8 – 23 luglio 2013 Tour dell’Olanda - 2600 km

 

Si tratta del solito viaggo di primavera che cerchiamo di compiere ogni anno. (clicca qui' per guardare  il film del viaggio (sei minuti))

 Lunedi’ 8 luglio, Nancy - 622 km

 Dopo una serata tempestosa ed una notte nel parcheggio di un centro commerciale, prendo  le mie due femmine (la moglie  e la cagnolina) e parto alla volta dell’Olanda. Faccio tappa in un centro commerciale per la solita colazione mattutina e poi punto a nord, verso la Svizzera. Viaggiamo sotto il sole e pranziamo,  in camper, nei pressi di Lucerna. Subito dopo ci incamminiamo per  Nancy. Dopo Mulhouse il navigatore ci indirizza verso la N66, direzione corretta ma strada impossibile. Si tratta di una statale che passa attraverso paesini nei quali il limite di velocita’ e’ inferiore ai 40 km/h. Una strada del genere non deve essere considerata una statale, ma tuttalpiu’ una strada locale.  Per fortuna dopo circa trenta km di calvario la strada si trasforma in una superstrada

 che ci porta velocemente a destinazione.  A Nancy ci fermiamo nel camping le Brabois, nella zona ovest della citta’. Campeggio tranquillo ed arieggiato. Ceniamo nel ristorante del campeggio. Quiche lorraine e insalata di formaggio. Siamo in Lorena, e l’incontro in Lorena, e l’incontro ravvicinato con la quiche e’ piacevole. Ottima anche l’insalata di formaggio, anche se i formaggi, per via del loro giallo intenso, sono sembrati piu’ formaggi olandesi che francesi.

 Martedi’ 9 luglio, Bruxelles -  340 km

 Si parte presto e nel giro di un’ora si entra in Lussemburgo. Ci si ferma in un’area di sosta per far fare due passi alla cagnolina e notiamo un’interminabile fila di camion in coda per fare rifornimento. Ci si ricorda del Lussemburgo come piccolo “paradiso fiscale” per cui ci avviciniamo ad una colonnina riservata alle auto (coda molto meno lunga) e riempiamo sino al limite il serbatoio di gasolio. In effetti il prezzo e’ piu’ che buono (circa il 20% in meno che in Italia) per cui siamo contenti del buon affare. Il passaggio in Lussemburgo e’ rapidissimo

 (non piu’ di una 20 di km di autostrada) e finalmente entriamo in Belgio. Siamo nelle Ardenne ed il panorama e’ collinare, con ampi spazi dedicati al pascolo (anche qui’ abbiamo visto delle vacche al pascolo, immagine da tempo non piu’ comune in Italia). Casette colorate e con tetti spioventi e chiese gotiche con campanili appuntiti.  Quando ci si avvicina a Bruxelless il traffico aumenta e solo grazie a San Navigatore riusciamo a raggiungere il campeggio (camping grimbergen a Grimbergen, una cittadina ad una decina di km dal centro). Lo troviamo chiuso poiche’ il gestore e’ in pausa pranzo per cui ci sistemiamo davanti alla sbarra dell’ingresso e anche noi ci sediamo a tavola. Nel pomeriggio tento invano di posizionare l’antenna satellitare e poi mi riposo. In serata usciamo  per visitare la cittadina (carina, pulita, ordinata, piena di fiori colorati, ma irrimediabilmente senz’anima). Il centro (la piazza del municipio), e’ semideserto. Ci sediamo ai tavolini di un bar e prendiamo una birra a mo’ di aperitivo. Il gestore ci porta la birra e nulla di piu’. Chissa, forse il rito dell’aperitivo e’ un rito solo italiano. 

Mercoledi’ 10 luglio,  Bruxelles

 Oggi visita alla citta’ (clicca qui' per guardare il film da 3 minuti). Prendiamo un bus che passa ad un centinaio di metri dal campeggio e dopo 50 minuti di viaggio siamo alla Gare du nord. Camminiamo fino alla Grand Place, lungo viali sui quali si assiepano edifci moderni e qualche pretenzioso edificio dei primi del 900,  

Bruxelles un edificio de la grand place

il Mannequin pis

 con facciate ornate e tetti spioventi. La Grand place e’ effettivamente una piazza particolare, delimitata da edifici settecenteschi nei quali il gotico la fa da padrona. Guglie, fregi in oro e scritte in latino su quasi tutti i palazzi. La piazza e’ molto affollata ed un palco innalzato tra l’Hotel de la ville e la Maison de roi (i due principali edifici della piazza) ne deturpa la vista di insieme. Non solo c’e’ il palco, ma ci sono anche alcuni mezzi pesanti dai quali stanno scaricando il materiale per l’allestimento di una tensiostruttura per chissa’ quale mostra. In definitiva la piazza e’ probabilmente bella, ma ingombra com’e’ di mezzi e strutture, non ha offerto il colpo d’occhio e la magia d’insieme che probabilmente puo’ offrire.  Poco distante dalla piazza, ad un piccolo incrocio, troviamo il Mannequin pis, uno dei simboli della citta’. E’  

Uno scorcio dell’ilot sacre’

L’eglise de Saint Marie

un fanciullo di bronzo che allegramente fa pipi in un fontanella. L’incrocio e’ affollato da chiassosi turisti giapponesi, che si mettono in posa sotto il fanciullino e  che di fatto impediscono a tutti gli altri di fare una foto priva della loro ingombrante presenza.Dietro la Grand place, alle spalle della Maison du roi, sorge il quadrilatero della Ilot Sacre’, una zona dedicata al commercio, piena di negozi di abbigliamento, cioccolaterie, pasticcerie e soprattutto ristoranti con tavolini all’aperto.  Pranziamo in uno di questi ristoranti e proviamo le mules frites, un piatto molto diffuso nella Francia del nord (e a quanto pare anche in Belgio), si tratta in pratica di un’impepata di cozze, condite, oltre che con il pepe, anche con sedano e cipolle cotte, accompagnate da patatine fritte. Un piatto per nulla speciale, poco saporito ed dalla fama totalmente immeritata.  Vorremmo raggiungere l’atomium, ma e’ lontanissimo e siamo gia’ piuttosto stanchi.  Raggiungiamo quindi la Gare du nord, passando dalla Eglise de Saint Marie, una chiesa della meta del 1800 a pianta centrale ed in stile neobizantino.  Una volta rientrati ci mettiamo comodi e ci riposiamo per il resto del pomeriggio.

Giovedi’ 11 luglio, Gouda - 157 km

 Siamo in luglio ma qui’ fa freddo. Forse questo e’ un anno particolare, ma certo e’ che le nostre magliette estive non sembrano adeguate alla situazione. Dopo una notte fredda ed un mattino ancora piu’ freddo, ci mettiamo in marcia alla volta del paese dei campanelli. E’

tutta autostrada e nel giro di qualche decina di minuti entriamo in Olanda. Quel che colpisce immediatamente sono le strade che passano sotto i fiumi ed i canali.  E’ un paese pieno di acqua, fiumi, laghi, canali, stagni e autostrade molto veloci e pericolose, per via della segnaletica orizzontale  che trae in inganno.  Autostrade pieni di ponti ma anche di innumerevoli viadotti e

Kinderdijk

gallerie che passano sotto i canali.  Percorriamo il ring (la tangenziale) di Rotterdam e raggiungiamo Kinderdijk ove lungo gli argini di un canale sono presenti ben 12 mulini a vento, utilizzati in passato per sollevare l’acqua e bonificare la zona circostante. La visita di pochi minuti (il tempo di ammirare i mulini sotto un cielo plumbeo)  costa ben 7,5 euro di parcheggio. E’ solo un assaggio dei prezzi olandesi, che si rivelano ovunque piuttosto alti. Dopo i mulini ci incamminiamo verso Gouda. Arriviamo e parcheggiamo il camper su di una

 stradina che costeggia un canale. Oggi e’ giorno di mercato ed il mercato di Gouda e’ particolarmente noto per via dei personaggi in costume tradizionale che vendono il formaggio locale (il formaggio gouda, per l’appunto). Il mercato e’ pittoresco e le ragazze in costume aggiungono un ulteriore tocco di colore.  Non acquistiamo formaggio, poiche ne siamo pieni, ma prendiamo del merluzzo fresco fritto (ottimo) da una bancarella di rosticceria. Dopo il mercato raggiungiamo l’area di sosta (in Klein America, abbastanza vicino al centro) e nel pomeriggio torniamo in piazza per vedere lo Stadhuis (il vecchio palazzo comunale) con le finestre colorate, una torre appuntita  ed il solito tetto spiovente . Vediamo anche la chiesa di San Giovanni (Sint- Janskerk) che vanta delle spettacolari vetrate. Purtroppo la troviamo chiusa per cui ci sediamo ai tavoli di un caffe’ sulla piazza centrale e con una birra attendiamo l’ora del rientro. Sulla via del ritorno ci fermiamo in una pasticceria per prendere le stroopwafels, delle cialde allo sciroppo (piuttosto gustose) vanto della pasticceria locale.

Venerdi 12 luglio, Utrecht - 65 km

 In mattinata facciamo un altro giro in centro a Gouda, ove oltre al caffe’, servito con un poco di panna montata ed un paio di cialde allo sciroppo, prendiamo alcuni pacchetti di stroopwafels ed un po’ di frutta in un supermercato locale.  Ci incamminiamo quindi verso Utrecht ed abbiamo modo di sperimentare, ancora una volta, la pericolosita’ della

segnaletica orizzontale olandese. Il problema sono le uscite. Si viaggia sulla corsia di destra ed improvvisamente, senza aver cambiato corsia e senza apparenti segnalazioni,  ci si trova su di una corsia in uscita e questo impone un repentino cambio di corsia (a volte anche di due o tre corsie) con i conseguenti pericoli. Le auto inoltre viaggiano molto veloci, corrono perfino  i mezzi pesanti e questo rende le manovre ancora piu’ pericolose. Comunque, al di la della predetta pericolosita’, il navigatore ci porta quasi senza problemi ad Utrecht ed al campeggio (De Berekuil, in Arienslaan 5).  Il campeggio sorge in una zona verde, su di un isolotto in mezzo ai canali. E’ popolato da oche, anatre, folaghe e conigli che vengono a scavare vicino al camper ed innervosiscono la cagnolina. E’ anche abbastanza vicino al centro (poco piu’ di due km facilmente percorribili in bici).  Dopo pranzo lasciamo al cagnolina in camper e raggiungiamo il centro in bici. Il centro e’ affollato e vivace. Gli argini del canale vecchio sono colonizzati da bar e ristoranti alcuni dei quali sono in piena attivita’ nonostante siano solo  le 17. Nella zona centrale troviamo il duomo con l’imponente domtoren  un edifico o meglio una torre gotica, alta ben 112 metri e costruita nel 1350.

 Prima di tornare al camper ci fermiamo da strabuck ove oltre al caffe’ prendiamo le ormai onnipresenti stroopwafels e da JFK, la catena americana del pollo fritto. Questa sera cena a base di pollo fritto.

Sabato 13 luglio, Amsterdam – 54 km

(clicca qui' per guardare il film da 4 minuti)  In mattinata prendiamo le bici per andare in centro, ad Utrecht, con l’idea di fare colazione. Ormai conosciamo la strada ed il centro dista non piu’ di tre km dal campeggio. La cagnolina non sembra gradire l’idea di essere messa nel carrellino trascinato dalla bici (appena messa dentro ne e’ balzata fuori, rovesciando il carrellino e la bici) per cui la lasciamo in camper e ci avviamo senza di lei. Arriviamo verso le 9 e troviamo tutto chiuso. Oggi e’ sabato ed

Il waag

Un canale di Amsterdam

evidentemente i locali ieri sera sono stati aperti fino a tardi ed oggi nessuno ha voglia di svegliarsi. Verso le 9:30 scorgiamo, finalmente, un caffe’ con qualche tavolino all’aperto. Facciamo colazione, torniamo in camper lo sistemiamo per la partenza e ci incamminiamo alla volta di Amsterdam. Solite autostrade larghissime con la segnaletica ingannevole ma poco traffico. Arriviamo al campeggio verso mezzogiorno e litighiamo subito con una reception automatica, un computer che fa qualche domanda, assegna il posto, calcola il costo biglietto, prende il denaro e stampa un tesserino con un codice a barre che apre i cancelli. L’area di sosta (Amsterdam city camp, in papaverwer 50) e’ apparentemente nuova con spazio per una cinquantina di camper. Sorge sulla riva sud dell’enorme isola che costituisce l’olanda settentrionale. Siamo vicini al centro in linea d’aria ma da esso sepaati da un braccio del mare del nord. Per fortuna ad un paio di km di distanza c’e’ il terminal di un traghetto che gratuitamente porta alla stazione ferroviaria di Amsterdam, in pieno centro. Nel pomeriggio prendiamo il traghetto insieme alla cagnolina (anche il traghetto e’ da annoverare tra i mezzi di trasporto che non ama)  ed esploriamo le vie adiacenti alla stazione. Traffico caotico e biciclette ovunque. Per fortuna superata la strada che passa davanti ala stazione si trovano alcune vie pedonali. Sempre bici e molti pedoni, ma per fortuna niente auto. Negozi ovunque e molta animazione. Oltre ai soliti bar, risoranti e negozi di souvenir, vediamo negozi che vendono prodotti di dubbia liceita’ nel resto dell’europa. Sono i coffee shop, affollati di ragazzi ansiosi di procurarsi qualche spinello  in maniera quasi lecita. Ci sediamo ai tavolini di un caffe, prendiamo una birra guardiamo la gente che passa. Abbigliamento e acconciature improntate alla massima liberta’. Cosi’ tanta liberta’ che qualche volta sembra confondersi con sciatteria e sporcizia.  Verso le 17:30 decidiamo di rientrare ma prima ci fermiamo davanti ad una kebaberia. Questa sera cena a base di kebab.

Domenica 14 luglio – Amsterdam

 Ci svegliamo presto ed alle 8:30 siamo, con le nostre bici e senza la cagnolina,  davanti al molo di imbarco del traghetto per la stazione centrale. La prima corsa e’ alle 9:30 per cui ci sediamo ad aspettare. Non c’e nulla di aperto o meglio, un bar panetteria e’ aperto ma la macchina del caffe’ non funziona e cosi’ inganniamo l’attesa sbocconcellando una fetta di torta di mele. Una volta arrivati alla stazione giriamo a sinistra e vistiamo la parte Est della citta’. La citta’ vecchia. Vediamo immagini da cartolina: i canali, le imbarcazioni e le case che si affacciano sui canali. Non c’e’ traffico per cui si viaggia bene. Qualcuno ha paragonato Amsterdam a Venezia, ma e’ un paragone azzardato. Venezia e’ una citta’ solare, mediterranea e  colorata. Amsterdam e’ una citta’del nord, con gli edifici impreziositi da fregi e decorazioni ma irrimediabilmente tristi. Bruno e bordeaux sono i colori prevalenti. Le costruzioni di tre o quattro piani, con i tetti spioventi che le fanno sembrare ancora piu’ alte, gli alberi che fiancheggiano i canali e le strade strette impediscono al sole di arrivare a terra per cui il panorama e’ scuro, anzi grigiastro.   Chissa’ forse e’ colpa del tempo, grigio anche lui. Pedalando arriviamo al Waag, una porta fortezza, caratterizzata dai soliti campanili dal tetto conico.  Sotto c’e un mercatino delle pulci, per niente interessante ma circondato da locali con tavolini all’aperto. Ci sediamo per un caffe’ caldo e poi riprendiamo la visita dirigendoci verso la vecchia cattedrale. Senza volerlo attraversiamo il quartiere a luci rosse e lo troviamo piuttosto vivace, nonostante sia mattina. La vecchia cattedrale invece e’ una delusione. L’edifico e’ importante, ma e’ interamente circondato da viuzze (alcune delle quali con vistose ragazze in vetrina) che ne impediscono il colpo d’occhio. Giriamo ancora un poco e poi ci dirigiamo verso la stazione per il rientro. La cagnolina e’ sola da quattro ore e temiamo che abbia combinato qualche disastro in camper.  Al rientro vediamo che si e’ comportata benissimo, per cui domani resteremo fuori con un po’ meno apprensione.  Nel pomeriggio prendiamo le bici e giriamo le vie intorno al campeggio. Si tratta di una zona industriale che sfocia in un quartiere popolare, con graziose casette a schiera. Rientriamo costeggiando il canale del mare del nord, pieno di famigliole che fanno picnic sulle sue sponde erbose.

Lunedi’ 15 luglio – Amsterdam

Di nuovo in citta’ per visitare la parte a destra della stazione centrale Arriviamo in piazza Dam, vediamo il palazzo reale, la chiesa nuova e l’obelisco. Poi andiamo al mercatino di waterloplein e restiamo abbastanza delusi. A parte qualche bancarella nella quale si vendono  bulbi di tulipano, il

Amsterdam, lo stadhuis

Il rijksmuseum

 resto della mercanzia non e’ dissimile dalla solita mercanzia per tristi, fabbricata in cina e venduta in tutto il mondo. Sostiamo per qualche minuto ai tavolini di un caffe’ (ottimo il caffe’ che si beve in Olanda: lungo abbastanza per godere della bevanda, ma non cosi’ lungo da perdere aroma e sapore) e poi gi dirigiamo verso il waag. Qui’ troviamo un mercatino (finalmente!) nel quale acquistiamo frutta e verdura fresche a prezzi da gioielleria. Verso le 12 puntiamo verso la stazione e ritorniamo alla base.  Nel pomeriggio restiamo in periferia. Giriamo un po’ in bici finche’ non troviamo un piccolo supermercato. Entriamo piu’ per curiosita’ che per necessita e ci accorgiamo subito che si tratta di un market che vende essenzialmente prodotti turchi ed arabi. I prezzi sono oltremodo convenienti per cui prendiamo ancora un po’ di frutta ed un barattolo di olive e carote condite con olio e spezie. Mix di verdure che si rivelera’ poi piuttosto gradevole.

Martedi’ 16 luglio, Edam – 237 km

 In mattinata si torna  in citta’ per visitare il magere brug sull’Amstel,  il piu’ vecchio e famoso ponte levatoio della citta’. Lungo il percorso, proprio dietro il palazzo reale troviamo un vero supermercato locale. Non paghi della visita di ieri decidiamo di entrare e cercare di capire cosa si mangia in Olanda. Niente di troppo diverso da quel che troviamo nei nostri super, se

Edam, il mercato del formaggio

 non una certa enfasi sulle carni marinate (soprattutto pollo)  e sui vasetti di verdure preparate con diverse spezie. Notiamo anche un trionfo di condimenti per insalate ed un banco del pane piu’ che ben fornito. Il pane (ma soprattuto i croissant e la pasticceria da forno in genere) qui’ sembra essere un affare di stato. In effetti il pane e’ piuttosto buono ed i dolci sono un invito alla trasgressione.  Lasciamo il super e finalmente troviamo il ponte. Sosta, fotografie, caffe’ e finalmente prendiamo la via del ritorno con sosta di fronte al palazzo Nemo ed al museo navale.  Nel pomeriggio raggiungiamo Edam ed in serata visitiamo la cittadina. Graziosa ma niente di speciale. Cerchiamo un ristorante ma vediamo che i prezzi sono assolutamente impossibili poi finalmente troviamo una pizzeria, gestita da un immigrato italiano che ci propone due ottime pizze con acciughe ed olive nere. Il formaggio e’ l’olandese Edam (d’altra parte siamo ad Edam…) che si rivela piu’ che azzeccato.

  Mercoledi’ 17 luglio, Marken –19 km

 Questa mattina a Edam c’e’ il mercato del formaggio, una specie di rievocazione storica del vecchio mercato ad uso e consumo dei turisti. Piuttosto folkloristico e comunque godibile. Ragazze  vestite da olandesine, uomini vestiti da gondolieri veneziani (camicia bianca, pantaloni bianchi, cappello di paglia con striscia rossa o blu e fusciacca del medesimo

Marken

 colore), organetto meccanico animato, banda musicale, carretto pieno di formaggi trainato da un cavallo e cosi’ via.  Attorno alla piazza bancarelle per la vendita del formaggio a prezzi di affezione. Prendiamo comunque un pezzo di formaggio stagionato (che risutera’ poi piuttosto salato ma gustoso) e due tranci di salmone affumicato.  Nel pomeriggio raggiungiamo Marken, un’altra localita’ turistica  a pochi km da Edam. Sorge su di un’isoletta, ora collegata alla terraferma da un terrapieno  con un vasto parcheggio,anche per camper. La parte migliore di questa cittadina e’ senza dubbio il porticciolo di pescatori (o meglio ex pescatori), con le case in legno dipinto,  i ponti sui canali e la solita concentrazione di  locali per turisti. Ci sediamo ad uno di questi per un caffe’ ed una torta di mele arricchita con un po’ di panna montata per goderci il panorama e la brezza marina. Qui a Marken non posso fare a meno di  notare una strana e apparentemente inspiegabile situazione. Dunque anche qui’ come in gran parte dell’Olanda le terre sono al di sotto del livello del mare. La differenza di altezza la si nota semplicemente percorrendo gli argini che separano le terre dal mare: da una parte il mare e dall’altra la terra, ben piu’ in basso del mare. Ebbene queste terre, nonostante siano sotto il livello del mare, sono solcate da numerosi canali che trasportano acqua dolce. L’apparente mistero e’ quest’acqua dolce: non si comprende ne’ da dove venga ne’ dove vada, visto che sempre apparentemente,  non puo’ sfociare nel mare. Questo mistero, su scala ben maggiore, vale ovviamente per gran parte delle terre bonificate e quindi per quasi tutta l’Olanda.  Ma non solo, i due mari interni, enormi, su cui sfociano dei fiumi e sulle cui sponde sono edificate numerose citta’, Amsterdam compresa, sembrano a loro volta piu’ bassi del mare del nord. In realta’, al di la delle apparenze,  fiumi ed i canali interni sono, magari di poco, sopra il livello del mare cosi’ come e’ al ivello del mare uno dei due mari interni, quello che bagna Marken e Volendam, poiche’ e’ in diretta comunicazione con il mare nord (attraverso il braccio di mare cha passa da Amsterdam). Al di la di tutte queste elucubrazioni, girovagando per il porticciolo ho trovato un baracchino ove, oltre al solito pesce fritto, vendevano anche il pane con l’aringa, una tipica specialita’ locale. Ne ho presa una e l’ho trovata discreta, anche se non eclatante. Si tratta di un’aringa cruda (suppongo) spellata, pulita ed infilata in un panino morbido. E’ piu’ digeribile dell’aringa affumicata, e abbastanza saporita ma a mio avviso e apprezzabile ed apprezzata solo dagli amanti del pesce crudo.  

Giovedi’  18 luglio, Alkmaar – 59 km

 Lasciamo presto il campeggio e raggiungiamo Volendam. Parcheggiamo nel nuovo

Volendam

parcheggio per camper di Marina Park, una zona di recente urbanizzazione che si incontra prima di entrare in citta’, provenendo da Marken. E’ abbastanza presto (sono le 9 e qui’ sembra che nulla si muova prima delle 10 del mattino) ed il lungomare e’ deserto. C’e un bel sole ed una luce e che rende splendenti le casette e le barche del porticciolo. Credo che questa sia la piu’ importante o comunque una delle piu’ conosciute cittadine balneari

d’Olanda. Sul lungomare solita sfilata di negozi e bancarelle. Prendiamo un caffe’ e tiriamo tardi osservando le persone che passeggiano. Prima di tornare ci infiliamo in una pescheria del porto ove con pochi spiccioli ci riempiono di merluzzo fritto. Delizioso.  Nel pomeriggio arriviamo ad Alkmaar, una cittadina di medie dimensioni situata una trentina di km piu’ a nord. Parcheggiamo al camping Alkmaar, in Bergerweg 201. Usciamo subito e raggiungiamo il centro a piedi (poco piu’ di 2 km). Troviamo una chiesa piuttosto tozza e irrimediabilmente chiusa (sino ad ora non siamo mai riusciti a trovare una chiesa aperta), una via principale pedonale costellata di negozi e lo stadhuis, la vecchia casa comunale, con il campanile identico a quello della chiesa. Visti da lontano sembrano due campanili o comunque due torri del medesimo edificio.

Venerdi 19 luglio, Alkmaar

 Oggi e’ il giorno dell’ennesimo mercato del formaggio. La piazza e’ come al solito gremita di

Alkmaar, il mercato del formaggio

Il wang

turisti e da bancarelle ma questo mercato,a differenza dei precedenti, sembra essere un vero mercato all’ingrosso. Innanzi tutto vediamo i produttori arrivare al mercato trasportando le forme su barche ed i compratori che dopo averlo acquistato lo caricano su dei mezzi parcheggiati nelle vicinanze della piazza. A parte questo il rituale e’ identico: assaggio del formaggio da parte del compratore, definzione del prezzo con una contrattazione a base di parole e pacche sulle mani ed infine pesatura del formaggio acquistato. La pesatura e’ particolare per via del wang, la pesa pubblica situata in un elegante edificio tardogotico che domina la pazza del mercato e per via dei portatori, che anche qui’ sono vestiti come gondolieri veneziani, ma a differenza di quelli visti negli altri mercati, sono giovani e trasportano grosse forme di formaggio e non le piccole forme viste dalle altre parti.  Tornando ci fermiamo in una pescheria (un vero spettacolo) per prendere una vaschetta di insalata di aringa (pezzettini di aringa cruda mescolati ad pezzetti di bietole e maionese) ed una di sgombri (sgombri cotti spezzettati mescolati con cipolla cruda tritata e maionese).  Nel pomeriggio torniamo nuovamente in centro per un aperitivo e per vedere di nuovo la piazza ed il wang senza il chiasso e la folla del mercato.

Sabato 20 luglio, Leeuwarden – 110 km

Puntiamo a nord, verso la diga di Afsluitdijk, che separa il mare del nord dal mare interno

La diga di Afsluitdijk

dell’Olanda, con un dislivello, tra i due mari, di circa 10 metri. La diga e’ impressionate, e’ lunga 30 km ed e’ percorsa dall’autostrada che collega L’Olanda settentrionale con la Frisia.  Ci fermiamo in un punto di osservazione per scattare alcune foto e per prendere un caffe’. Giunti al bar vediamo dei dolcetti che sembrano ripieni di marmellata e ne prendiamo uno. Scopriremo poi che sono delle torte salate ripiene di formaggio

Formaggio fuso ancora caldo. Caffe’ con formaggio, un abbinamento barbaro!  Verso mezzogiorno raggiungiamo Leeuwarden ed il punto sosta (camping Taniaburg – vierhuisterweg 72), una vecchia fattoria un paio di km a nord della citta’ che si e’ riciclata in campeggio. Nel pomeriggio prendiamo le bici e facciamo un giro in citta’. Non troviamo nulla di interessante: una enorme chiesa gotica, una torre pendente incompiuta ed un canale  che, pur pittoresco, non e’ paragonabile ai canali delle altre citta’ viste sino ad ora.

 

Domenica 21 luglio, Colonia – 315 km

Leeuwarden, la torre pendente

(clicca qui' per guardare il film da 3 minuti) Lasciamo il campeggio campestre di Leuwarden e puntiamo a sud. C’e molto traffico (stranamente) e questo traffico intenso, forse vacanziero, ci accompagnera’ fino a Colonia. Attraversiamo la Frisia, il Drenthe, l’Overijussel ed entriamo in Germania. Il panorama cambia di poco mentre cambiano invece i cartelli stradali, meno fantasiosi e pittoreschi dei cartelli olandesi. In Germania i cartelli stradali sono infatti simili ai nostri, probabilmente adeguati alla normativa europea. Poco dopo mezzogiorno ci fermiamo in una affollatissima e sporchissima area di servizio (suppongo che questi ultimi due giorni abbiano lavorato

intensamente) ove facciamo il nostro primo incontro con la cucina da corsa tedesca. Wrustel da 30 cm e polpetta piuttosto saporita,  accompagnati da un’insalata di patate (patate lessate, tagliate fini e condite con yogurt (suppongo) ed erba cipollina. Verso le 14 siamo finalmente a Colonia e raggiungiamo l’area di sosta, in riva al Reno, sulla Niederland Ufer. L’area di sosta non e’ male, peccato che non sembra esistere la possibilita’ di fare rifornimento di acqua e questo per noi potrebbe essere un problema. Non ci facciamo angosciare dalla carenza di acqua e a meta’ pomeriggio usciamo per una camminata sulla riva del fiume. Raggiungiamo il duomo (3 km su di una bella via pedonale che  costeggia il Reno)

e ci sediamo ai tavolini di un caffe’ per una pausa. Beviamo una birra, ascoltiamo alcuni ragazzi che suonano dei brani classici, osserviamo le numerosissime persone che affollano la passeggiata e poi lentamente rientriamo.

 Lunedi 22 luglio, Colonia

Di primo mattino prendiamo le bici e andiamo alla scoperta della citta’. Arriviamo al duomo e restiamo subito delusi.  La vista del monumento e’ parzialmente coperta da edifici di recente costruzione, con qualche pretesa artistica ma stilisticamente incompatibili con il gotico del duomo. Non solo, la stazione ferroviaria, credo la piu’ importante della citta’, sorge accanto

Colonia, particolare del duomo

Il chiostro di santa maria in kapitol

al duomo, deturpandone la vista della parte posteriore. La parte anteriore invece si affaccia su di una piazza sufficientemente larga e profonda da lasciarne ammirare le torri. La citta’ forse distrutta durante l’ultima guerra e’ stata interamente ricostruita con edifici forse eleganti, ma nello stile che si usava negli anni 50 per cui, avendo comunque alcune vie pedonali abbastanza vivaci, nell’insieme la citta’ assomiglia piu’ ad un gigantesco centro commerciale che ad una localita’ ricca di storia. Visitiamo tre chiese e queste sembrano essere le uniche testimonianze del passato. Belle ma comunque contagiate dal virus della speculazione edilizia, tante’ che una di queste, Santa Maria in Kapitol,  bellissima e con un chiostro probabilmente del cinquecento, e’ parzialmente inglobata in un condomino che  la circonda e la sovrasta, avendo occupato addirittura lo spazio sopra una delle ali del chiostro.  Rientriamo quindi un poco delusi, non senza aver prima acquistato alcune boccette del famoso profumo che prende il nome dalla citta’.  In serata  ci rechiamo in un ristorante nei pressi del campeggio. Con un poco di difficolta’ riusciamo a farci capire ed a prendere un’insalata di pollo con verdure fresche (discreta) e dei wrustel affettati, scaldati e conditi con una salsa a base di pomodoro (forse ketchup) e curry (piatto alquanto originale per i nostri gusti).

Martedi’ 23 luglio  Cusano Milanino - 818 km

 Partiamo presto e puntiamo a sud. L’idea e’ quella di pernottare a Friburgo, ma arriviamo che sono appena le 14. Decidiamo quindi di proseguire pensando di fermarci in un’area di servizio svizzera. Ma l’area che scegliamo per la notte si rivela inospitale (sosta massima consentita: 4 ore) per cui ripartiamo e  siamo a casa nella prima serata.

Conclusioni

Si e’ trattato di un viaggio dal quale non mi aspettavo molto poiche’ mi ero fatta un’idea forse sbagliata dell’Olanda e del suo territorio. In realta’ ho scoperto un paese verde, tranquillo, ricco di acque e con alcuni monumenti (come ad esempio al diga di Afsluitdijk) assolutamente unici. Abbiamo percorso poco meno di 2600 km ed abbiamo speso circa 1500 euro, di cui almeno 700 per gasolio, autostrade e parcheggi.

 

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