Roma 3 - 8 dicembre 2004 - 1200 km  

 

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Diario

Questo non e’ un tour organizzato ma una gita con alcuni amici camperisti, conosciuti in occasione di precedenti viaggi.  

3 dicembre  

Ci mettiamo in moto verso le 9,30 e troviamo il solito traffico. Alle 11 siamo nei pressi di Piacenza. I tabelloni luminosi segnalano code tra Piacenza sud e Piacenza nord. Usciamo dall’autostrada e ci mettiamo sulla via emilia. Rientriamo a Fiorenzuola e viaggiamo senza troppi problemi sino a Rioveggio, ove ci fermiamo per colazione. Alla ripartenza troviamo due diverse code nei pressi di Barberino e solo verso le 16 riusciamo ad arrivare a Firenze. Filiamo via senza problemi sino a Roma. Qui’ ci immettiamo sul raccordo anulare e ci fermiamo, in coda, per circa un’ora.  Arriviamo finalmente all’uscita 18 e, mentre ci immettiamo sulla via Casilina, scorgiamo il camper di Franco, un compagno di viaggio di Livorno.  Ci posizioniamo dietro di lui, accendiamo il CB e sentiamo Annamaria che parla. Guardiamo meglio e ci accorgiamo di esserci infilati, per puro caso, in mezzo al gruppo di amici camperisti provenienti da Livorno. Saluti radiofonici e viaggio in fila indiana verso l’area di sosta. Arriviamo alle 19,30 scambiamo quattro chiacchiere con gli altri e ci infiliamo nei nostri camper per la cena. Dopo cena ci troviamo tutti da Pino per un caffe e un dolcetto. Chiacchieriamo e arriva subito mezzanotte.  

4 dicembre

Alle 8,30 ci troviamo ai cancelli dell’area di sosta e anticipiamo un po di soldi a Vittorio, un compagno di viaggio di Ferrara che ha accettato di fare il tesoriere del gruppo. Vittorio ci procura i biglietti e poco dopo siamo tutti in autobus, diretti alla conquista di Roma.  Gli autobus dell’Atac ci hanno trasportato diverse volte dal parcheggio al centro di Roma.  Girare non e’ stato facile. Il traffico e’ stato quasi sempre intenso e i tempi di trasferimento piuttosto lunghi.

 Visitiamo dapprima la mostra di Degas, allestita all’interno dell’altare della patria. La mostra e’ piuttosto ricca. Come tutte le mostre dedicate ad un solo artista molti quadri sono monotematici (nel nostro caso ballerine e cavalli) ma nel complesso la mostra e’ interessante. Sono presenti anche alcune statue in bronzo, fuse dopo la morte dell’artista. Non e’ invece presente la famiglia Belelli,  l’unica opera di Degas sulla quale Natale aveva un minimo di conoscenze. Visitiamo poi un pezzettino della mostra del risorgimento (gratuita,
 sempre all’interno dell’altare della patria) e quindi ci dirigiamo verso campo dei fiori per fare colazione. Campo dei fiori e’ una piazza, non tanto grande, dalla quale parte una via che porta a palazzo Farnese (ora ambasciata di Francia). La piazza e’ occupata dai banchetti del mercato ed e’ piuttosto affollata. Ci dividiamo in gruppi poiche’ non troviamo un locale abbastanza capiente (siamo in  tredici) e dopo colazione (un panino con bibita e caffe) passeggiamo un po’ per il centro.  Raggiungiamo piazza Navona ove, all’interno di palazzo Brasca, visitiamo la mostra ‘i papi in posa’. La mostra e’ composta, quasi esclusivamente, da quadri e statue di papi, a partire dal 1600.  All’uscita troviamo Pino (che ha terminato una riunione all’ACI), Nara e Vincenzo che nel frattempo ci hanno raggiunto. Andiamo a zonzo per la citta’: il Campidoglio, piazza Colonna, galleria Colonna, fontana di trevi, piazza di Spagna e via del corso. Sono ormai le 19. Prendiamo la metropolita e torniamo alla stazione termini ove prendiamo, non senza qualche difficolta’,  l’autobus che ci riporta all’area di sosta.  Alle 19,50 siamo nuovamente in camper, stanchi ma soddisfatti.  

5 dicembre

Ci svegliamo prestissimo e alle 8,30 siamo tutti in autobus diretti verso il Quirinale. Piove. Arriviamo e non c’e’ coda. Entriamo subito e visitiamo le stanze del primo (ed unico) piano del palazzo.  Alcune sale sono veramente grandi e tutte sono affrescate o ricoperte da arazzi. Nella visita si riconoscono due differenti stili, uno sobrio e imponente del periodo dei papi (grandi affreschi, colori smorzati o addirittura scuri, arazzi francesi) ed uno sfavillante e kitch del periodo dei Savoia: stucchi e cornici dorate, specchi, lampadari enormi e ricerca dello sfarzo, anche a costo del buon gusto. Verso le 10 usciamo dal Quirinale,

Anna all'interno del palazzo del Quirinale
foto di gruppo davanti al castello  
piove e ci ripariamo in un bar ove, tra caffe’ e panini, cincischiamo per un’oretta.  Alle 11 si decide di visitare la basilica di San Pietro  e dopo qualche perplessita’ ci si incammina. Impieghiamo circa un’ora per fare un paio di km. Quando arriviamo il papa e’ gia’ sparito (sembra si sia affacciato solo per pochi secondi) e la coda delle persone in attesa della visita alla basilica ci scoraggia. Attendiamo un po’, il tempo passa e arrivano subito le tredici. Rientriamo e alle 14 siamo al camper. Pranziamo, guardiamo un divertente film alla TV (Alfredo Alfredo, di Pietro Germi, con Dustin Hoffman, la Sandrelli e la Gravina) e arrivano le 17,30, ora per la quale ci si e’ 

accordati per tornare in citta’. Arriviamo in centro che e' ormai buio. Ci dirigiamo verso campo dei fiori poiche’ Annamaria vorrebbe assaggiare il baccala’ fritto di un ristoratore del luogo. Il negozio e’ chiuso e il gruppo ripiega su di una pizza. Il locale non e’ abbastanza capiente e pertanto noi,  Giancarlo e Maria ci infiliamo in un  bar/paninoteca ove ci portano un tagliere di salumi, formaggi, verdure, pane e vino. Dopo cena facciamo quattro passi in piazza Navona ove Natale trova il ‘pane giallo’ (fichi secchi, mandorle e altre amenita’ del genere) che divide con la compagnia.  Ricomincia a piovere e decidiamo di rientrare. All’arrivo sbagliamo la fermata e ci tocca fare un pezzo a piedi, sotto un’acqua torrenziale.  

6 dicembre  

Ci svegliamo tardi e raggiungiamo con una certa calma, i giardini di villa Borghese ove un areostato ci porta a 150 metri d’altezza. Da lassu' vediamo il panorama di Roma. Natale fa qualche ripresa senza pero’ esserne particolarmente soddisfatto. Dopo l’areostato ci dirigiamo a piedi verso la stazione termini (passando per via Veneto e via Bissolati) ove prendiamo il 

110, un autobus scoperto che ci porta a spasso per la citta. Dopo il giro il gruppo rientra al parcheggio mentre noi prendiamo un panino (pessimo) in un bar nei pressi della stazione. Rientriamo, ci riposiamo un po’, ci cambiamo e verso le sette ci mettiamo in marcia per raggiungere il ristorante ‘spirito di vino’ a trastevere. Siamo un po’ sfortunati con i mezzi poiche’ arriviamo senza troppi problemi alla stazione termini ma qui’ aspettiamo invano un autobus (la linea H) che dovrebbe portarci nei pressi del ristorante. Alla fine optiamo per una soluzione alternativa: prendiamo un autobus che ci porta  a trastevere e poi, su consiglio di Alfonsino, un amico romano, un tram che ci porta abbastanza vicino al ristorante. Il ristorante e’ particolare: il gestore ed il figlio si affrettano a spiegarci che e’ situato in un’antichissima dimora, risalente addirittura al 1020, che le cantine sono piene di ruderi romani e che la cucina e’ romana, tradizionale ed espressa.  Ci spiegano poi che piu’ che un ristorante e’ un’enoteca e che non e’ possibile, come di solito si fa nei normali ristoranti prendere il vino della casa. Ci portano un antipasto a base di trippa, sformato di cavoli (che chiamano frittata di cavoli) e focaccia salata farcita di ricotta. Seguono una minestrina di riso e verdura, un piatto di maccheroni con sugo a base di pomodoro, carote e sedano, un secondo composto da bocconcini di maiale in umido dal gusto inusuale (tra le spezie prevale il cumino) e una torta con crema (pasta frolla con una copertura simile alla panna cotta coperta da uno sciroppo a base d’arancia). Il tutto per 38 euro a persona, un vero ladrocinio!  Compreso nei 38 euro ci sono tre bottiglie (siamo in 15 e ci siamo evidentemente limitati) di montepulciano d’Abruzzo. La cena, iniziata verso le nove si trascina, per la lentezza della cucina, ben oltre la mezzanotte. Ad un certo punto, forse per un malinteso con il gestore, arrivano alcuni taxi pronti a riportarci al parcheggio. Interrompiamo bruscamente il dopo cena, paghiamo e corriamo via. In pochi minuti siamo alla base.

7 dicembre  

Ci svegliamo con calma e verso le nove ci muoviamo in direzione di villa Borghese. Annamaria ha prenotato l’ingresso in villa e, puntualmente, alle 11 entriamo. La villa, progettata intorno al 1500 con l’idea di farne una sorta di museo in cui conservare le opere d’arte del tempo e antecedenti, e’ piena di veri capolavori. Innumerevoli statue dell’eta’ imperiale (statue che non hanno nulla da invidiare alle statue greche), mosaici romani, quadri di pittori noti (Caravaggio, Perugino, Pomarancio, Tiziano, Rubens ed altri) e, sopratutto una notevole quantita’ di opere del Bernini: statue, ma anche quadri. Usciamo verso le 13, stanchi ma ancora una volta soddisfatti. La giornata si e’ messa al bello ed appare il sole. Ci dirigiamo  verso un self service interno
Al sole, nei giardini 
di Villa Borghese
 al parco e pranziamo su tavolini all’aperto, riscaldati dal sole. Verso le tre prendiamo un trenino che in venti minuti fa il giro del parco. Annamaria poi propone di passeggiare un po’ per Roma, guardare le vetrine e fare un po’ di shopping. Anna ed io decidiamo di tornare e alle 17 siamo a al parcheggio.  Verso le 19 arriva Annamaria, sola. Si era separata dal gruppo per visitare alcuni negozi che Pino e gli altri non ritenevano interessanti.  Poco dopo essersi allontanata si e’ accorta di essere senza denaro e senza biglietto dell’autobus. Ha dovuto quindi dire addio al progettato shopping e tornare al parcheggio. Piu’ tardi arriva Pino, visibilmente preoccupato.  In serata ci troviamo con Vincenzo, Giancarlo e Maria per una veloce visita ai filmini delle ultime escursioni e uno sguardo all’architettura dell’album fotografico.  

8 dicembre

Ultimo giorno. Ci prepariamo con calma e verso le 10 e ci mettiamo in marcia per tornare a casa. Ci accodiamo al gruppo diretto a Livorno (Pino, Franco, Giancarlo e Alberto) e, durante il percorso facciamo una sosta ‘tecnica’ (panini e salsiccia) al borgo di Santa Severa. Si tratta di un borgo medioevale, ben conservato (o ben restaurato) che sorge in riva al mare. All’interno del borgo, proprio al limite del mare, sorge una torre difensiva, tonda, caratterizzata da un ponticello che unisce la parte alta alla torre di un vicino castelletto.  Piove a tratti e la giornata e’ piuttosto grigia. Ci rimettiamo in marcia ma ci fermiamo quasi subito per una seconda ‘sosta tecnica’

Santa Severa
 al ristorante ‘Brizzi’ ove, per una cifra assolutamente corretta, gustiamo alcuni piatti a base di pesce. Verso le 15 usciamo dal ristorante, sazi, felici e con un ritardo pazzesco sulla tabella di marcia. Pino decide di fermarsi per un pisolino. Noi proseguiamo. Facciamo un centinaio di chilometri insieme ai tre compagni di viaggio poi ci lasciamo in prossimita’ di un distributore. Il tempo continua ad essere grigio ma il viaggio prosegue senza problemi. Superiamo Livorno e Parma e, poco dopo le nove, siamo a casa.  
Natale nel museo di Santa Severa

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