Dopo
una serata tempestosa ed una notte nel parcheggio di un centro commerciale,
prendole mie due femmine (la mogliee la cagnolina) e parto alla volta dell’Olanda.
Faccio tappa in un centro commerciale per la solita colazione mattutina e poi
punto a nord, verso la Svizzera. Viaggiamo sotto il sole e pranziamo,in camper, nei pressi di Lucerna. Subito dopo ci
incamminiamo perNancy. Dopo Mulhouse il navigatore ci indirizza
verso la N66, direzione corretta ma strada impossibile. Si tratta di una statale
che passa attraverso paesini nei quali il limite di velocita’ e’ inferiore ai 40
km/h. Una strada del genere non deve essere considerata una statale, ma
tuttalpiu’ una strada locale.Per
fortuna dopo circa trenta km di calvario la strada si trasforma in una
superstrada
che ci
porta velocemente a destinazione.A
Nancy
ci fermiamo nel camping le Brabois, nella
zona ovest della citta’. Campeggio tranquillo ed
arieggiato. Ceniamo nel ristorante del
campeggio. Quiche lorraine e insalata di
formaggio. Siamo in Lorena, e l’incontro in
Lorena, e l’incontro ravvicinato con la quiche
e’ piacevole. Ottima anche l’insalata di
formaggio, anche se i formaggi, per via del loro
giallo intenso, sono sembrati piu’ formaggi
olandesi che francesi.
Martedi’
9 luglio, Bruxelles -340 km
Si parte presto e nel
giro di un’ora si entra in Lussemburgo. Ci si ferma
in un’area di sosta per far fare due passi alla cagnolina e notiamo
un’interminabile fila di camion in coda per fare rifornimento. Ci si ricorda del
Lussemburgo come piccolo “paradiso fiscale” per cui ci avviciniamo ad una
colonnina riservata alle auto (coda molto meno lunga) e riempiamo sino al limite
il serbatoio di gasolio. In effetti il prezzo e’ piu’ che buono (circa il 20% in
meno che in Italia) per cui siamo contenti del buon affare. Il passaggio in
Lussemburgo e’ rapidissimo
(non
piu’ di una 20 di km di autostrada) e finalmente entriamo in Belgio. Siamo nelle
Ardenne ed il panorama e’ collinare, con ampi spazi dedicati al pascolo (anche
qui’ abbiamo visto delle vacche al pascolo, immagine da tempo non piu’ comune in
Italia). Casette colorate e con tetti spioventi e chiese gotiche con campanili
appuntiti.Quando ci si avvicina a Bruxelless il traffico aumenta e solo grazie a San Navigatore
riusciamo a raggiungere il campeggio (camping grimbergen a Grimbergen,
una cittadina ad una decina di km dal centro). Lo troviamo chiuso poiche’ il
gestore e’ in pausa pranzo per cui ci sistemiamo davanti alla sbarra
dell’ingresso e anche noi ci sediamo a tavola. Nel pomeriggio tento invano di
posizionare l’antenna satellitare e poi mi riposo. In serata usciamoper visitare la cittadina (carina, pulita,
ordinata, piena di fiori colorati, ma irrimediabilmente senz’anima). Il centro
(la piazza del municipio), e’ semideserto. Ci sediamo ai tavolini di un bar e
prendiamo una birra a mo’ di aperitivo. Il gestore ci porta la birra e nulla di
piu’. Chissa, forse il rito dell’aperitivo e’ un rito solo italiano.
Mercoledi’ 10 luglio, Bruxelles
Oggi
visita alla citta’ (clicca
qui' per guardare il film da 3 minuti). Prendiamo un bus che passa ad un centinaio di metri dal
campeggio e dopo 50 minuti di viaggio siamo alla Gare du nord. Camminiamo fino
alla Grand Place, lungo viali sui quali si assiepano edifci moderni e qualche
pretenzioso edificio dei primi del 900,
Bruxelles
un edificio de la
grand
place
il
Mannequin pis
con
facciate ornate e tetti spioventi. La Grand place e’ effettivamente una piazza
particolare, delimitata da edifici settecenteschi nei quali il gotico la fa da
padrona. Guglie, fregi in oro e scritte in latino su quasi tutti i palazzi. La
piazza e’ molto affollata ed un palco innalzato tra l’Hotel de la ville e la
Maison de roi (i due principali edifici della piazza) ne deturpa la vista di
insieme. Non solo c’e’ il palco, ma ci sono anche alcuni mezzi pesanti dai quali
stanno scaricando il materiale per l’allestimento di una tensiostruttura per
chissa’ quale mostra. In definitiva la piazza e’ probabilmente bella, ma
ingombra com’e’ di mezzi e strutture, non ha offerto il colpo d’occhio e la
magia d’insieme che probabilmente puo’ offrire.Poco distante dalla piazza, ad un piccolo incrocio,
troviamo il Mannequin pis, uno dei simboli della citta’. E’
Uno
scorcio
dell’ilot sacre’
L’eglise
de Saint Marie
un fanciullo di bronzo che allegramente fa pipi in un
fontanella. L’incrocio e’ affollato da chiassosi turisti giapponesi, che si
mettono in posa sotto il fanciullino eche di fatto impediscono a tutti gli altri di fare
una foto priva della loro ingombrante presenza.Dietro la Grand place, alle
spalle della Maison du roi, sorge il quadrilatero della Ilot Sacre’, una zona
dedicata al commercio, piena di negozi di abbigliamento, cioccolaterie,
pasticcerie e soprattutto ristoranti con tavolini all’aperto.Pranziamo in uno di questi ristoranti e proviamo le
mules frites, un piatto molto diffuso nella Francia del nord (e a quanto pare
anche in Belgio), si tratta in pratica di un’impepata di cozze, condite, oltre
che con il pepe, anche con sedano e cipolle cotte, accompagnate da patatine
fritte. Un piatto per nulla speciale, poco saporito ed dalla fama totalmente
immeritata.Vorremmo raggiungere l’atomium, ma e’ lontanissimo e siamo
gia’ piuttosto stanchi.Raggiungiamo quindi la Gare du nord, passando dalla
Eglise de Saint Marie, una chiesa della meta del 1800 a pianta centrale ed in
stile neobizantino.Una volta rientrati ci mettiamo comodi e ci
riposiamo per il resto del pomeriggio.
Giovedi’ 11 luglio, Gouda -
157 km
Siamo
in luglio ma qui’ fa freddo. Forse questo e’ un anno particolare, ma certo e’
che le nostre magliette estive non sembrano adeguate alla situazione. Dopo una
notte fredda ed un mattino ancora piu’ freddo, ci mettiamo in marcia alla volta
del paese dei campanelli. E’
tutta autostrada e nel giro
di qualche decina di minuti entriamo in Olanda.
Quel che colpisce immediatamente sono le strade
che passano sotto i fiumi ed i canali.E’ un paese pieno di
acqua, fiumi, laghi, canali, stagni e autostrade
molto veloci e pericolose, per via della
segnaletica orizzontaleche trae in inganno.Autostrade pieni di
ponti ma anche di innumerevoli viadotti e
Kinderdijk
gallerie che passano sotto i canali.Percorriamo il ring (la tangenziale) di Rotterdam
e raggiungiamo Kinderdijk ove lungo gli
argini di un canale sono presenti ben 12 mulini a vento, utilizzati in passato
per sollevare l’acqua e bonificare la zona circostante. La visita di pochi
minuti (il tempo di ammirare i mulini sotto un cielo plumbeo)costa ben 7,5 euro di parcheggio. E’ solo un
assaggio dei prezzi olandesi, che si rivelano ovunque piuttosto alti. Dopo i
mulini ci incamminiamo verso Gouda. Arriviamo e
parcheggiamo il camper su di una
stradina che costeggia
un canale. Oggi e’ giorno di mercato ed il mercato di Gouda e’ particolarmente
noto per via dei personaggi in costume tradizionale che vendono il formaggio
locale (il formaggio gouda, per l’appunto). Il mercato e’ pittoresco e le
ragazze in costume aggiungono un ulteriore tocco di colore.Non acquistiamo formaggio, poiche ne siamo pieni,
ma prendiamo del merluzzo fresco fritto (ottimo) da una bancarella di
rosticceria. Dopo il mercato raggiungiamo l’area di sosta (in Klein America,
abbastanza vicino al centro) e nel pomeriggio torniamo in piazza per vedere lo
Stadhuis (il vecchio palazzo comunale) con le finestre colorate, una torre
appuntitaed il solito tetto spiovente . Vediamo anche la chiesa di
San Giovanni (Sint- Janskerk) che vanta delle spettacolari vetrate. Purtroppo la
troviamo chiusa per cui ci sediamo ai tavoli di un caffe’ sulla piazza centrale
e con una birra attendiamo l’ora del rientro. Sulla via del ritorno ci fermiamo
in una pasticceria per prendere le stroopwafels, delle cialde allo sciroppo
(piuttosto gustose) vanto della pasticceria locale.
Venerdi 12 luglio, Utrecht -
65 km
In
mattinata facciamo un altro giro in centro a Gouda, ove oltre al caffe’, servito
con un poco di panna montata ed un paio di cialde allo sciroppo, prendiamo
alcuni pacchetti di
stroopwafels ed un po’ di frutta in un supermercato locale.Ci incamminiamo quindi verso Utrecht ed abbiamo
modo di sperimentare, ancora una volta, la pericolosita’ della
segnaletica
orizzontale olandese. Il problema sono le
uscite. Si viaggia sulla corsia di destra ed
improvvisamente, senza aver cambiato corsia e
senza apparenti segnalazioni,ci si trova su di
una corsia in uscita e questo impone un
repentino cambio di corsia (a volte anche di due
o tre corsie) con i conseguenti pericoli. Le
auto inoltre viaggiano molto veloci, corrono
perfinoi mezzi pesanti e
questo rende le manovre ancora piu’ pericolose.
Comunque, al di la della predetta pericolosita’,
il navigatore ci porta quasi senza problemi ad
Utrecht
ed al campeggio (De Berekuil, in Arienslaan 5).Il campeggio sorge
in una zona verde, su di un isolotto in mezzo ai
canali. E’ popolato da oche, anatre, folaghe e
conigli che vengono a scavare vicino al camper
ed innervosiscono la cagnolina. E’ anche
abbastanza vicino al centro (poco piu’ di due km
facilmente percorribili in bici).Dopo pranzo
lasciamo al cagnolina in camper e raggiungiamo
il centro in bici. Il centro e’ affollato e
vivace. Gli argini del canale vecchio sono
colonizzati da bar e ristoranti alcuni dei quali
sono in piena attivita’ nonostante siano solole 17. Nella zona
centrale troviamo il duomo con l’imponente
domtorenun edifico o meglio
una torre gotica, alta ben 112 metri e costruita
nel 1350.
Prima di tornare al
camper ci fermiamo da strabuck ove oltre al caffe’ prendiamo le ormai
onnipresenti stroopwafels e da JFK, la catena americana del pollo fritto. Questa
sera cena a base di pollo fritto.
Sabato 13 luglio, Amsterdam
– 54 km
(clicca qui' per guardare il film da 4 minuti)
In mattinata
prendiamo le bici per andare in centro, ad Utrecht, con l’idea di fare
colazione. Ormai conosciamo la strada ed il centro dista non piu’ di tre km dal
campeggio. La cagnolina non sembra gradire l’idea di essere messa nel carrellino
trascinato dalla bici (appena messa dentro ne e’ balzata fuori, rovesciando il
carrellino e la bici) per cui la lasciamo in camper e ci avviamo senza di lei.
Arriviamo verso le 9 e troviamo tutto chiuso. Oggi e’ sabato ed
Il
waag
Un
canale di Amsterdam
evidentemente i locali ieri sera sono stati aperti fino a
tardi ed oggi nessuno ha voglia di svegliarsi. Verso le 9:30 scorgiamo,
finalmente, un caffe’ con qualche tavolino all’aperto. Facciamo colazione,
torniamo in camper lo sistemiamo per la partenza e ci incamminiamo alla volta di
Amsterdam.
Solite autostrade larghissime con la segnaletica ingannevole ma poco traffico.
Arriviamo al campeggio verso mezzogiorno e litighiamo subito con una reception
automatica, un computer che fa qualche domanda, assegna il posto, calcola il
costo biglietto, prende il denaro e stampa un tesserino con un codice a barre
che apre i cancelli. L’area di sosta (Amsterdam city camp, in papaverwer 50) e’
apparentemente nuova con spazio per una cinquantina di camper. Sorge sulla riva
sud dell’enorme isola che costituisce l’olanda settentrionale. Siamo vicini al
centro in linea d’aria ma da esso sepaati da un braccio del mare del nord. Per
fortuna ad un paio di km di distanza c’e’ il terminal di un traghetto che
gratuitamente porta alla stazione ferroviaria di Amsterdam, in pieno centro. Nel
pomeriggio prendiamo il traghetto insieme alla cagnolina (anche il traghetto e’
da annoverare tra i mezzi di trasporto che non ama)ed esploriamo le vie adiacenti alla stazione.
Traffico caotico e biciclette ovunque. Per fortuna superata la strada che passa
davanti ala stazione si trovano alcune vie pedonali. Sempre bici e molti pedoni,
ma per fortuna niente auto. Negozi ovunque e molta animazione. Oltre ai soliti
bar, risoranti e negozi di souvenir, vediamo negozi che vendono prodotti di
dubbia liceita’ nel resto dell’europa. Sono i coffee shop, affollati di ragazzi
ansiosi di procurarsi qualche spinelloin maniera quasi lecita. Ci sediamo ai tavolini di
un caffe, prendiamo una birra guardiamo la gente che passa. Abbigliamento e
acconciature improntate alla massima liberta’. Cosi’ tanta liberta’ che qualche
volta sembra confondersi con sciatteria e sporcizia.Verso le 17:30 decidiamo di rientrare ma prima ci
fermiamo davanti ad una kebaberia. Questa sera cena a base di kebab.
Domenica 14 luglio –
Amsterdam
Ci svegliamo presto ed
alle 8:30 siamo, con le nostre bici e senza la cagnolina,davanti al molo di imbarco del traghetto per la
stazione centrale. La prima corsa e’ alle 9:30 per cui ci sediamo ad aspettare.
Non c’e nulla di aperto o meglio, un bar panetteria e’ aperto ma la macchina del
caffe’ non funziona e cosi’ inganniamo l’attesa sbocconcellando una fetta di
torta di mele. Una volta arrivati alla stazione giriamo a sinistra e vistiamo la
parte Est della citta’. La citta’ vecchia. Vediamo immagini da cartolina: i
canali, le imbarcazioni e le case che si affacciano sui canali. Non c’e’
traffico per cui si viaggia bene. Qualcuno ha paragonato Amsterdam a Venezia, ma
e’ un paragone azzardato. Venezia e’ una citta’ solare, mediterranea ecolorata. Amsterdam e’ una citta’del nord, con gli
edifici impreziositi da fregi e decorazioni ma irrimediabilmente tristi. Bruno e
bordeaux sono i colori prevalenti. Le costruzioni di tre o quattro piani, con i
tetti spioventi che le fanno sembrare ancora piu’ alte, gli alberi che
fiancheggiano i canali e le strade strette impediscono al sole di arrivare a
terra per cui il panorama e’ scuro, anzi grigiastro.Chissa’ forse e’ colpa del tempo, grigio anche lui.
Pedalando arriviamo al Waag, una porta fortezza, caratterizzata dai soliti
campanili dal tetto conico.Sotto c’e un mercatino delle pulci, per niente
interessante ma circondato da locali con tavolini all’aperto. Ci sediamo per un
caffe’ caldo e poi riprendiamo la visita dirigendoci verso la vecchia
cattedrale. Senza volerlo attraversiamo il quartiere a luci rosse e lo troviamo
piuttosto vivace, nonostante sia mattina. La vecchia cattedrale invece e’ una
delusione. L’edifico e’ importante, ma e’ interamente circondato da viuzze
(alcune delle quali con vistose ragazze in vetrina) che ne impediscono il colpo
d’occhio. Giriamo ancora un poco e poi ci dirigiamo verso la stazione per il
rientro. La cagnolina e’ sola da quattro ore e temiamo che abbia combinato
qualche disastro in camper.Al rientro vediamo che si e’ comportata benissimo,
per cui domani resteremo fuori con un po’ meno apprensione.Nel pomeriggio prendiamo le bici e giriamo le vie
intorno al campeggio. Si tratta di una zona industriale che sfocia in un
quartiere popolare, con graziose casette a schiera. Rientriamo costeggiando il
canale del mare del nord, pieno di famigliole che fanno picnic sulle sue sponde
erbose.
Lunedi’ 15 luglio –
Amsterdam
Di
nuovo in citta’ per visitare la parte a destra della stazione centrale Arriviamo
in piazza Dam, vediamo il palazzo reale, la chiesa nuova e
l’obelisco. Poi andiamo al mercatino di waterloplein e restiamo abbastanza
delusi. A parte qualche bancarella nella quale si vendonobulbi di tulipano, il
Amsterdam,
lo stadhuis
Il
rijksmuseum
resto della mercanzia non e’ dissimile dalla solita
mercanzia per tristi, fabbricata in cina e venduta in tutto il mondo. Sostiamo
per qualche minuto ai tavolini di un caffe’ (ottimo il caffe’ che si beve in
Olanda: lungo abbastanza per godere della bevanda, ma non cosi’ lungo da perdere
aroma e sapore) e poi gi dirigiamo verso il waag. Qui’ troviamo un mercatino
(finalmente!) nel quale acquistiamo frutta e verdura fresche a prezzi da
gioielleria. Verso le 12 puntiamo verso la stazione e ritorniamo alla base.Nel pomeriggio restiamo in periferia. Giriamo un
po’ in bici finche’ non troviamo un piccolo supermercato. Entriamo piu’ per
curiosita’ che per necessita e ci accorgiamo subito che si tratta di un market
che vende essenzialmente prodotti turchi ed arabi. I prezzi sono oltremodo
convenienti per cui prendiamo ancora un po’ di frutta ed un barattolo di olive e
carote condite con olio e spezie. Mix di verdure che si rivelera’ poi piuttosto
gradevole.
Martedi’ 16 luglio, Edam –
237 km
In mattinata si tornain citta’ per visitare il magere brug sull’Amstel,il piu’ vecchio e famoso ponte levatoio della
citta’. Lungo il percorso, proprio dietro il palazzo reale troviamo un vero
supermercato locale. Non paghi della visita di ieri decidiamo di entrare e
cercare di capire cosa si mangia in Olanda. Niente di troppo diverso da quel che
troviamo nei nostri super, se
Edam,
il mercato del formaggio
non una certa enfasi
sulle carni marinate (soprattutto pollo)e sui vasetti di verdure preparate con diverse
spezie. Notiamo anche un trionfo di condimenti per insalate ed un banco del pane
piu’ che ben fornito. Il pane (ma soprattuto i croissant e la pasticceria da
forno in genere) qui’ sembra essere un affare di stato. In effetti il pane e’
piuttosto buono ed i dolci sono un invito alla trasgressione.Lasciamo il super e finalmente troviamo il ponte.
Sosta, fotografie, caffe’ e finalmente prendiamo la via del ritorno con sosta di
fronte al palazzo Nemo ed al museo navale.Nel pomeriggio raggiungiamo Edam
ed in serata visitiamo la cittadina. Graziosa ma niente di speciale. Cerchiamo
un ristorante ma vediamo che i prezzi sono assolutamente impossibili poi
finalmente troviamo una pizzeria, gestita da un immigrato italiano che ci
propone due ottime pizze con acciughe ed olive nere. Il formaggio e’ l’olandese
Edam (d’altra parte siamo ad Edam…) che si rivela piu’ che azzeccato.
Mercoledi’
17 luglio, Marken –19 km
Questa mattina a Edam c’e’ il mercato del
formaggio, una specie di rievocazione storica del vecchio mercato ad uso e
consumo dei turisti. Piuttosto folkloristico e comunque godibile. Ragazzevestite da olandesine, uomini vestiti da gondolieri
veneziani (camicia bianca, pantaloni bianchi, cappello di paglia con striscia
rossa o blu e fusciacca del medesimo
Marken
colore), organetto
meccanico animato, banda musicale, carretto pieno di formaggi trainato da un
cavallo e cosi’ via.Attorno alla piazza bancarelle per la vendita del
formaggio a prezzi di affezione. Prendiamo comunque un pezzo di formaggio
stagionato (che risutera’ poi piuttosto salato ma gustoso) e due tranci di
salmone affumicato.Nel pomeriggio raggiungiamo Marken,
un’altra localita’ turisticaa pochi km da Edam. Sorge su di un’isoletta, ora
collegata alla terraferma da un terrapienocon un vasto parcheggio,anche per camper. La parte
migliore di questa cittadina e’ senza dubbio il porticciolo di pescatori (o
meglio ex pescatori), con le case in legno dipinto,i ponti sui canali e la solita concentrazione dilocali per turisti. Ci sediamo ad uno di questi per
un caffe’ ed una torta di mele arricchita con un po’ di panna montata per
goderci il panorama e la brezza marina. Qui a Marken non posso fare a meno dinotare una strana e apparentemente inspiegabile
situazione. Dunque anche qui’ come in gran parte dell’Olanda le terre sono al di
sotto del livello del mare. La differenza di altezza la si nota semplicemente
percorrendo gli argini che separano le terre dal mare: da una parte il mare e
dall’altra la terra, ben piu’ in basso del mare. Ebbene queste terre, nonostante
siano sotto il livello del mare, sono solcate da numerosi canali che trasportano
acqua dolce. L’apparente mistero e’ quest’acqua dolce: non si comprende ne’ da
dove venga ne’ dove vada, visto che sempre apparentemente, non
puo’ sfociare nel mare. Questo mistero, su scala ben maggiore, vale ovviamente
per gran parte delle terre bonificate e quindi per quasi tutta l’Olanda.Ma non solo, i due mari interni, enormi, su cui
sfociano dei fiumi e sulle cui sponde sono edificate numerose citta’, Amsterdam
compresa, sembrano a loro volta piu’ bassi del mare del nord. In realta’, al di
la delle apparenze, fiumi
ed i canali interni sono, magari di poco, sopra il livello del mare cosi’ come
e’ al ivello del mare uno dei due mari interni, quello che bagna Marken e
Volendam, poiche’ e’ in diretta comunicazione con il mare nord (attraverso il
braccio di mare cha passa da Amsterdam). Al di la di tutte queste elucubrazioni,
girovagando per il porticciolo ho trovato un baracchino ove, oltre al solito
pesce fritto, vendevano anche il pane con l’aringa, una tipica specialita’
locale. Ne ho presa una e l’ho trovata discreta, anche se non eclatante. Si
tratta di un’aringa cruda (suppongo) spellata, pulita ed infilata in un panino
morbido. E’ piu’ digeribile dell’aringa affumicata, e abbastanza saporita ma a
mio avviso e apprezzabile ed apprezzata solo dagli amanti del pesce crudo.
Giovedi’18 luglio, Alkmaar – 59 km
Lasciamo
presto il campeggio e raggiungiamo Volendam.
Parcheggiamo nel nuovo
Volendam
parcheggio per camper di Marina Park, una zona
di recente urbanizzazione che si incontra prima
di entrare in citta’, provenendo da Marken. E’
abbastanza presto (sono le 9 e qui’ sembra che
nulla si muova prima delle 10 del mattino) ed il
lungomare e’ deserto. C’e un bel sole ed una
luce e che rende splendenti le casette e le
barche del porticciolo. Credo che questa sia la
piu’ importante o comunque una delle piu’
conosciute cittadine balneari
d’Olanda. Sul lungomare solita sfilata di negozi e
bancarelle. Prendiamo un caffe’ e tiriamo tardi osservando le persone che
passeggiano. Prima di tornare ci infiliamo in una pescheria del porto ove con
pochi spiccioli ci riempiono di merluzzo fritto. Delizioso.Nel pomeriggio arriviamo ad Alkmaar,
una cittadina di medie dimensioni situata una trentina di km piu’ a nord.
Parcheggiamo al camping Alkmaar, in Bergerweg 201. Usciamo subito e raggiungiamo
il centro a piedi (poco piu’ di 2 km). Troviamo una chiesa piuttosto tozza e
irrimediabilmente chiusa (sino ad ora non siamo mai riusciti a trovare una
chiesa aperta), una via principale pedonale costellata di negozi e lo stadhuis,
la vecchia casa comunale, con il campanile identico a quello della chiesa. Visti
da lontano sembrano due campanili o comunque due torri del medesimo edificio.
Venerdi 19 luglio, Alkmaar
Oggi e’ il giorno
dell’ennesimo mercato del formaggio. La piazza e’ come al solito gremita di
Alkmaar,
il mercato del formaggio
Il
wang
turisti e da bancarelle ma questo mercato,a differenza dei
precedenti, sembra essere un vero mercato all’ingrosso. Innanzi tutto vediamo i
produttori arrivare al mercato trasportando le forme su barche ed i compratori
che dopo averlo acquistato lo caricano su dei mezzi parcheggiati nelle vicinanze
della piazza. A parte questo il rituale e’ identico: assaggio del formaggio da
parte del compratore, definzione del prezzo con una contrattazione a base di
parole e pacche sulle mani ed infine pesatura del formaggio acquistato. La
pesatura e’ particolare per via del wang, la pesa pubblica situata in un
elegante edificio tardogotico che domina la pazza del mercato e per via dei
portatori, che anche qui’ sono vestiti come gondolieri veneziani, ma a
differenza di quelli visti negli altri mercati, sono giovani e trasportano
grosse forme di formaggio e non le piccole forme viste dalle altre parti.Tornando ci fermiamo in una pescheria (un vero
spettacolo) per prendere una vaschetta di insalata di aringa (pezzettini di
aringa cruda mescolati ad pezzetti di bietole e maionese) ed una di sgombri
(sgombri cotti spezzettati mescolati con cipolla cruda tritata e maionese).Nel pomeriggio torniamo nuovamente in centro per un
aperitivo e per vedere di nuovo la piazza ed il wang senza il chiasso e la folla
del mercato.
Sabato
20 luglio, Leeuwarden – 110 km
Puntiamo a nord, verso la diga di Afsluitdijk,
che separa il mare del nord dal mare interno
La
diga di Afsluitdijk
dell’Olanda, con un
dislivello, tra i due mari, di circa 10 metri.
La diga e’ impressionate, e’ lunga 30 km ed e’
percorsa dall’autostrada che collega L’Olanda
settentrionale con la Frisia.Ci fermiamo in un
punto di osservazione per scattare alcune foto e
per prendere un caffe’. Giunti al bar vediamo
dei dolcetti che sembrano ripieni di marmellata
e ne prendiamo uno. Scopriremo poi che sono
delle torte salate ripiene di formaggio
Formaggio fuso ancora
caldo. Caffe’ con formaggio, un abbinamento
barbaro!Verso mezzogiorno
raggiungiamo
Leeuwarden ed il punto sosta (camping
Taniaburg – vierhuisterweg 72), una vecchia
fattoria un paio di km a nord della citta’ che
si e’ riciclata in campeggio. Nel pomeriggio
prendiamo le bici e facciamo un giro in citta’.
Non troviamo nulla di interessante: una enorme
chiesa gotica, una torre pendente incompiuta ed
un canaleche, pur pittoresco,
non e’ paragonabile ai canali delle altre citta’
viste sino ad ora.
Domenica 21
luglio, Colonia – 315 km
Leeuwarden,
la torre pendente
(clicca qui' per guardare il film da 3 minuti)Lasciamo il campeggio
campestre di Leuwarden e puntiamo a sud. C’e molto traffico (stranamente) e
questo traffico intenso, forse vacanziero, ci accompagnera’ fino a Colonia.
Attraversiamo la Frisia, il Drenthe, l’Overijussel
ed entriamo in Germania. Il panorama
cambia di poco mentre cambiano invece i cartelli stradali, meno fantasiosi e
pittoreschi dei cartelli olandesi. In Germania i cartelli stradali sono infatti
simili ai nostri, probabilmente adeguati alla normativa europea. Poco dopo
mezzogiorno ci fermiamo in una affollatissima e sporchissima area di servizio
(suppongo che questi ultimi due giorni abbiano lavorato
intensamente) ove facciamo
il nostro primo incontro con la cucina da corsa
tedesca. Wrustel da 30 cm e polpetta piuttosto
saporita,accompagnati da
un’insalata di patate (patate lessate, tagliate
fini e condite con yogurt (suppongo) ed erba
cipollina. Verso le 14 siamo finalmente a
Colonia
e raggiungiamo l’area di sosta, in riva al
Reno, sulla Niederland Ufer. L’area di sosta non
e’ male, peccato che non sembra esistere la
possibilita’ di fare rifornimento di acqua e
questo per noi potrebbe essere un problema. Non
ci facciamo angosciare dalla carenza
di acqua e a meta’ pomeriggio usciamo per una
camminata sulla riva del fiume. Raggiungiamo il
duomo (3 km su di una bella via pedonale checosteggia il Reno)
e ci sediamo ai tavolini di
un caffe’ per una pausa.Beviamo una birra,
ascoltiamo alcuni ragazzi che suonano dei brani classici, osserviamo le
numerosissime persone che affollano la passeggiata e poi lentamente rientriamo.
Lunedi
22 luglio, Colonia
Di primo mattino prendiamo le bici e andiamo alla scoperta
della citta’. Arriviamo al duomo e restiamo subito delusi.La vista del monumento e’ parzialmente coperta da
edifici di recente costruzione, con qualche pretesa artistica ma stilisticamente
incompatibili con il gotico del duomo. Non solo, la stazione ferroviaria, credo
la piu’ importante della citta’, sorge accanto
Colonia,
particolare del duomo
Il
chiostro di santa maria in kapitol
al duomo, deturpandone la vista della parte posteriore. La
parte anteriore invece si affaccia su di una piazza sufficientemente larga e
profonda da lasciarne ammirare le torri. La citta’ forse distrutta durante
l’ultima guerra e’ stata interamente ricostruita con edifici forse eleganti, ma
nello stile che si usava negli anni 50 per cui, avendo comunque alcune vie
pedonali abbastanza vivaci, nell’insieme la citta’ assomiglia piu’ ad un
gigantesco centro commerciale che ad una localita’ ricca di storia. Visitiamo
tre chiese e queste sembrano essere le uniche testimonianze del passato. Belle
ma comunque contagiate dal virus della speculazione edilizia, tante’ che una di
queste, Santa Maria in Kapitol, bellissima
e con un chiostro probabilmente del cinquecento, e’ parzialmente inglobata in un
condomino chela circonda e la sovrasta, avendo occupato
addirittura lo spazio sopra una delle ali del chiostro.Rientriamo quindi un poco delusi, non senza aver
prima acquistato alcune boccette del famoso profumo che prende il nome dalla
citta’.In serataci rechiamo in un ristorante nei pressi del
campeggio. Con un poco di difficolta’ riusciamo a farci capire ed a prendere
un’insalata di pollo con verdure fresche (discreta) e dei wrustel affettati,
scaldati e conditi con una salsa a base di pomodoro (forse ketchup) e curry
(piatto alquanto originale per i nostri gusti).
Martedi’ 23 luglioCusano Milanino - 818 km
Partiamo presto e
puntiamo a sud. L’idea e’ quella di pernottare a Friburgo, ma arriviamo che sono
appena le 14. Decidiamo quindi di proseguire pensando di fermarci in un’area di
servizio svizzera. Ma l’area che scegliamo per la notte si rivela inospitale
(sosta massima consentita: 4 ore) per cui ripartiamo esiamo a casa nella prima serata.
Conclusioni
Si e’ trattato di
un viaggio dal quale non mi aspettavo molto poiche’ mi ero fatta un’idea forse
sbagliata dell’Olanda e del suo territorio. In realta’ ho scoperto un paese
verde, tranquillo, ricco di acque e con alcuni monumenti (come ad esempio al
diga di Afsluitdijk) assolutamente unici. Abbiamo percorso poco meno di 2600 km
ed abbiamo speso circa 1500 euro, di cui almeno 700 per gasolio, autostrade e
parcheggi.