settembre 2004 - Giglio e Montecristo
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Diario

 

ll viaggio e’ stato organizzato da Pino e Annamaria, la coppia che ha organizzato anche il tour della Sardegna.

isola del Giglio

8 settembre

L’imbarco e’ per l’indomani  ma noi, per sicurezza, partiamo nel pomeriggio di oggi.  E’ il primo giorno di scuola e, come ogni anno, si ripropone uno dei più impenetrabili misteri moderni: il traffico impazzisce per tutto il giorno.  Non si tratta solo di mamme che portano i figli a scuola ma anche di autocarri, furgoni e motocarri a tre ruote che invadono le strade.  Pazienza. Una volta presa l’autostrada viaggiamo comunque bene e in serata siamo nei pressi di Grosseto.  Passiamo la notte in una rumorosa area di servizio e al mattino siamo di nuovo in marcia. Anna approfitta della sosta per comperare, ad un prezzo assurdo, un paio di sandali di gomma. 

9 settembre  

in tarda mattinata siamo in vista di Porto Santo Stefano.  Ci fermiamo per colazione in un’area a lato della bretella che congiunge Albinia all’Argentario e verso le 12,30 siamo al porto. Troviamo Annamaria, Massimo e Franca, con i quali avevamo fatto il giro della Sardegna e Giulio, con il suo nuovissimo camper: suo figlio aveva bisogno di un camper e lui ha colto l’occasione per regalargli il suo vecchio mezzo, in modo da potersene comperare uno nuovo. Annamaria approfitta dell’attesa per informarci sulle regole del parcheggio. L’Isola del Giglio non e’ molto grande ed e'  accessibile solo ad automezzi i cui conducenti abbiano preventivamente stabilito un accordo con alberghi o campeggi. Annamaria per l’occasione ha affittato il campo sportivo situato a Giglio Campese (sulla costa ovest) e, sollecitata dal comune, ha stabilito alcune regole comportamentali quali: non circolare in costume da bagno, non aprire sedie e tavolini, non pranzare all’aperto e provvedere alle attività di carico e scarico (usufruendo del bagno del campo sportivo) solo al termine delle manifestazioni. Le regole, per la verità piuttosto restrittive, hanno in seguito sollevato reazioni da parte di alcuni nuovi compagni di viaggio. La traversata e’ piuttosto veloce e in meno di un’ora siamo a Giglio Porto. Allo sbarco troviamo Enrico Lirdi (il cineoperatore regista) che ci indica la strada per Giglio Campese. Natale fraintende le sue indicazioni e dopo 

 venti minuti ci troviamo a Giglio Castello. Nessun problema, giriamo il camper e scendiamo a Giglio Campese, nel cui campo sportivo e’ stato attivato il campo. L’isola e’ priva di acqua e le strutture del campo sportivo hanno conosciuto momenti migliori. Il paese sorge all’interno di un piccolo golfo, delimitato da un lato da una torre seicentesca (la cosiddetta torre medicea, ora privata) e dall’altro da un isolotto roccioso. Pino e Annamaria, in considerazione del divieto di aprire sedie e tavolini a lato dei camper hanno allestito, al centro del campo, una zona ricreativa con tavolini, poltroncine e gazebo per le manifestazioni.  Ci sistemiamo in una zona ombreggiata, abbastanza lontano dalla strada e dai rumori. Facciamo subito 
Giglio Campese
un salto al mare, vicinissimo al campo. La spiaggia, formata da sabbia e granelli rossicci, e’ grande, pulita e poco affollata. Anche l’acqua del mare è pulita e incredibilmente limpida. Facciamo subito un tuffo e prendiamo un po’ di sole. Quando torniamo al campo troviamo Adriano e Maria di Lecco con Pino e Luciana di Verona (in realtà erano arrivati prima di noi ma, nella fretta di scendere al mare, non li avevamo notati). In serata Pino organizza la proiezione di un paio di film girati da Enrico durante il viaggio in Sardegna e un viaggio in Tunisia.  

10 Settembre

 Ci svegliamo con calma, facciamo colazione, due passi in paese (oggi e’ giorno di mercato) e scendiamo in spiaggia insieme a diversi amici. Grande bagno, sole e relax. Verso le 13 ritorniamo al campo e lungo la strada Antonio, un compagno di viaggio di Padova offre l’aperitivo a tutta la compagnia. Nel pomeriggio viene a prenderci una guida che ci porta a spasso per Giglio Campese, ci fornisce alcuni dettagli sull’isola (per 2/3 priva di strade e riserva naturale), sulla sua storia (memorabile un assedio da parte di 2000 tunisini che, verso la fine del 1700, venne messa in fuga da una guarnigione di soli 23 uomini) e sul suo santo (san Mamiliano) di cui l'indomani si celebra la festa. Viene poi allestita un’esposizione di collezioni fatte dai camperisti (abbiamo portato la raccolta di bustine di zucchero di nostro figlio Davide, ma non siamo stati originali) e dopo cena vengono premiate le cinque migliori marmellate: Anna ha portato le sue ma non ha vinto nulla mentre Maria, la moglie di Adriano ha vinto una medaglia con una marmellata di ananas. Subito dopo si apre la serata danzante con un musicista sudamericano. La musica attira anche altri villeggianti che si uniscono alla festa e alle danze.  

Annamaria e Anna

11 settembre 

Mattinata balneare e pomeriggio di riposo, in vista di una serata piuttosto impegnativa. Alle 17 un autobus ci accompagna a Giglio Castello, dove sono in corso le celebrazioni per la festa di San Mamiliano.  La guida che abbiamo conosciuto ieri ci prende in consegna e ci fa fare il giro della città che, a quanto dice, e’ l’unica città ancora interamente fortificata presente nella provincia di Grosseto.  Assistiamo poi, nella piazza principale, ad una quadriglia che fa correre e saltellare per circa un’ora decine e decine di giovani. Dopo la quadriglia ci sediamo su alcune poltroncine trovate nei pressi di un palco e mangiamo qualcosa preparato in uno stand allestito per l’occasione (insolito un piatto di verdure chiamato bracconiera  formato essenzialmente da fagioli stufati con carote, cipolle e sedano, quest’ultimo in quantità industriale). Alle 22,30 inizia il concerto clou della serata. Si esibisce il gruppo dei LITFIBA. Dopo pochi istanti ci accorgiamo che il gruppo e’ formato da ragazzi che fanno molto rumore tentando di suonare e da un cantante con poca voce e che si mangia le parole. Il concerto si rivela, almeno per noi, una vera delusione.  Anna decide di rientrare in anticipo mentre Natale si ferma sino alla fine dello spettacolo pirotecnico che conclude la serata.

 12 settembre 

In mattinata un autobus ci porta al porto, ove ci imbarchiamo su di una motonave (la Vieste II, velocissima) che in poco meno di due ore ci porta sull’isola di Montecristo (Annamaria e’ riuscita, non so come, a farci avere i permessi di visita). L’isola e tutta riserva naturale e, a quanto dicono, può essere visitata da non più di 1000 persone all’anno. Si tratta di un enorme masso di granito che si erge per circa seicento metri sopra il livello del mare. E’ abitata da 500 capre selvatiche (endemiche), da molte vipere (anch’esse endemiche), dalla famiglia del guardiano e da due guardie forestali. In passato e’ stata luogo di riposo di importanti personaggi tra cui anche Vittorio Emanuele III e, per questo motivo, dispone di una costruzione di un certo tenore (chiamata villa reale) e di alcune dependance.  Ha pochi alberi ad alto fusto (essenzialmente pini marittimi) ed e’ coperta da arbusti. Appena sbarcati avvertiamo un intenso profumo di liquirizia (identico a quello che si sente sul sentiero che attraversa le cinque terre) provocato dalle essenze di rosmarino selvatico, cisto e di un terzo non meglio identificato arbusto.  Due giovani 

Anna a Montecristo
Montecristo: i pesci che si avvicinano alla fiancata della nave

 guardie forestali (per la verita' due belle ragazze) ci prendono in consegna, ci fanno alcune raccomandazioni (niente spiaggia, non toccare nulla, attenzione alle vipere) e ci accompagnano per un ripido sentiero sino ad un belvedere naturale. Dal belvedere si vede una seconda spiaggia e il molo ove sono ormeggiate due motonavi (la nostra e quella di un gruppo giunto poco prima di noi. Sulla spiaggia prospiciente il molo si notano i ruderi di una pizzeria che si sarebbe dovuta aprire negli anni sessanta, poco prima l’isola divenisse riserva naturale. Una volta scesi dal belvedere le guardie ci accompagnano a visitare un museo ricavato in una dependance della villa reale e poi in una pineta, sotto la quale troviamo tavoli e panche che utilizziamo subito per una colazione al sacco. Verso le quattro risaliamo sulla motonave dalla quale ammiriamo la limpidezza dell’acqua e osserviamo i pesci (alcuni dei quali di discrete proporzioni) che si affollano intorno alle fiancate. Al momento della partenza mi rendo conto che siamo stati sull’isola per circa quattro ore e che per tutto il periodo abbiamo avuto la sensazione di essere controllati a vista. La motonave ci riportata al Giglio in circa due ore (questa volta il mare e’ piuttosto mosso e qualcuno ne risente). Dopo la doccia, cena a base di pesce in un ristorante locale: risotto alla pescatora, maccheroni alla polpa di granchio, cozze con un intingolo a base di pomodoro e peperoncino, pesce spada al forno con patate, dolce e caffè accompagnati dall’ansonica, vino bianco locale, secco e ad alta gradazione.

13 settembre 

In mattinata la guida ci porta a fare un giro sino al faraglione: una piccola passeggiata (un’ora tra andata e ritorno) per un sentiero che sale di qualche decina di metri e si snoda tra arbusti e profumi  mediterranei. In tarda mattinata e nel pomeriggio siamo di nuovo in spiaggia (anche oggi ottimo mare). Al ritorno della spiaggia la batteria di servizio del camper è di nuovo in ‘giallo’. Chiediamo il permesso ai nostri vicini di parcheggio e accendiamo per un’oretta il generatore. La batteria di servizio forse si ricarica ma, in compenso, affumichiamo tutta l’area circostante. Il generatore, cosi come’ non può andare bene. Dobbiamo trovare il modo di ridurre il rumore, il fumo e la puzza.

 In serata porta party all’aperto, sui tavolini messi a disposizione dell’organizzazione.  Carla ha preparato una discreta pasta al tonno e poi ognuno porta qualcosa. Siamo al tavolo con Adriano, Maria, Rosanna e Antonio. Massimo ci scatta una foto. Dopo cena una coppia di compagni di viaggio canta, splendidamente, alcune canzoni mentre un altro compagno di avventura si esibisce alla tastiera. Di nuovo si comincia a ballare ed arrivano altri festaioli dall’esterno

la foto scattata da Massimo

14 settembre

 Tempo brutto. Viene sconvolto e anticipato il piano di partenza poiché si teme un peggioramento delle condizioni del mare e la chiusura delle corse del traghetto. Il nostro imbarco, previsto per le 14,45 viene anticipato alle 11 e poi, per una serie di problemi, spostato alle 15,45.  Nel frattempo restiamo chiusi in camper poiché il vento alza la sabbia e non si riesce a stare all’aperto. Finalmente arriva il momento dell’imbarco e in poco più di due ore siamo a Marina di Grosseto ove, in un’area di sosta, troviamo Luciana e Rosanna che, con i rispettivi mariti, si erano imbarcate in mattinata.  In tutto siamo in dieci e sfidando i regolamenti tiriamo fuori sedie e tavolini e improvvisiamo un porta party.  

Marina di Grosseto

15 settembre  

Al mattino, durante i preparativi per la partenza vediamo un camper che esce dall’area di sosta. Il guidatore sembra un volto noto. Guardiamo meglio e ci accorgiamo che si tratta di Bruno, il vicino di casa di Daniele venuto, insieme alla moglie, a passare qualche giorno nel grossetano. Baci, abbracci, saluti e iniziamo il viaggio verso casa. L’Aurelia e’ buona fino a Livorno poi si restringe e preferiamo prendere l’autostrada. Ci fermiamo a fare colazione sul passo della Cisa  e siamo a casa a meta' pomeriggio.

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