella civilta’ del Tufo.  La strada e’ piena di salite, discese e curve. Durante il percorso diventa buio, cala la nebbia e comincia a piovere.  Finalmente arriviamo a Pitigliano detta anche la piccola Gerusalemme. Parcheggiamo in un’area di sosta piuttosto distante dal centro e scendiamo in citta’ sotto una leggera pioggia. La citta’ sorge, neanche a dirlo, su di un promotorio tufaceo. All’ingresso si notano le arcate di un acquedotto 

le citta' del tufo
Pitigliano 
rinascimentale. Le case sono costruite quasi esclusivamente con mattoni di tufo che, nonostante l’apparente fragilita’ sembrano reggere senza problemi lo scorrere del tempo. La struttura della citta' e’ simile a quelle di altri paesi toscano/laziali: la via principale e’ illuminata e piena di negozi mentre le vie secondarie, buie e stette, sono  formate solo da abitazioni. Comperiamo un vasetto di sugo all’aglione, alcuni dolcetti e un trancio di prosciutto toscano. Pranziamo nell’area di sosta e nel pomeriggio ci dirigiamo verso Sovana. 
Sovana
La pioggia e’ cessata e Sovana, antica sede della contea, appare disabitata. Una sola via con poche case (rigorosamente in tufo) e un’antica chiesa risalente al quinto secolo dedicata a San Mamiliano, il vescovo di Palermo gia’ trovato all’isola del Giglio e a Montecristo. All’interno della chiesa sono presenti un ciborio 
Sorano

in marmo risalente all’ottavo secolo e le reliquie di San Mamiliano. Comperiamo un libro sulla ’civilta’ del tufo’ e ci mettiamo in moto in direzione di Sorano. Sorano e’ oggi ben piu’ importante e abitato di Sovana. Dalle mura della fortezza Orsini ammiriamo le case e la circostante vallata. Verso le 16 ci rimettiamo in marcia e in serata raggiungiamo Piancastagnaio e l’oleifico. Il parcheggio e’ gia’ piuttosto affollato (alla fine saranno presenti piu’ di 200 camper). Riusciamo a sistemarci lungo i bordi di un prato in modo da avere l’accesso al camper direttamente dal prato. Cena in camper, TV e notte piovosa. 

30 ottobre

Oggi inizia la terza parte di questo viaggio, dedicata al raduno di Piancastagnaio, alla festa del crostatone (festa delle castagne) e alla degustazione dell’olio d’oliva. In mattinata ci registriamo nel gruppo di Bolzano e ci viene dato, in omaggio, un fiaschetto di olio d’oliva.  Prima di mezzogiorno arrivano alcuni amici di Ezio alla fine il gruppo di Bolzano, con noi come intrusi, sara’ composto da 11 persone (c’e’ anche una famigliola con un bimbo di cinque/sei anni). Nel pomeriggio, durante una tregua nella pioggia, Natale sale a piedi sino al paese (circa cinque km con quattrocento metri di dislivello) e si sgranchisce un po’ le gambe. Lungo la strada passa davanti ad un impianto geotermico che, sfruttando

gli impianti del frantoio
alcuni soffioni, produce energia elettrica. La zona del monte Amiata e’ disseminata di strutture per lo sfruttamento del calore prodotto dalla terra; secondo Ezio anche una vicina azienda agricola sfrutta il calore proveniente  dai soffioni per riscaldare le serre.   In serata ci si trova, insieme ad altre 600 persone, in un capannone allestito con lunghe tavolate e panche. La cena, neanche a dirlo, e’ tipica toscana e tale da richiedere olio su quasi tutte le portate: bruschetta, fagioli  in umido, zuppa di verdure e cipolle, carne salata, formaggio di Pienza con una pera e castagne arrosto. Su di un tavolo sono disponibili due grossi contenitori con un rubinetto: uno eroga vino e l’altro olio del frantoio. Durante la notte ricomincia a piovere e a soffiare il vento.  

31 ottobre

Al mattino c’e’ vento ma non piove. Dopo colazione acquistiamo, nello spaccio dell’oleificio, svariate lattine e bottiglie di olio. Verso le 11 saliamo in paese. Siamo in otto su due camper. Natale trova un parcheggio a monte mentre Ezio trova un posto a valle. Ci perdiamo di vista e con qualche difficolta’ riusciamo a metterci in contatto e a trovarci alla porta principale (il nostro telefono ha la batteria scarica e siamo costretti a passare la nostra scheda sul telefono di un compagno di viaggio). Il paese oggi e’ in festa: bandiere sulle facciate delle case, bancarelle, musica, uomini in costume e castagne ad ogni angolo di strada. Entriamo in una cantina (una vera cantina, per l’occasione trasformata in un centro

La festa del crostatone
di ristoro) e con pochi spiccioli acquistiamo pane, formaggio, salame e vino. Ci sediamo su alcune panche improvvisate e consumiamo quanto acquistato insieme ad un po’ di cantucci (che da queste parti chiamano tocchetti) acquistati poco prima da un fornaio del luogo. Dopo pranzo torniamo all’oleificio e ci riposiamo un po’. Piu’ tardi Anna va, con Tina ed Ezio, a visitare un vicino mobilifico mentre Natale si ferma a guardare gli impianti per la lavorazione delle olive e la produzione dell’olio, in questo momento attivi per una dimostrazione ad uso dei clienti camperisti. A sera ceniamo nel solito capannone trasformato in sala di ristoro. Anche qusta volta non si scherza: bruschette rosse e verdi, minestrone di farro lenticchie ed orzo, lenticchie con salsicce e, per finire, vin santo con cantucci.  

1 novembre

Ci svegliamo tardi. Ezio e Tina, che ci hanno accompagnati in questi giorni, ci lasciano per tornare a casa. Dopo i saluti approfittiamo della giornata di sole per fare quattro passi.  Torniamo al camper e verso le 12,30 ci troviamo nel solito salone ristorante . Oggi siamo molti di meno di ieri e il menu’ e sempre piuttosto saporito: antipasto a base di salumi e bruschetta, pasta condita con un sugo di pomodoro formaggio e peperoncino, costine di maiale stufate (ottime), crostata e castagne arrosto. Verso le tre ci mettiamo in viaggio per tornare a casa. Procediamo senza problemi sino Siena. Prendiamo la superstrada per Firenze e, a Tavernelle alcuni lavori ci costringono ad una coda di circa due ore. Allo otto siamo sull’autostrada per Bologna. C’e molto traffico e ci fermiamo quasi subito nell’area di sosta Scandicci per cenare e lasciare smaltire la coda. Dopo cena ci rimettiamo in marcia. Il traffico e’ calato e si viaggia bene. Siamo a casa prima di mezzanotte.  

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