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Diario Il tour e’ organizzato dall’agenzia San Pietroburgo, un’agenzia russa specializzata in viaggi in Bielorussia e Russia. Anna ha ritenuto il viaggio troppo pesante ed ha deciso di non partecipare. Viene quindi Daniele, che sembra piuttosto interessato. |
8
giugno
Partiamo
a meta’ mattinata. Il tempo e’ bello, Daniele guida per il 50% del
tempo. A meta’ pomeriggio siamo al Tarvisio (luogo ipotizzato per la
prima sosta). Poiche’ e’ ancora piuttosto presto decidiamo
di proseguire. Passiamo la frontiera con L’Austria ed
arriviamo a Graz.
Parcheggiamo lungo una strada tranquilla,
alla periferia della citta’.
Dopocena andiamo a fare quattro passi in centro. Graz e’ una bella
citta’, con palazzi ottocenteschi alcuni dei quali arricchiti da torri
decorate. Dopo il giro, verso le 11 di sera, riprendiamo l’autostrada e
pernottiamo nel parcheggio di una stazione di servizio. 9
giugno |
alcuni
giorni continueremo a trovarne.
Riprendiamo il viaggio e proseguiamo
verso nord. Sostiamo a Trencin e la visitiamo (un piccolo centro di
provincia, con una via pedonale e alcuni palazzi con facciate decorate).
Arriviamo a Zilina, ci fermiamo nei
pressi dello stadio. Dopo cena facciamo quattro passi: citta’ graziosa,
con un centro pedonale, una grande piazza e due negozi di articoli eleganti. 10
giugno Attraversiamo la frontiera con la Polonia (su di un passo montano, molto freddo) e filiamo verso Cracovia. La strada e’ bella e non ci sono problemi. Come gia’ accaduto in un precedente viaggio restiamo colpiti dalla differenza tra i due paesi: in Slovacchia case dignitose ma povere, in Polonia strade un po’ piu’ larghe, casette con piccoli giardini ordinati e fioriti. In generale si ha l’impressione che in Polonia ci sia un tenore di vita leggermente superiore. Prima di arrivare a Carcovia ci fermiamo per una pausa. Quando rimettiamo in moto sentiamo una specie di ronzio: sembra che si sia gustato un rele’ dell’impianto elettrico della cellula. Cerchiamo un elettrauto ma non ne troviamo. Ci infiliamo nel deposito di autobus della locale azienda di trasporto urbano. L’elettricista dell’azienda forte della sua attrezzatura (una lampadina attacata ad un filo di rame) sale sul camper, guarda il groviglio di fili vicino alla centralina, utilizza la sua attrezzatura come tester ed infine ci fa capire che va tutto bene, semplicemente sembra mancare il collegamento a massa. Ispeziona la batteria di servizo, muove il cavo nero (il negativo) e il problema si risolve. Ringraziamenti, mancia e ripartenza. A Cracovia imbocchiamo facilmente la tangenziale e in pochi minuti superiamo la citta’ e filiamo verso nord. A meta’ pomeriggio troviamo Osvaldo e Daniele D.B., due compagni di viaggio contattati prima di partire. Proseguiamo insieme verso Terespol, luogo di formazione della carovana. Passiamo la notte a Grojec, una squallida cittadina ad una trentina di km da Varsavia. Parcheggiamo nella piazza principale che, se non altro, e’ bene illuminata. La cittadina e’ priva di centro storico. E’ sabato sera e l’unica visibile attivita’ e’ composta da frotte di giovani in fila davanti ad una bottega che vende alcolici. 11
giugno Daniele D.B., il compagno di viaggio incontrato ieri, ci lascia perche’ vuole fare una capatina a Varsavia. Noi e Osvaldo proseguiamo invece per Terespol. Affrontiamo la strada numero 50 (60 km di cantiere) e quindi la numero 2 (la strada che collega Brest a Varsavia, il tratto locale della Mosca-Berlino). E’ domenica ma la strada (una corsia |
siamo a Brest, citta’ di
confine. Fa caldo ed e’ ancora abbastanza presto. Ci sistemiamo nel
parcheggio dell’Hotel Inturist (che con una piccola cermonia a base di
pane,
sale e vodka ci da’ il benvenuto) e quindi Ugo ci porta a visitare
la fortezza: un complesso militare che, nell’ultima guerra oppose una
forte resistenza all’invasione tedesca. Sceneggiatura in stile sovietico,
bandiere, inni, appelli alla mobilitazione, enorme stella in cemento ed
ancora piu’ grande monumento ai caduti. In serata cena russa all’hotel
Inturist. Una vera delusione: un’insalata con qualche pezzetto di pomodoro
e formaggio, un brodino leggero, una crepes di verdure che racchiude
qualche boccone di carne di manzo cotto con le cipolle, un caffe’ e una
tortina cremosa. Dopo cena quattro passi negli enormi viali della citta’. 14
giugno |
per mettersi in contatto con lui che per risolvere
l’incidente). Riprendiamo la marcia mantenendo una velocita’ massima
di circa 90 km/ora. Arriviamo alla frontiera e mentre pranziamo le nostre
guide si incaricano di svolgere le pratiche doganali. Ripartiamo verso le 16
(le 17 in Russia) e siamo a Smolensk poco prima delle 18. Ci
sistemiamo in un parcheggio per Tir, lontano dalla citta’ ma vicino ad un
hotel Inturist (motel Phoenix), pomposo nel nome ma cadente nell’aspetto. 16
giugno |
per questioni climatiche), situato a nord est della citta’.
Dopo cena usciamo. Visitiamo il parco Sokolniki, pieno di ragazzi che
bevono birra o mangiano un gelato. Rientriamo che e’ ormai mezzanotte ma
con il cielo ancora chiaro. 17
giugno Giornata di visita. La nostra guida locale, una ex ballerina di danza classica che parla un accettabile italiano, ci carica su di un torpedone (internamente adornato da tende e tendine che coprono ogni possibile pertugio) e ci porta nei pressi del cremlino. Entriamo, visitiamo due chiese mirabilmente affrescate, assistiamo l cambio della guardia ed e’ gia’ ora di pranzo. Pranziamo in un ristorante turistico che si atteggia a ristorante tipico: pareti |
Mosca: attori nei pressi del cremlino | affrescate, ciotole in legnoe cameriere in una specie di costume tradizionale, con le gonne che finiscono parecchio sopra il ginocchio. Il | Mosca: il parcheggio |
19
giugno Giornata libera. Ci alziamo tardi, telefoniamo a casa e quindi ci avviamo verso la via Arbat, la via pedonale di Mosca. Bancarelle, negozi per turisti e ristoranti. Pranziamo in |
Giornata pesante. Al mattino alle 10 ci sono gia’ 32 gradi. Ci avviamo a piedi verso il cremlino locale (nulla di speciale). Saliamo su di una torre da cui godiamo il panorama della citta’ e del Volga, un fiume enorme. Raggiungiamo quindi il porto fluviale, pranziamo (pizza ai cetrioli) e nel primo pomeriggio ci imbarchiamo su di un battello di linea che tocca alternativamente, le due rive del fiume. Quasi ovunque frotte di bagnanti e bancarelle che vendono gelati (l’acqua del fiume e', per la verita’, poco invitante poiche’, forse a causa il fondo sabbioso, e piuttosto scura). Durante il tragitto si rompe un manicotto in uno dei due motori del battello. Nessun problema: il macchinista prende un tubo di gomma da un pollice, ne taglia un pezzo lungo una decina di centimetri e, con due fascette stringitubo, ripara il motore. Durante la navigazione incrociamo alcune navi da crociera (alte quattro piani), un paio di chiatte che trasportano una sostanza gialla (zolfo?) e perfino una petroliera che, a quanto abbiamo capito, sta trasportando petrolio dal mar Caspio (circa 3000 km piu’ a sud) ad una raffineria locale. Ugo dice che tramite il Volga, alcuni canali ed altri fiumi piu’ a nord, e’ possibile navigare fino a San Pietroburgo e che, anzi, esistono agenzie di viaggio che organizzano crociere tra Mosca a San Pietroburgo. Dopo la minicrociera raggiungiamo a piedi la cattedrale di Sant’Elia le cui pareti interne (come in quasi tutte le chiese ortodosse) sono interamente coperte da affreschi. |
pennello unto d’olio, sulla fronte di ognuno). Passiamo la notte nel parcheggio di un albergo abbastanza recente ma gia’ in decadenza (questa in Russia e' una costante: nelle citta’ di provincia e nelle periferie delle grandi citta’ capita di vedere grandi palazzi, anche recenti, privi di manutenzione e quindi con vetri rotti, lampade sporche o non funzionanti, grondaie in pezzi, macchie di umidita’ e muri scrostati). 24
giugno Ci
fermiamo a Sergej Posad, sede di un grande complesso monastico (in
passato sede del patriarca russo): chiese, giardini, fontane e frotte di
turisti (anche stranieri, ma soprattutto russi). In serata arriviamo a Tver,
una cittadina in riva al Volga, sulla strada che da Mosca conduce a San
Pietroburgo. Pernottiamo all’ostello Sputnik, una specie di campeggio che
ha conosciuto tempi migliori: tutto il complesso (bar ristorante, bungalow e
sentieri) e’ in degrado: edifici cadenti, erba alta e sporcizia.
Ci dicono che il Volga e’ a circa due km di distanza. Indossiamo il
costume e, muniti di asciugamano raggiungiamo il fiume. Le rive sono
occupate da famigliole intente a cuocere polli e salsicce su improvvisati
BBQ. Le acque sono scure e tiepide. Azzardiamo un tuffo ed una nuotatina,
poi ci asciughiamo al sole e torniamo al campo. Durante il percorso di
ritorno inizia a piovere. In pochi secondi la pioggia si trasforma in un
temporale. Il sentiero sabbioso si riempie di melma e procediamo con fatica.
Ci bagnamo, ci sporchiamo le gambe e quando finalmente
arriviamo al camper ci accorgiamo di aver lasciato i lucernai e le
finestre aperte. Il camper all’interno e’ un disastro: frammenti di
foglie dappertutto, rivoli d’acqua entrati dalle finestre scorrono (e
macchiano) la tappezzeria mentre dai lucernai entra altra acqua che bagna il
letto ed il tappeto del corridoio. Ci vuole almeno un’ora per portare il
mezzo in una situazione di quasi normalita’. L’acqua scesa sul letto ha
bagnato il piumone ma ha lasciato solo qualche traccia di umidita’ sul
materasso. 25
giugno Giornata di trasferimento. Il tempo e’ incerto e si viaggia abbastanza bene. Percorriamo la M10, una strada pericolosissima, a causa del traffico, del fondo stradale e della viabilita’: tre corsie, una per ogni senso di marcia ed una, centrale, riservata ai sorpassi. Gli automobilisti (e i camionisti) russi filano via veloci e su 370 km di strada contiamo, in punti diversi, numerosi incidenti recenti o recentissimi: quattro o cinque auto fracassate e tre mezzi pesanti ribaltati, tra cui un’ autocisterna finita fuori strada, bruciata e ancora fumante. Verso le 18 arriviamo a Novgorod e parcheggiamo nel cortile dell’Hotel Inturist. 26 giugno |
ornata da un portale
composto da 26 formelle di bronzo costruite, nel XIII secolo, a Magdeburgo.
Il cremlino ha due
porte d’accesso: una sulla citta’ ed una sul fiume. La porta sul fiume conduce ad un grande ponte pedonale in pietra che ricorda, vagamente, i
ponti in pietra cinesi. Finita la visita entriamo in un ristorante ove ci
viene servito il solito pasto russo: verdure crude iniziali (questa volte
arricchite da un pezzo di merluzzo fritto), minestra di pesci e patate,
un’ustionante terrina contenente un miscuglio di patate, carne e formaggio
e, per finire, crepes
al miele. Nel pomeriggio riprendiamo la marcia
ed in serata raggiungiamo San Pietroburgo, il punto piu’ a nord del
nostro viaggio (siamo sul 60° parallelo). Anche 27 giugno |
decine di capolavori di maestri francesi, spagnoli e
fiamminghi. La cosa che piu’ colpisce e’ l’apparente assenza (o quasi)
di sistemi di allarme. abbiamo addirittura scattato un paio di foto
appoggiati alla base di due famose statue del Canova (Amore e Psiche e le
Tre Grazie). C’e’ da chiedersi se, come gia’ al museo Puskin, gli
oggetti esposti non siano in realta' che delle copie. Dopo oltre due ore (ed
una incredibile folla di visitatori) siamo esausti e, pur consapevoli di
aver visto solo una piccola parte del museo, usciamo e ci infiliamo in un
ristorante (verdure crude con panna acida, zuppa di cavoli e, per finire,
riso con carne, funghi e curry). Nel pomeriggio il torpedone ci accompagna
in una soporifera visita alla citta’. 28
giugno Giornata nuvolosa. Cominciamo con la visita alla residenza invernale degli zar, un palazzo enorme, tipo Versailles, colorato di bianco e azzurro. Stucchi, dorature, quadri e mobili |
Pranziamo in un ristorante vicino alla reggia (solite verdure crude condite con panna acida, brodo di cavoli e rape, crepes ripiene di funghi e pollo al curry, gelato e caffe’). Nel pomeriggio escursione alla residenza estiva. Non visitiamo la reggia ma ci limitiamo ai giardini, pieni di fontane e scherzi d’acqua. I giardini confinano a nord con il Baltico e, quasi senza accorgercene, ci troviamo di fronte al mare, in questa zona grigio e poco invitante. 29
giugno Giornata fredda e nuvolosa. Lascio dormire Daniele e mi avvio, con gli altri, a visitare un paio di chiese. Una, particolarmente grande, e’ sormontata da una enorme cupola e ricorda, almeno nelle dimensioni interne, la basilica di San Pietro. Visitiamo anche |
1
Luglio Giornata
di sole. Lasciamo la Russia. Raggiungiamo Ivangorod, attraversiamo la
frontiera e ci troviamo a Narva, in Estonia. Il gruppo si
frantuma. Alcuni partono subito altri non sanno cosa fare. Noi ce la
prendiamo comoda e, insieme a Daniele D.B. e ad Osvaldo, decidiamo di
visitare Tallin. Ci mettiamo in marcia, raggiungiamo il Baltico, visitiamo
uno dei tanti promontori che si incontrano lungo la costa e infine arriviamo
a Tallin. Cerchiamo e troviamo il parcheggio dell’hotel Peoleo, a
sud ovest della citta’, sulla strada per Parnu. Al parcheggio troviamo
altri compagni di viaggio e, in serata ne arriveranno altri ancora. Alla
fine, senza che ci fossimo dati alcun appuntamento, ci ritroviamo in 10
equipaggi. |
di nuovo al parcheggio.
Passiamo il resto del pomeriggio e la serata con i compagni di viaggio. In
serata Daniele, in uno dei suoi momenti ‘neri’ getta via tutte le sue
medicine. 3
luglio Siamo
costretti a rientrare precipitosamente poiche’ Daniele, decidendo di
interrompere le cure, ha
creato un problema e vorremmo evitare crisi in territorio estero. Salutiamo
tutti e ci mettiamo in marcia. Verso mezzogiorno Daniele mostra segni di
ravvedimento. Recuperiamo un paio di confezioni di medicine (prudentemente
sistemate nel gavone) e tutto torna normale. Ce la prendiamo
quindi comoda. Entriamo in Lettonia e ci fermiamo in prossimita’ di
una spiaggia, ad una ventina di km da Riga. Prendiamo il sole e Daniele
azzarda qualche tuffo nel Baltico. Quando
torniamo alla base ritroviamo Daniele D.B. e Osvaldo che, passando avevano
visto il nostro camper
parcheggiato. Siamo felici dell’incontro e riprendiamo la marcia in
compagnia. Arriviamo a Riga e troviamo posto in un parcheggio in
prossimita’ degli hangar dei dirigibili zepelin (ora trasformati in
mercato coperto). In serata siamo ospiti di Daniele D.B. (ottima cena)
e quindi facciamo quattro passi nel vicino centro cittadino. |
Raggiungiamo Kuldiga (tre ore di viaggio) e troviamo ospitalita’ in uno splendido agriturismo che ha, come altri ospiti, un paio di cartografi lettoni incaricati di verificare l’attendibilita’ delle mappe stradali. In serata scambiamo quattro chiacchiere, in uno stentato inglese, con Alexander, uno dei due cartografi. 5
luglio Visitiamo Kuldiga (una pittoresca citta’ lettone) e sostiamo per qualche minuto all’interno di una piccolissima azienda tessile ove alcune signore tessono, ancora con telai a mano, tessuti in lino. Ci mettiamo quindi in marcia verso sud. superiamo Liepaja, la frontiera con la Lituania e sostiamo a Palanga per fare un po’ di provviste e per visitare la citta’. Palanga e’ una citta’ balneare che assomiglia molto alle citta’ della riviera adriatica: pianeggiante, piena di alberi e di basse costruzioni. La via principale che collega la statale al mare, e’ pedonale, affollata di turisti e di bancarelle. La spiaggia, infine, e’ pulita, con molti bagnanti e stabilimenti balneari. Il mare e’ piuttosto scuro ma i vacanzieri (locali e non) non se ne curano molto. Riprendiamo la marcia, raggiungiamo Klapeida e da qui', non senza qualche difficolta', prendiamo il traghetto per Neringa. Neringa e’ una penisola lunga una cinquantina di km e larga non piu’ di due km. Nasce a sud, dalla Russia di Kaliningrad e si protende verso nord sino quasi a toccare Klapeida. |
e 15 euro di tassa governativa. Una volta entrati il panorama
cambia radicalmente: pini mediterranei, boscaglia e
lungo l’unica strada che porta al confine con la Russia di Kaliningrad,
piccoli e pittoreschi paesi costieri, con le case in legno dipinte di bianco e di azzurro. In un parcheggio lungo la strada vediamo un gruppo di
camper. Ci fermiamo e incontriamo, ancora una volta, i nostri compagni di
viaggio del tour russo (non Osvaldo e Daniele D.B., con i quali
l’appuntamento e’ per l’indomani). Saluti e abbracci. Loro sono in
partenza mentre noi siamo appena arrivati. Riprendiamo quindi la marcia sino
al campeggio di Nida ove riusciamo,
fortunosamente, a trovare un posto.
6
luglio Giornata
di sole e di mare. La spiaggia e’ di sabbia finissima ed il mare, nella
parte esterna, aperta sul Baltico, e’ pulito, poco salato e non troppo
freddo. Prendiamo il sole, facciamo il bagno e ci riposiamo. 7
luglio |
9
luglio Kaunas e' una strana citta’ (anche questa ex capitale) con un lungo viale, in gran parte pedonale, che collega la zona nuova e la cattedrale orotodossa (a est della citta’) alla zona vecchia ad ovest. La piazza principale, ad ovest della citta' al termine della via pedonale, comprende il municipo gotico e una chiesa barocca, cattolica. Prendiamo una funicolare (biglietto 15 centesimi di euro!) e saliamo su di una collinetta |
(discreta)
e quindi ci sediamo ai tavoli di un
locale all’aperto per assistere
alla finale della coppa del mondo. Vicino a noi siedono un gruppo di
polacchi che indossano magliette azzurre e che, ogni tanto, tra una birra e
l’altra, gridano forza Italia (Berlusconi sara’ arrivato anche qui’?).
Al termine della partita, nel momento dei rigori decisivi, esultiamo solo
noi: i nostri amici polacchi, ormai ubriachi, dormono sonoramente con la
testa appoggiata ai tavoli. 10
luglio Giornata calda. Al mattino la temperatura, all’interno del camper, raggiunge rapidamente i 34 gradi. Scendiamo alla spiaggia ci sistemiamo sotto un albero e ci addormentiamo. Ogni tanto ci svegliamo, facciamo un tuffo e torniamo a dormire. 11
luglio |
tetti spioventi ma sono meno vistose. Tutto
sommato una citta’ piacevole, con case in stile nordico, piuttosto belle
e tali da far pensare ad un certo benessere.
Pranziamo in un locale sulla via
principale e quindi torniamo al campeggio. Daniele si addormenta quasi
subito mentre io esco per una passeggiata sul mare e nella pineta vicina al
campeggio. 13 luglio Giornata di trasferimento: una lunga cavalcata (oltre 500 km) da Danzica a Berlino. Qualche volta su strade scadenti ma piu’ spesso su strade larghe e ben asfaltate. Entriamo in Germania e, arrivati a Berlino, troviamo facilmente il parcheggio: un’area attrezzata, pulita e ben tenuta (A111, uscita Tegel / Waidmannluster). 14
luglio Giornata coperta e afosa. Visitiamo la citta’. Facciamo un biglietto giornaliero per la metropolitana e scendiamo a Friederichstrasse. Appena usciti vediamo la mole (a forma di puntale di albero di natale) del Fernsehturm (la torre TV costruita nella ex Berlino est). |
15
luglio Ci dirigiamo verso sud. Sostiamo a Dresda e incocciamo nei festeggiamenti per gli ottocento anni della citta’. Dresda e’ una citta’ bella e sconosciuta: il centro storico e’ composto da edifici tardo medioevali (ricostruiti nel dopoguerra), tutti ben tenuti. Suggestivo il panorama che si gode dalla sponda destra del fiume Elba. La festa ha riempito le strade di bancarelle, giocolieri, cantanti, personaggi in costume e, soprattutto, turisti. C’e’ un’aria un po’ confusa, da festa paesana, con il profumo dei tortelli fritti che si mescola a quello dei wurstel. Nel pomeriggio riprendiamo la marcia ed in serata siamo a Norimberga. Parcheggiamo lungo un viale periferico e raggiungiamo il centro della citta’. Anche questa e’ una citta’ inaspettata: il centro, tutto pedonale, e’ percorso da una miriade di piccole vie piene di botteghe e vetrine. E’ l’ora della passeggiata e tutte le vie sono affollate da giovani che passeggiano e chiacchierano mangiando gelati e patatine. Una grande chiesa gotica occupa il centro di una bella piazza con edifici ottocenteschi. Torniamo al camper, raggiungiamo l’autostrada e ci fermiamo in un’area di sosta per cenare e pernottare. |
Dresda: i festeggiamenti per gli 800 anni della citta' | Norimberga |
16 Luglio Riprendiamo la marcia. Ormai sentiamo aria di casa. In mattinata raggiungiamo l’Austria, arriviamo a Innsbruck ed entriamo in Italia dal Brennero. Siamo a casa a meta’ pomeriggio. Qualche
commento Il
viaggio, abbastanza lungo, e’ stato piuttosto interessante. Abbiamo
percorso 8500 km attraversando nove paesi. Abbiamo speso, in tutto 3700 euro
di cui 1500 per l’organizzazione. |