il lavoro
Anna ha lavorato in un'azienda farmaceutica sino alla nascita del primo figlio. Poi ha deciso di stare piu' vicino al figlio e seguire meglio la casa. In realta' il lavoro di casalinga non e' stato un gran che: ha lavorato duro, non ha ricevuto alcun stipendio e si ritrova ora con una miserrima pensione.  Natale invece non e' mai riuscito a capire bene cosa fosse il lavoro: qualche volta impegno, qualche altra volta perplessita' ma spesso, per sua fortuna, divertimento. L'inizio e' presso il centro elettronico di un'azienda elettromeccanica. Non sapeva nulla di computer (era il 1968 ed erano argomenti pressoche' sconosciuti) e ricorda con sconforto il corso di programmazione che gli fecero fare. Usci' dal corso avendo capito ben poco. Probabilmente era normale poiche' inizio' a lavorare senza troppi problemi e anzi, un paio di anni dopo, divenne addirittura sistemista in un'azienda produttrice di computer.   Allora i computer erano enormi: il suo primo computer, infinitamente meno potente dei personal di oggi, occupava una stanza grande come un campo da pallacanestro. La stanza era tenuta a 18 gradi costanti e, soprattutto d'estate, gli sbalzi di temperatura al momento dell'ingresso o dell'uscita erano micidiali.  I computer non avevano terminali e operavano in monoprogrammazione (potevano cioe' eseguire un solo programma per volta) per cui lui ed i suoi colleghi facevano a turno per provare i programmi: prenotavamo una o due ore di 'sala' che venivano concesse quando capitava, qualche volta anche tra le due e le tre del mattino.  Nonostante questi disagi sono stati anni tranquilli e divertenti: sapeva cosa fare e lavorare sui computer non era poi male: allora come oggi facevano esattamente quello che gli si diceva di fare e, se non lo facevano, Natale scopriva che era colpa sua: correggeva il programma ed il computer si metteva a funzionare. Con gli anni poi le cose sono cambiate. Ha cambiato azienda ed ha subito qualche fusione (sempre dalla parte sbagliata). Le direttive dei suoi capi pro tempore diventavano sempre piu' sfumate: ad ogni fusione o riorganizzazione cambiava capo e quasi sempre  scopriva che il nuovo capo era sempre meno adeguato al ruolo che avrebbe dovuto coprire. I computer si erano fatti piccoli e ormai li usava solo per scrivere. Passava gran parte del tempo a cercare di capire cosa volessero i suoi utenti ed i suoi superiori che, dal canto loro, avevano idee sempre meno chiare. Ad un certo punto non sapeva piu' neanche quale fosse il suo lavoro. Aveva un ufficio ma, al di la' delle etichette, passava quasi tutto il tempo tra telefonate, colloqui e riunioni. Ultimamente poi aveva smesso di lavorare. Negli ultimi due anni arrivava in ufficio con calma, accendeva il computer, si collegava ad internet, seguiva la borsa e i notiziari, mandava qualche mail, faceva qualche telefonata, partecipava a qualche riunione (senza mai prendere impegni), prendeva un paio di caffe' ed era gia' quasi ora di tornare a casa.  
1972 Anna al suo posto di lavoro
1972 Natale al lavoro nella sala calcolo 
di una piccola azienda

 

1972 un momento di pausa durante una 
convention a Buenos Aires 

Indietro            Home