8/06/06 – 18/07/06  Russia e 
Repubbliche Baltiche - 8500 km  
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  • Altri film del viaggio: film da cinque in buona qualita' video:


  • a606 Slovacchia,
     Polonia e Bielorussia


    A606 San Pietroburgo


    A606 Mosca e Novgorod


    A606 Paesi baltici



    A606 Russia, Anello d'oro


    A606 Danzica e Berlino
  • Diario

    Il tour e’ organizzato dall’agenzia San Pietroburgo, un’agenzia russa specializzata in viaggi in Bielorussia e Russia. Anna ha ritenuto il viaggio troppo pesante ed ha deciso di non partecipare. Viene quindi Daniele, che sembra piuttosto interessato.

    8 giugno

    Partiamo a meta’ mattinata. Il tempo e’ bello, Daniele guida per il 50% del tempo. A meta’ pomeriggio siamo al Tarvisio (luogo ipotizzato per la prima sosta). Poiche’ e’ ancora piuttosto presto decidiamo di proseguire.  Passiamo la frontiera con L’Austria ed arriviamo a Graz. Parcheggiamo lungo una strada tranquilla, alla periferia della citta’. Dopocena andiamo a fare quattro passi in centro. Graz e’ una bella citta’, con palazzi ottocenteschi alcuni dei quali arricchiti da torri decorate. Dopo il giro, verso le 11 di sera, riprendiamo l’autostrada e pernottiamo nel parcheggio di una stazione di servizio.  

    9 giugno  

    Proseguiamo verso nord est. Superiamo Vienna e passiamo senza problemi la frontiera con la Slovacchia. Giriamo intorno a Bratislava e ci dirigiamo a nord, verso Zilina. Durante la pausa pranzo lasciamo inavvertitamente acceso il fornello e abbassiamo il vetro di copertura. Dopo qualche minuto il vetro esplode riempendo il camper di schegge. Per fortuna sul vetro c’era un panno che ha assorbito gran parte delle schegge dirette verso la dinette, ove eravamo seduti. Spendiamo parecchio tempo per pulire il mezzo. Le schegge di vetro si sono infilate dappertutto e, nonostante l’accurata pulizia, per  
    Rep. Slovacca - Zilina 
    alcuni giorni continueremo a trovarne. Riprendiamo il viaggio e proseguiamo verso nord. Sostiamo a Trencin e la visitiamo (un piccolo centro di provincia, con una via pedonale e alcuni palazzi con facciate decorate).  Arriviamo a Zilina, ci fermiamo nei pressi dello stadio. Dopo cena facciamo quattro passi: citta’ graziosa, con un centro pedonale, una grande piazza e due negozi di articoli eleganti.  

    10 giugno

    Attraversiamo la frontiera con la Polonia (su di un passo montano, molto freddo) e filiamo verso Cracovia. La strada e’ bella e non ci sono problemi. Come gia’ accaduto in un precedente viaggio restiamo colpiti dalla differenza tra i due paesi: in Slovacchia case dignitose ma povere, in Polonia strade un po’ piu’ larghe, casette con piccoli giardini ordinati e fioriti. In generale si ha l’impressione che in Polonia ci sia un tenore di vita leggermente superiore. Prima di arrivare a Carcovia ci fermiamo per una pausa. Quando rimettiamo in moto sentiamo una specie di ronzio: sembra che si sia gustato un rele’ dell’impianto elettrico della cellula. Cerchiamo un elettrauto ma non ne troviamo. Ci infiliamo nel deposito di autobus della locale azienda di trasporto urbano. L’elettricista dell’azienda forte della sua attrezzatura (una lampadina attacata ad un filo di rame) sale sul camper, guarda il groviglio di fili vicino alla centralina, utilizza la sua attrezzatura come tester ed infine ci fa capire che va tutto bene, semplicemente sembra mancare il collegamento a massa. Ispeziona la batteria di servizo, muove il cavo nero (il negativo) e il problema si risolve. Ringraziamenti, mancia e ripartenza. A Cracovia imbocchiamo facilmente la tangenziale e in pochi minuti  superiamo la citta’ e filiamo verso nord. A meta’ pomeriggio troviamo Osvaldo e Daniele D.B., due compagni di viaggio contattati prima di partire. Proseguiamo insieme verso Terespol, luogo di formazione della carovana. Passiamo la notte a Grojec, una squallida cittadina ad una trentina di km da Varsavia. Parcheggiamo nella piazza principale che, se non altro, e’ bene illuminata. La cittadina e’ priva di centro storico. E’ sabato sera e l’unica visibile attivita’ e’ composta da frotte di giovani in fila davanti ad una bottega che vende alcolici.

    11 giugno   

    Daniele D.B., il compagno di viaggio incontrato ieri, ci lascia perche’ vuole fare una capatina  a Varsavia. Noi e Osvaldo proseguiamo invece per Terespol.  Affrontiamo la strada numero 50 (60 km di cantiere) e quindi la numero 2 (la strada che collega Brest a Varsavia, il tratto locale della Mosca-Berlino). E’ domenica ma la strada (una corsia 

    Polonia - Siedlce il palazzo della posta
    per senso di marcia) e’ comunque affollata da Tir che corrono e che spesso ci sorpassano sostiamo a Siedlce (una cittadina con una chiesa ed un palazzo ottocentesco) e verso le 16 siamo a Terespol. Troviamo il parcheggio (grazioso, con l’erba appena tagliata) e ci sistemiamo. Sono gia’ arrivati altri compagni di viaggio. La giornata e’ bella fa caldo e tutto va per il meglio. Usciamo, troviamo un negozio aperto e prendiamo una confezione di pesciolini marinati in una salsa rossastra (che si rivelera’ poi dolciastra e disgustosa).
    12 giugno

    Giornata libera. C’e il sole, si sta bene  e decidiamo di visitare Biala Podlaska, una piccola citta’ di provincia  ad una tentina di Km da Terespol. Andiamo alla stazione, guardiamo gli orari dei treni e decidiamo di andare con il camper. La citta’ e’ piccola: una piazza ben tenuta, un piccolo corso pedonale e tre chiese. In serata conosciamo Ugo e Veronica, le nostre guide (un ragazzo pugliese che ha deciso di lavorare in Russia e una ragazza Bielorussa). Ugo tiene una soporifera riunione di circa due ore, illustra alcuni aspetti del viaggio, incassa i soldi e ci da appuntamento per l’indomani alle 7,30. Prima di lasciarci estrae a sorte i numeri dei camper. A noi tocca il numero 9 (di 16).  

    13 giugno  

    Polonia - Terespol il parcheggio
    Bielorussia - Brest: il benvenuto
    Inizia il tour. Il primo impatto e’ con la frontiera Polacco/Bielorussa ove, nonostante l’impegno dei nostri accompagnatori, dobbiamo sostare per cinque ore. Subito dopo la frontiera 
    banconota da 50 rubli bielorussi, con la stella in cemento della fortezza
    siamo a Brest, citta’ di confine. Fa caldo ed e’ ancora abbastanza presto. Ci sistemiamo nel parcheggio dell’Hotel Inturist (che con una piccola cermonia a base di  pane, sale e vodka ci da’ il benvenuto) e quindi Ugo ci porta a visitare la fortezza: un complesso militare che, nell’ultima guerra oppose una forte resistenza all’invasione tedesca. Sceneggiatura in stile sovietico, bandiere, inni, appelli alla mobilitazione, enorme stella in cemento ed ancora piu’ grande monumento ai caduti. In serata cena russa all’hotel Inturist. Una vera delusione: un’insalata con qualche pezzetto di pomodoro e formaggio, un brodino leggero, una crepes di verdure che racchiude qualche boccone di carne di manzo cotto con le cipolle, un caffe’ e una tortina cremosa. Dopo cena quattro passi negli enormi viali della citta’.

    14 giugno  

    Giornata di sole. Partiamo verso le 9 e prendiamo una strada (un’autostrada) in discrete condizioni. corriamo sul filo dei 100 e tra gli ultimi camper c’e’ qualcuno che si lamenta. Rallentiamo un po’ e il viaggio diventa piu’ godibile. Sostiamo a Mir, pranziamo, visitiamo la citta’ ed il castello (una costruzione rinascimentale, ora in restauro) e quindi riprendiamo la marcia. Durante il viaggio vediamo parecchie cicogne planare in uno stagno o camminare dietro un carro agricolo. 
    Bielorussia - Mir: il castello
    Minsk: la piazza principale
    Attraversiamo infine una zona paludosa ove un cartello (anche in inglese) ci dice di stare attenti alle rane. A Minsk parcheggiamo in pieno centro, sotto il palazzo del governo. Siamo nel cortile (nell’oratorio) dell’unica chiesa cattolica della citta’. Minsk e’ una capitale: grandi palazzi, viali larghi, estrema pulizia (abbiamo visto dei netturbini muovere i cespugli di un’aiuola alla ricerca di mozziconi di sigaretta), poco traffico e molti giovani seduti sulle panchine e intenti a bere birra. Il sole ormai scende tardi (alle undici di sera c’e’ ancora luce) e sale presto. Le giornate sono sempre piu’ lunghe.  
    15 giugno

    Giornata di trasferimento. Partiamo presto. Veronica (la guida bielorussa) ci lascia ed il suo posto viene preso da Sergio, un ragazzo ucraino che parla un discreto italiano.  Nel corso delle operazioni di uscita dalla citta’ il camper numero 13 subisce un tamponamento. Niente di grave ma l’incidente mette in luce la scarse capacita’ di Ugo come capo carovana, che ritiene possibile guidare il gruppo precedendolo su di un’auto priva di CB (c’e’ voluto piu’ tempo 

    Russia - Smolensk: Motel Phoenix
    per mettersi in contatto con lui che per risolvere l’incidente). Riprendiamo la marcia mantenendo una velocita’ massima di circa 90 km/ora. Arriviamo alla frontiera e mentre pranziamo le nostre guide si incaricano di svolgere le pratiche doganali. Ripartiamo verso le 16 (le 17 in Russia) e siamo a Smolensk poco prima delle 18. Ci sistemiamo in un parcheggio per Tir, lontano dalla citta’ ma vicino ad un hotel Inturist (motel Phoenix), pomposo nel nome ma cadente nell’aspetto.  

    16 giugno  

    Russia: il mercato del pesce affumicato, nei pressi della citta' di Gagarin 
    Giornata di trasferimento. Pioviggina. Partiamo presto e verso le 11 siamo nei pressi della citta’ di Gagarin. Ci fermiamo in un parcheggio ove parecchi banchetti vendono pesce affumicato. Ci sono tanti tipi di pesce. Noi prendiamo un pezzo di storione: circa mezzo chilo per 200 rubli (poco piu’ di 6 euro) e allestiamo un pranzo a base di pane nero (procurato da Ugo) burro e storione affumicato (ottimo). Nel pomeriggio raggiungiamo Mosca e, attraverso un incredibile traffico, arriviamo al parcheggio (una pista di pattinaggio sul ghiaccio, temporaneamente inutilizzata 
    per questioni climatiche), situato a nord est della citta’.  Dopo cena usciamo. Visitiamo il parco Sokolniki, pieno di ragazzi che bevono birra o mangiano un gelato. Rientriamo che e’ ormai mezzanotte ma con il cielo ancora chiaro.  

    17 giugno

    Giornata di visita. La nostra guida locale, una ex ballerina di danza classica che parla un accettabile italiano, ci carica su di un torpedone (internamente adornato da tende e tendine che coprono ogni possibile pertugio) e ci porta nei pressi del cremlino. Entriamo, visitiamo due chiese mirabilmente affrescate, assistiamo l cambio della guardia ed e’ gia’ ora  di pranzo. Pranziamo in un ristorante turistico che si atteggia a ristorante tipico: pareti

    Mosca: attori nei pressi del cremlino
     affrescate, ciotole in legnoe cameriere in una specie di costume tradizionale, con le gonne che finiscono parecchio sopra il ginocchio.  Il 
    Mosca: il parcheggio
    Russia: carta telefonica
    pranzo e’ comunque ok: insalata di rapanelli cetrioli e pomodori, zuppa piccante con  pesce, cipolle e cetrioli in salamoia, pasticcio di funghi e carne in salsa rosa adagiati su di una base di pasta sfoglia, gelato e caffe.  Nel pomeriggio abbiamo un po’ di tempo libero e facciamo quattro passi all’interno dei magazzini Gum: un centro commerciale che occupa uno dei lati della piazza rossa. Verso sera raggiungiamo (sempre in torpedone) una collina da cui si gode il panorama della citta’.   
    18 giugno

    Secondo giorno di escursioni a Mosca. Verso le 9 raggiungiamo, con la metropolitana, il museo Puskin e lo visitiamo. Il museo contiene, oltre una grande raccolta di quadri di pittori impressionisti, anche le copie di alcune famose opere d’arte. Riconosciamo molte copie di capolavori italiani, tra cui il David, la statua equestre di Bartolomeo Colleoni, alcune maiolioche dei della Robbia ed il monumento sepolcrale di Beatrice d’Este e Ludovico il Moro. Il pezzo forte sono ovviamente i quadri degli impressionisti: e’ un tripudio di Monet, Degas e Matisse.

    Mosca: Daniele sulla piazza rossa
    Ci sono anche un paio di Van  Gog e Picasso. Dopo il museo visitiamo la cattedrale di Cristo Salvatore, costruita in 5 anni. Imponente, con le cupole dorate e gli interni finemente decorati. Nel pomeriggio, verso le cinque, giro in battello sulla Moskva e quindi cena in un ristorante  Ucraino (zuppa con panna acida, involtino di verza e carne ricoperto sempre da panna acida). Dopo cena visitiamo la stazione della transiberiana, piena di gente in attesa di salire su di un treno per un viaggio, anche di 10 giorni e, per finire, la stazione Komsomoskaia, una delle piu’ belle e famose stazioni della metropolitana di Mosca.  
    Mosca: locandina del ristorante Ucraino

    19 giugno

    Giornata libera. Ci alziamo tardi, telefoniamo a casa e quindi ci avviamo verso la via Arbat, la via pedonale di Mosca. Bancarelle, negozi per turisti e ristoranti. Pranziamo in 

    un Mc Donald e, sulla via del ritorno, comperiamo un acquarello che rappresenta una chiesa ortodossa innevata. Visitiamo quindi il mercato di Bax  e torniamo alla base. In serata arrivano altri sette camper italiani (ieri erano arrivati una decina di francesi) e il parcheggio si riempie.

    20 giugno

    Giornata di sole, caldo e umidita’. Iniziamo il tour 

    Mosca: un falconiere all'interno del cremlino
    Suzdal: particolare di una casa in legno
    dell’anello d’oro. Usciamo lentamente da Mosca e ci dirigiamo a nord est. Sostiamo a Vladimir (due chiese del 1200) e  quindi  raggiungiamo Suzdal, citta’ di chiese e monasteri. Visitiamo un monastero, ex campo di prigionia per gli ufficiali italiani e la citta’ (una lunga passeggiata a piedi). In serata raggiungiamo un ristorante ove ci viene servito il solito piatto iniziale di verdure crude (pomodori, cetrioli e cipolle), una terrina caldissima, con dentro un mix di formaggio, patate e carne (ottimo) e, per finire, crepes al miele.  
    21 giugno

    Giornata di trasferimento. Da Suzdal a Jaroslav passando per Kostroma. Strade pessime, caldo e umidita’. A Kostroma (il punto piu’ a est del nostro viaggio: 41 gradi di latitudine est) visitiamo il mercato coperto: una serie di edifici, lunghi e bassi, all’interno dei quali si aprono alcune botteghe. Arriviamo a Jaroslav (300.000 abitanti) in serata. Il termometro segna 34 gradi, a mezzanotte non e’ ancora buio e la luce ritorna poco dopo le tre del mattino.  

    22 giugno

    Jaroslav: il parcheggio

    Giornata pesante. Al mattino alle 10 ci sono gia’ 32 gradi. Ci avviamo a piedi verso il cremlino locale (nulla di speciale). Saliamo su di una torre da cui godiamo il panorama della citta’ e del Volga, un fiume enorme. Raggiungiamo quindi il porto fluviale, pranziamo (pizza ai cetrioli) e nel primo pomeriggio ci imbarchiamo su di un battello di linea che tocca alternativamente, le due rive del fiume. Quasi ovunque frotte di bagnanti e bancarelle che vendono gelati (l’acqua del fiume e', per la verita’, poco invitante poiche’, forse a causa il fondo sabbioso, e piuttosto scura). Durante il tragitto si rompe un manicotto in uno dei due motori del battello. Nessun problema: il macchinista prende un tubo di gomma da un pollice, ne taglia un pezzo lungo una decina di centimetri e, con due fascette stringitubo, ripara il motore. Durante la navigazione incrociamo alcune navi da crociera (alte quattro piani), un paio di chiatte che trasportano una sostanza gialla (zolfo?) e perfino una petroliera che, a quanto abbiamo capito, sta trasportando petrolio dal mar Caspio (circa 3000 km piu’ a sud) ad una raffineria locale. Ugo dice che tramite il Volga, alcuni canali ed altri fiumi piu’ a nord, e’ possibile navigare fino a San Pietroburgo e che, anzi, esistono agenzie di viaggio che organizzano crociere tra Mosca a San Pietroburgo.  Dopo la minicrociera raggiungiamo a piedi la cattedrale di Sant’Elia le cui pareti interne (come in quasi tutte le chiese ortodosse) sono interamente coperte da affreschi.

     Raggiungiamo poi il mercato coperto ove, in un caldo soffocante, Ugo ci intrattiene nei pressi di un banchetto di spezie (gestito da una giovane donna uzbeca) e vicino ad un altro banchetto ove vendono cibi cotti dall’aspetto e da sapore sconosciuti (assaggiamo qualcosa che, a detta di Ugo, dovrebbe essere un’alga proveniente dal mare di Ohotsk, a nord del Giappone).  

    23 giugno  

    Giornata afosa. Facciamo tappa a Rostov ove visitiamo il cremlino, grande e recentemente restaurato poi, fuori programma, visitiamo Boris Aglebskij una cittadina al cui interno sorge un cremlino abbandonato nel quale alcuni palazzi, ormai quasi fatiscienti, sono stati trasformati in abitazioni di fortuna. Arriviamo infine a Pereslav, citta’ natale di Alexander Nevsky (eroe nazionale). Visitiamo una chiesa e il monastero femminile ove molti nostri compagni di viaggio vengono benedetti da un pope (una croce tracciata, con un 

    Rostov: il cremlino

    pennello unto d’olio, sulla fronte di ognuno). Passiamo la notte nel parcheggio di un albergo abbastanza recente ma gia’ in decadenza (questa in Russia e' una costante: nelle citta’ di provincia e nelle periferie delle grandi citta’  capita di vedere grandi palazzi, anche recenti, privi di manutenzione e quindi con vetri rotti, lampade sporche o non funzionanti, grondaie in pezzi, macchie di umidita’ e muri scrostati).  

    24 giugno

    Ci fermiamo a Sergej Posad, sede di un grande complesso monastico (in passato sede del patriarca russo): chiese, giardini, fontane e frotte di turisti (anche stranieri, ma soprattutto russi). In serata arriviamo a Tver, una cittadina in riva al Volga, sulla strada che da Mosca conduce a San Pietroburgo. Pernottiamo all’ostello Sputnik, una specie di campeggio che ha conosciuto tempi migliori: tutto il complesso (bar ristorante, bungalow e sentieri) e’ in degrado: edifici cadenti, erba alta e sporcizia. Ci dicono che il Volga e’ a circa due km di distanza. Indossiamo il costume e, muniti di asciugamano raggiungiamo il fiume. Le rive sono occupate da famigliole intente a cuocere polli e salsicce su improvvisati BBQ. Le acque sono scure e tiepide. Azzardiamo un tuffo ed una nuotatina, poi ci asciughiamo al sole e torniamo al campo. Durante il percorso di ritorno inizia a piovere. In pochi secondi la pioggia si trasforma in un temporale. Il sentiero sabbioso si riempie di melma e procediamo con fatica. Ci bagnamo, ci sporchiamo le gambe e quando finalmente  arriviamo al camper ci accorgiamo di aver lasciato i lucernai e le finestre aperte. Il camper all’interno e’ un disastro: frammenti di foglie dappertutto, rivoli d’acqua entrati dalle finestre scorrono (e macchiano) la tappezzeria mentre dai lucernai entra altra acqua che bagna il letto ed il tappeto del corridoio. Ci vuole almeno un’ora per portare il mezzo in una situazione di quasi normalita’. L’acqua scesa sul letto ha bagnato il piumone ma ha lasciato solo qualche traccia di umidita’ sul materasso. Cambiamo il piumone (per fortuna ne abbiamo portati due di scorta), asciughiamo il pavimento, raccogliamo i frammenti di foglie e cerchiamo di pulire, per quanto possibile, le tracce scure sulle pareti.

    25 giugno

    Giornata di trasferimento. Il tempo e’ incerto e si viaggia abbastanza bene. Percorriamo la M10, una strada pericolosissima, a causa del traffico, del fondo stradale e della viabilita’: tre corsie, una per ogni senso di marcia ed una, centrale, riservata ai sorpassi. Gli automobilisti (e i camionisti) russi filano via veloci e su 370 km di strada contiamo, in punti diversi, numerosi incidenti recenti o recentissimi: quattro o cinque auto fracassate e tre mezzi pesanti ribaltati, tra cui un’ autocisterna finita fuori strada, bruciata e ancora fumante. Verso le 18 arriviamo a Novgorod e parcheggiamo nel cortile dell’Hotel Inturist.

    26 giugno

    Novgorod: il ponte pedonale all'uscita del cremlino

    In mattinata un torpedone ci porta fuori citta’ ove, in un grande spiazzo di terreno, e’ stato allestito il museo delle antiche abitazioni in legno. Gli edifici sono originali, trasportati qui’ da varie parti della Russia. Visitiamo una chiesa risalente al XVI secolo e un’isba, una abitazione rurale, autosufficiente e apparentemente abbastanza confortevole. In tarda mattinata visitiamo la citta’. Novgorod, sul fiume Volhov, e’ la piu’ antica citta’ russa. Ha un cremlino ellittico, ben tenuto, al cui interno e’ presente un grandioso monumento in bronzo dedicato ai mille anni della Russia. Tra le chiese una, in particolare, e’ 

    ornata da un portale composto da 26 formelle di bronzo costruite, nel XIII secolo, a Magdeburgo. Il cremlino ha due porte d’accesso: una sulla citta’ ed una sul fiume. La porta sul fiume conduce ad un grande ponte pedonale in pietra che ricorda, vagamente, i ponti in pietra cinesi. Finita la visita entriamo in un ristorante ove ci viene servito il solito pasto russo: verdure crude iniziali (questa volte arricchite da un pezzo di merluzzo fritto), minestra di pesci e patate, un’ustionante terrina contenente un miscuglio di patate, carne e formaggio e, per finire, crepes al miele. Nel pomeriggio riprendiamo la marcia ed in serata raggiungiamo San Pietroburgo, il punto piu’ a nord del nostro viaggio (siamo sul 60° parallelo). Anche in questa occasione Ugo dimostra scarse capacita’ di guida: ci conduce attraverso una citta’ trafficatissima ad una velocita’ troppo elevata e senza fornire indicazioni radio. Presto la carovana si divide in vari tronconi e gli ultimi, privi di indicazioni e senza contatto visivo con il troncone precedente, si perdono e sono costretti a fermarsi. Perdiamo circa un’ora ma alla fine i dispersi vengono ritrovati e ricondotti al resto della carovana che nel frattempo si era fermata.  Arriviamo infine al parcheggio: un’area sportiva nella zona sud della citta’, abbastanza vicina ad una stazione della metropolitana.

    27 giugno

    San Pietroburgo: Hermitage: amore e psiche 
    Primo giorno a San Pietroburgo. La nottata e’ stata brevissima (non piu’ di due ore di semioscurita’) e la giornata si preannuncia piovigginosa. Un torpedone ci porta all’Hermitage ed iniziamo una cavalcata di due ore tra splendori di ogni tipo. I quadri e le statue presenti in questo museo sono per quantita’ e bellezza, tali da far impallidire altri blasonati musei: oltre ad una ricchissima collezione di quadri di impressionisti abbiamo visto svariati Picasso, decine di capolavori di maestri italiani del rinascimento (tra cui anche un paio di quadri di Leonardo) ed altre

     decine di capolavori di maestri francesi, spagnoli e fiamminghi. La cosa che piu’ colpisce e’ l’apparente assenza (o quasi) di sistemi di allarme. abbiamo addirittura scattato un paio di foto appoggiati alla base di due famose statue del Canova (Amore e Psiche e le Tre Grazie). C’e’ da chiedersi se, come gia’ al museo Puskin, gli oggetti esposti non siano in realta' che delle copie. Dopo oltre due ore (ed una incredibile folla di visitatori) siamo esausti e, pur consapevoli di aver visto solo una piccola parte del museo, usciamo e ci infiliamo in un ristorante (verdure crude con panna acida, zuppa di cavoli e, per finire, riso con carne, funghi e curry). Nel pomeriggio il torpedone ci accompagna in una soporifera visita alla citta’.

    28 giugno

    Giornata nuvolosa. Cominciamo con la visita alla residenza invernale degli zar, un palazzo enorme, tipo Versailles, colorato di bianco e azzurro. Stucchi, dorature,  quadri e mobili

    antichi.Una novita’ rispetto ad altri palazzi reali visitati in passato e' la presenza, in quasi tutte le sale, di enormi stufe rivestite di piastrelle di ceramica decorata. Le stufe sono costruite in modo da poter essere alimentate dal piano sottostante (ove, probabilmente, sono situati i locali di servizio). Visitiamo anche la famosa camera d’ambra: una stanza le cui pareti sono interamente ricoperte da tasselli di ambra sistemati in modo da rappresentare, con le varie tonalita’ dell’ambra, motivi geometrici e decorazioni di vario tipo (in partica un grande mosaico composto da tessere d’ambra). 
    San Pietroburgo

    Pranziamo in un ristorante vicino alla reggia (solite verdure crude condite con panna acida, brodo di cavoli e rape, crepes ripiene di funghi e pollo al curry, gelato e caffe’). Nel pomeriggio escursione alla residenza estiva. Non visitiamo la reggia ma ci limitiamo ai giardini, pieni di fontane e scherzi d’acqua. I giardini confinano  a nord con il Baltico e, quasi senza accorgercene, ci troviamo di fronte al mare, in questa zona grigio e poco invitante. 

    29 giugno

    Giornata fredda e nuvolosa. Lascio dormire Daniele e mi avvio, con gli altri, a visitare un paio di chiese. Una, particolarmente grande, e’ sormontata da una enorme cupola e ricorda, almeno nelle dimensioni interne, la basilica di San Pietro. Visitiamo anche 

    San Pietroburgo: l'incrociatore aurora
    l'incrociatore Aurora che ha una storia piuttosto interessante: costruito negli ultimi anni del 1800 ha portato aiuto ai terremotati di  Messina e ha poi servito gli zar sino al momento in cui, sparando il primo colpo di  cannone contro il palazzo d’inverno, diede inizio alla rivoluzione d’ottobre. Distrutto nel corso dell’ultima guerra, e’ stato ricostruito ed ora e’ un museo galleggiante. Nel pomeriggio giro in battello tra i canali della capitale imperiale che, in alcuni punti (per la verita’ pochi) potrebbe ricordare Venezia. La gita e’ inusuale: il battello lungo e basso, passa a malapena sotto i ponti bassi che,
    numerosi, collegano le varie isole della citta'. Dire che San Pietroburgo assomiglia a Venezia e’ eccessivo ma la citta’, vista dai canali, e’ bella e suggestiva. In serata tutti al ristorante per la cena di fine tour. La cena, decisamente sopra la media (verdure miste, crepes con uova di salmone, salmone dorato con riso e verdure, torta alla gelatina di frutta e caffe’), e’ accompagnata da musica dal vivo e da uno spettacolo di cantanti e ballerini in costume che interpretano alcune famose canzoni popolari russe. Dopo cena si tira tardi facendo un’escursione (in pullman) sul lungomare (piuttosto affollato). Verso l’una del mattino ci troviamo nei pressi dell’hermitage per assistere all’apertura dei ponti sulla Neva.
    San Pietroburgo: La locandina del locale notturno
    San Pietroburgo: foto di gruppo

    30 giugno

    Giornata libera.  Ci alziamo tardi e troviamo il sole (a quanto sembra piuttosto raro a queste latitudini). Ne approfittiamo per fare un salto in citta’. Pranziamo da Mc Donald (meglio non rischiare), raggiungiamo la Prospettiva Nevskj e la percorriamo. Si tratta di una via grande e lunga, piena di palazzi ottocenteschi, chiese, traffico, negozi e persone. A meta’ pomeriggio torniamo alla base e ci riposiamo.  

    1 Luglio 

    Giornata di sole. Lasciamo la Russia. Raggiungiamo Ivangorod, attraversiamo la frontiera e ci troviamo a Narva, in Estonia. Il gruppo si frantuma. Alcuni partono subito altri non sanno cosa fare. Noi ce la prendiamo comoda e, insieme a Daniele D.B. e ad Osvaldo, decidiamo di visitare Tallin. Ci mettiamo in marcia, raggiungiamo il Baltico, visitiamo uno dei tanti promontori che si incontrano lungo la costa e infine arriviamo a Tallin. Cerchiamo e troviamo il parcheggio dell’hotel Peoleo, a sud ovest della citta’, sulla strada per Parnu. Al parcheggio troviamo altri compagni di viaggio e, in serata ne arriveranno altri ancora. Alla fine, senza che ci fossimo dati alcun appuntamento, ci ritroviamo in 10 equipaggi.  

    2 luglio  

    Giornata di sole. Oggi visitiamo Tallin. Siamo in 24 (21 camperisti italiani e tre francesi) e attendiamo un minibus per la citta’. Quando arriva e’ gia’ parzialmente occupato. Entriamo comunque tutti (qualcuno resta in piedi) e arriviamo in citta’. Tallin e’ diversa dalle citta’ russe. E’ decisamente una citta’ nord europea: domina il gotico  (persino il municipio e’ in stile) e le case hanno tetti molto spioventi. Gironzoliamo un po’ per la citta’, visitiamo un paio di chiese (nulla di speciale), saliamo sulla collina Tompee ed osserviamo il panorama.  Ci infilamo in un fast food,  pranziamo e per le tre del pomeriggio siamo 

    Estonia - Tallin: le torri che delimitano l'ingresso alla citta' vecchia

    di nuovo al parcheggio. Passiamo il resto del pomeriggio e la serata con i compagni di viaggio. In serata Daniele, in uno dei suoi momenti ‘neri’ getta via tutte le sue medicine.

    3 luglio

    Siamo costretti a rientrare precipitosamente poiche’ Daniele, decidendo di interrompere le cure, ha creato un problema e vorremmo evitare crisi in territorio estero. Salutiamo tutti e ci mettiamo in marcia. Verso mezzogiorno Daniele mostra segni di ravvedimento. Recuperiamo un paio di confezioni di medicine (prudentemente sistemate nel gavone) e tutto torna normale. Ce la prendiamo quindi comoda. Entriamo in Lettonia e ci fermiamo in prossimita’ di una spiaggia, ad una ventina di km da Riga. Prendiamo il sole e Daniele azzarda qualche tuffo nel Baltico. Quando torniamo alla base ritroviamo Daniele D.B. e Osvaldo che, passando avevano visto il nostro camper parcheggiato. Siamo felici dell’incontro e riprendiamo la marcia in compagnia. Arriviamo a Riga e troviamo posto in un parcheggio in prossimita’ degli hangar dei dirigibili zepelin (ora trasformati in mercato coperto).  In serata siamo ospiti di Daniele D.B. (ottima cena) e quindi facciamo quattro passi nel vicino centro cittadino.

    4 luglio

    Ancora sole. Visitiamo Riga e la troviamo notevolmente diversa da Tallin: innanzitutto e’ piatta  ed e’ apparentemente piu’ estesa. Il centro storico, con i suoi edifici gotici, assomiglia a quello di altre capitali del nord ma, ogni tanto, incontriamo qualche edifico riccamente decorato (un mix tra liberty, neoclassico e barocco). Si tratta di edifici Jugendstil, lo stile architettonico che, agli inizi del 1900, prese piede in questa parte di Europa. Visitiamo infine un quartiere composto quasi esclusivamente  da edifici jugenstil. E’ un trionfo di decorazioni: volti umani e animali, colonne, foglie intrecciate e persino leoni di pietra troneggiano sulle torri e sulle facciate dei palazzi. Nel pomeriggio ci dividiamo. Noi giriamo a nord ovest,

    Lettonia: Riga: chiesa evangelica luterana
    Lettonia - Kuldiga: un cottage dell'agriturismo
     per raggiungere Kuldiga, nella penisola Curlandese  mentre Osvaldo e Daniele D.B. si dirigono a sud, verso la collina delle croci. Ci diamo appuntamento per il 6 luglio al campeggio di Nida.  
    kuldiga: tessitura del lino

    Raggiungiamo Kuldiga (tre ore di viaggio) e troviamo ospitalita’ in uno splendido agriturismo che ha, come altri ospiti, un paio di cartografi lettoni incaricati di  verificare l’attendibilita’ delle mappe stradali. In serata scambiamo quattro chiacchiere, in uno stentato inglese, con Alexander, uno dei due cartografi.

    5 luglio 

    Visitiamo Kuldiga (una pittoresca citta’ lettone) e sostiamo per qualche minuto all’interno di una piccolissima azienda tessile ove alcune signore tessono, ancora con telai a mano, tessuti in lino. Ci mettiamo quindi in marcia verso sud. superiamo Liepaja, la frontiera con la Lituania e sostiamo a Palanga per fare un po’ di provviste e per visitare la citta’. Palanga e’ una citta’ balneare che assomiglia molto alle citta’ della riviera adriatica: pianeggiante, piena di alberi e di basse costruzioni. La via principale che collega la statale al mare, e’ pedonale, affollata di turisti e di bancarelle. La spiaggia, infine, e’ pulita, con molti bagnanti e stabilimenti balneari. Il mare e’ piuttosto scuro ma i vacanzieri (locali e non) non se ne curano molto. Riprendiamo la marcia, raggiungiamo Klapeida e da qui', non senza qualche difficolta', prendiamo il traghetto per Neringa. Neringa e’ una penisola lunga una cinquantina di km e larga non piu’ di due km. Nasce a sud, dalla Russia di Kaliningrad e si protende verso nord sino quasi a toccare Klapeida. 

    Klapeida: il traghetto per Neringa
     Il braccio di mare che la separa da Klapeida e’ largo non piu’ di 500 metri, un tratto brevissimo che il traghetto compie in pochi minuti. Questa penisola chiude quindi un lungo tratto di mare formando una laguna, sporca e paludosa, sulla quale si affacciano i paesi rivieraschi lituani situati a sud di Klapeida. L’ingresso nella penisola e’ piuttosto costoso (sempre in proporzione ai redditi locali): 30 euro per il traghetto

     e 15 euro di tassa governativa. Una volta entrati il panorama cambia radicalmente: pini mediterranei, boscaglia e lungo l’unica strada che porta al confine con la Russia di Kaliningrad, piccoli e pittoreschi paesi costieri, con le case in legno dipinte di bianco e di azzurro. In un parcheggio lungo la strada vediamo un gruppo di camper.  Ci fermiamo e incontriamo, ancora una volta, i nostri compagni di viaggio del tour russo (non Osvaldo e Daniele D.B., con i quali l’appuntamento e’ per l’indomani). Saluti e abbracci. Loro sono in partenza mentre noi siamo appena arrivati. Riprendiamo quindi la marcia sino al campeggio di Nida ove riusciamo, fortunosamente, a trovare un posto.      

    6 luglio 

    Giornata di sole e di mare. La spiaggia e’ di sabbia finissima ed il mare, nella parte esterna, aperta sul Baltico, e’ pulito, poco salato e non troppo freddo. Prendiamo il sole, facciamo il bagno e ci riposiamo.

    7 luglio 

    Osvado e Daniele D.B. non ci hanno raggiunti (verremo poi a sapere che, una volta giunti al campeggio, non sono riusciti ad entrare) e quindi noi ci rimettiamo in marcia.  Ci trasferiamo da Neringa a Trakay, 350 km che percorriamo con tranquillita’. Entriamo in Lituania e, una volta giunti a Trakay troviamo posto nell’unico campeggio della zona, affollato di turisti tedeschi, francesi e olandesi. E’ presto ed il campeggio e' situato, tanto per cambiare, in riva ad un laghetto. Ne approfittiamo per rinfrescarci e prendere ancora un po’ di sole. 
    Lituania - Trakay: il castello
    Lituania - Kaunas: la cattedrale ortodossa

    8 luglio

    Giornata di visite. Trakay, antica capitale della Lituania e’ molto piccola: offre un castello, in gran parte ricostruito, un paio di chiese e qualche statua in legno. Vilnius, vicinissima a Trakay, e’ invece piuttosto estesa. Sorge su sei o sette colline. Camminiamo per due ore, visitiamo un paio di chiese barocche, un’isola pedonale (non interessante) e pranziamo, malissimo, in un locale con i tavolini all’aperto. Prima di sera siamo a Kaunas e ci sistemiamo in un parcheggio in centro, sorvegliato e tranquillo.  

    9 luglio  

    Kaunas   e' una strana citta’ (anche questa ex capitale) con un lungo viale, in gran parte pedonale, che collega la zona nuova e la cattedrale orotodossa (a est della citta’) alla zona vecchia ad ovest. La piazza principale, ad ovest della citta' al termine della via pedonale, comprende il municipo gotico e una chiesa barocca, cattolica. Prendiamo una funicolare (biglietto 15 centesimi di euro!) e saliamo su di una collinetta

    con la speranza di ammirare il panorama della citta’. Speranza vana, alberi ed edifici popolari impediscono la vista. Torniamo al camper e riprendiamo il cammino. Superiamo la frontiera con la Polonia ed in serata siamo a Micolajki, cittadina balneare sui laghi Masuri, gia’ visitata nel corso del tour dello scorso anno. Troviamo un campeggio (il Vagabunda, ben tenuto e a buon prezzo)  ed usciamo per cenare. Prendiamo una pizza 

    (discreta)  e quindi ci sediamo ai tavoli di un locale all’aperto per assistere alla finale della coppa del mondo. Vicino a noi siedono un gruppo di polacchi che indossano magliette azzurre e che, ogni tanto, tra una birra e l’altra, gridano forza Italia (Berlusconi sara’ arrivato anche qui’?). Al termine della partita, nel momento dei rigori decisivi, esultiamo solo noi: i nostri amici polacchi, ormai ubriachi, dormono sonoramente con la testa appoggiata ai tavoli.

    10 luglio

    Giornata calda. Al mattino la temperatura, all’interno del camper, raggiunge rapidamente i 34 gradi. Scendiamo alla spiaggia ci sistemiamo sotto un albero e ci addormentiamo. Ogni tanto ci svegliamo, facciamo un tuffo e torniamo a dormire. 

    11 luglio 

    Giornata di trasferimento. Ce la prendiamo comoda e nel pomeriggio raggiungiungiamo Danzica e il campeggio gia’ occupato in occasione del precedente viaggio in Polonia. Ci sistemiamo, facciamo un po’ di spesa e dopo cena raggiungiamo la spiaggia. Si sta predisponendo il telone per un film all’aperto. Assistiamo alle prime scene del film (ovviamente in polacco) e poi torniamo al camper.  

    12 Luglio 

    Giornata di visita. Il tempo sembra incerto e quindi sistemiamo i kway nello zaino e partiamo alla scoperta 

    Polonia - Danzica
    della citta’. Prendiamo il tram che passa appena fuori dal campeggio e raggiungiamo il centro. Facciamo quattro passi nella via pricipale, sulla quale si affacciano palazzi seicenteschi finemente decorati (in realta’ interamente ricostruiti nel dopoguerra). Saliamo su di una torre e ammiriamo il panorama. Ora, finalmente, riusciamo a comprendere la struttura della citta: ad una grande via centrale larga e pedonale, si affiancano  numerose vie secondarie, parallele e perpendicolari alla via centrale e in fondo, verso il mare, si intravvede il quartiere vecchio, con una grande struttura in legno che racchiude un enorme paranco adibito al carico ed allo scarico dei galeoni. Le case che sorgono lungo la via principale hanno tetti spioventi e facciate decorate mentre le case delle vie scondarie hanno sempre
    Danzica: la struttura di carico dei galeoni 

    tetti spioventi ma sono meno vistose. Tutto sommato una citta’ piacevole, con case in stile nordico, piuttosto belle e tali da far pensare ad un certo benessere. Pranziamo in un locale sulla via principale e quindi torniamo al campeggio. Daniele si addormenta quasi subito mentre io esco per una passeggiata sul mare e nella pineta vicina al campeggio.  

    13 luglio

    Giornata di trasferimento: una lunga cavalcata (oltre 500 km) da Danzica a Berlino. Qualche volta su strade scadenti ma piu’ spesso su strade larghe e ben asfaltate. Entriamo in Germania e, arrivati a Berlino, troviamo facilmente il parcheggio: un’area attrezzata, pulita e ben tenuta (A111, uscita Tegel / Waidmannluster).  

    14 luglio   

    Giornata coperta e afosa. Visitiamo la citta’. Facciamo un biglietto giornaliero per la metropolitana e scendiamo a Friederichstrasse. Appena usciti vediamo la mole (a forma di puntale di albero di natale) del Fernsehturm (la torre TV costruita nella ex Berlino  est). 

    Berlino: biglietto metropolitana
    Ci avviamo  a piedi per raggiungere la torre. Berlino e’ una citta’ enorme: quasi 43 km di larghezza e 25 di lunghezza. Il centro e’ altrettanto grande. Camminiamo molto, saliamo e scendiamo dalla metropolitana, percorriamo la Unter der Linden (la via piu’ famosa della citta)  e vediamo da vicino il Fernsehturm sul quale pero’ non saliamo a causa della enorme coda di visitatori, Alexanderplatz, il duomo, la porta di Brandeburgo, Postadmmer platz, il palazzo del Reich,  il check point Charlie, alcuni resti del muro e parte del parco cittadino. 
    Berlino. in posa davanti ai resti del muro

    15 luglio 

    Ci dirigiamo verso sud. Sostiamo a Dresda e incocciamo nei festeggiamenti per gli ottocento anni della citta’. Dresda e’ una citta’ bella e sconosciuta: il centro storico e’ composto da edifici tardo medioevali (ricostruiti nel dopoguerra), tutti ben tenuti. Suggestivo il panorama che si gode dalla sponda destra del fiume Elba. La festa ha riempito le strade di bancarelle, giocolieri, cantanti, personaggi in costume e, soprattutto, turisti. C’e’ un’aria un po’ confusa, da festa paesana, con il profumo dei tortelli fritti che si mescola a quello dei wurstel. Nel pomeriggio riprendiamo la marcia ed in serata siamo a Norimberga. Parcheggiamo lungo un viale periferico e raggiungiamo il centro della citta’. Anche questa e’ una citta’ inaspettata: il centro, tutto pedonale, e’ percorso da una miriade di piccole vie piene di botteghe e vetrine. E’ l’ora della passeggiata e tutte le vie sono affollate da giovani che passeggiano e chiacchierano mangiando gelati e patatine. Una grande chiesa gotica occupa il centro di una bella piazza con edifici ottocenteschi. Torniamo al camper, raggiungiamo l’autostrada e ci fermiamo in un’area di sosta per cenare e pernottare.

    Dresda: i festeggiamenti per gli 800 anni della citta'
    Norimberga

    16 Luglio   

    Riprendiamo la marcia. Ormai sentiamo aria di casa. In mattinata raggiungiamo l’Austria, arriviamo a Innsbruck ed entriamo in Italia dal Brennero. Siamo a casa a meta’ pomeriggio.

    Qualche commento

    Il viaggio, abbastanza lungo, e’ stato piuttosto interessante. Abbiamo percorso 8500 km attraversando nove paesi. Abbiamo speso, in tutto 3700 euro di cui 1500 per l’organizzazione. Lasciando perdere il comportamento della nostra guida, l’organizzazione si e’ rivelata abbastanza efficiente. Quasi ovunque abbiamo trovato parcheggi sicuri, con possibilita’ di carico, scarico ed elettricita’. A Mosca e a San Pietroburgo abbiamo trovato guide preparate e lungo tutto il percorso ristoranti quasi sempre decenti. Il giro, pur lungo, non e’ stato particolarmente faticoso; a parte il  caldo soffocante (non addebitabile all’organizzazione) i trasferimenti si sono rivelati quasi tutti abbastanza leggeri ed in ogni caso, anche i percorsi piu’ lunghi sono stati spezzati da pause frequenti e sufficientemente lunghe.

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