21 settembre – 17 ottobre 2008 - Sicilia – 3800 km

 

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Il viaggio e’ stato organizzato da Pino ed Annamaria, dell’ACI Camper di Livorno. Il punto di ritrovo e’ a Messina, in localita’ Tremestieri. Il tour nella stesura originale sarebbe dovuto durare 31 giorni ma Anna ha accettato di partecipare solo a condizione che fosse limitato a poco meno di tre settimane. Poi in realta’ durera’ quasi quattro settimane. 

 

Domenica e lunedi’ 21 e 22 settembre

Tappe di avvicinamento. Partiamo nel pomeriggio di domenica e dormiamo in autostrada. Attraversiamo senza problemi mezza Italia e a Salerno imbocchiamo la  A3, temendo di trovarci prima o poi in una strada disastrata, in mezzo a  code lunghe chilometri. In realta’ il traffico scorre ovunque abbastanza veloce. Lungo la A3 troviamo parecchi cantieri (alcuni dei quali sembrano addirittura abbandonati) che riducono la strada ad una sola carreggiata per senso di marcia. Al di la di questo non abbiamo mai trovato code e tutto sommato abbiamo mantenuto una discreta media oraria.

Martedi 23 settembre

 Alle otto del mattino siamo  a Villa San Giovanni, nella piazzola di imbarco del traghetto. I biglietti per la traversata sono stati una vera rapina: 64 euro tra andata  e ritorno, per pochi minuti di battello. Sbarchiamo a Messina verso le 9:30 ed il  navigatore ci porta senza 

problemi al luogo del raduno: una stazione di servizio Esso che ci appare desolatamente vuota. Siamo perplessi. Secondo quanto detto da Pino molti altri partecipanti avrebbero gia’ dovuto essere in loco. Una telefonata chiarisce i dubbi. Quelli arrivati ieri hanno passato la notte in citta’, in una zona piu’ confortevole di questa periferica stazione di servizio. Verso mezzogiorno cominciano ad arrivare i primi amici. Molte faccie note e qualche faccia nuova. Pino ordina arancini per tutti, ottimo biglietto da visita della Sicilia. Ci registriamo (ancora una  
 volta siamo il  numero 15, su 24) e partiamo alla volta di Milazzo. Prendiamo l’autostrada e nel giro di una trentina di minuti siamo a destinazione. Raggiungiamo un campeggio situato un paio di km ad ovest della citta’, lungo la strada costiera.  Il campeggio sorge in un’ottima posizione e noi parcheggiamo con il muso al limite di una scogliera a picco sul mare. Il cielo e’ coperto e cade qualche goccia. Il tempo pero’ non scoraggia alcuni nostri compagni di viaggio, che si tuffano in mare approfittando delle attrezzature balneari del campeggio. Anna ed io non facciamo il bagno e ce ne stiamo seduti su di una terrazza, a sentire il mare ed a guardare i nostri amici che si divertono in acqua. 
 

Mercoledi 24 settembre

Verso le 9 ci imbarchiamo, insieme ad altre comitive, su di una motonave che nel giro di un’ora ci porta a Lipari. Una volta arrivati ci imbarchiamo su di un  bus che, con qualche sosta nei punti piu’ panoramici, ci fa fare il giro dell’isola. Verso le 12:30 ci

 
lipari
 imbarchiamo di nuovo su di un catamarano e rifacciamo, questa volta in barca, il giro dell’isola. Vediamo tutte le altre isole dell’arcipelago delle Eolie e alcune zone  di Lipari 
 
Vulcano: le piscine di fango caldo
particolarmente affascinanti: i faraglioni, le cave di pomice  e le tracce di antiche eruzioni (compresa una colata di ossidiana) . Ci dirigiamo quindi verso Vulcano e, appena sbarcati ci infiliamo in un affollatissimo ristorante per un pranzo tipico: formaggi e salumi locali, penne alla “eoliana” (con un sugo a base di tonno), pesce spada e sorbetto. Dopo pranzo caracolliamo sino alle fumarole dell’isola ed alle
 famose piscine di fango (non troppo dissimili da quelle gia’ sperimentate in Turchia).  

Giovedi 25 settembre

 Mattinata libera. Pioviggina e non possiamo approfittare delle attrezzature balneari del campeggio. Usciamo per una passeggiata a piedi. Percorriamo un sentiero a mezza costa su di un promontorio ed arriviamo sino a capo Milazzo, ove possiamo ammirare da una parte il 

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
golfo di Patti e dall’altra il golfo di Milazzo. Nel pomeriggio ci muoviamo con i camper. Ci addentriamo all’interno dei monti peloritani e raggiungiamo Novara di Sicilia, antica citta’ (quasi un capoluogo) della zona rimasta ora con 1500 abitanti. L’assessore al turismo ci accompagna per  le vie e le strade della citta’ che, pur se disabitate, mantengono un aspetto importante. Purtroppo pioviggina ed il maltempo non ci consente di apprezzare pienamente il panorama delle Eolie, incastonate tra i pendii di due montagne. Durante il giro assaggiamo e comperiamo un pezzo di maiorchino, un formaggio locale, duro  e saporito, a base di latte di pecora

Venerdi 26 settembre

 Ci muoviamo per raggiungere Milo, sulle pendici dell’Etna. Completiamo lo scavalcamento dei monti Peloritani e sostiamo nei luoghi dell’eruzione dell’Etna del 2002 e restiamo impressionati dalla potenza della natura: un fiume di lava (ora solidificata) largo qualche centinaio di metri e lungo parecchi km ha devastato tutto quanto ha trovato sul suo cammino. Raggiungiamo Milo, una citta’ sui pendii dell’Etna e che si affaccia sullo stretto. Da una piazza/terrazza panoramica possiamo scorgere Taormina e tutta la costa sino a d Acireale. Alle 18 e 30 inizia una supermerenda, un break esagerato, con arancini (anche di pistacchio), pizzette, calzoni e naturalmente dolci alle mandorle e cannoli siciliani. La supermerenda si tiene nella piazza/terrazza, su dei tavoli imbanditi da un vicino ristorante ed e’ accompagnata dalla musica e dalle canzoni di un paio di artisti locali. Un pomeriggio/serata particolare, forse un po’ demode’ ma certamente piacevole. 

 

Sabato 27 settembre

Al mattino il tempo sembra buono. Partiamo verso le  9 e nel giro di un’ora siamo ad Acireale.  La citta’ ha vie strette, molte auto sono parcheggiate in seconda fila ed il traffico e’ caotico. I vigili urbani ci scortano sino al parcheggio (un’area terrazzata ricavata, chissa’ come, in pieno centro citta’). La ruota anteriore sinistra del camper e’ gonfia e sembra tenere bene ma un chiodo si e’ incastrato nel battistrada. Temendo  il peggio ci rechiamo da un gommista

 
Acireale
che  toglie il chiodo (una grossa vite utofilettante),  guarda il buco, controlla se perde e ci dice che possiamo proseguire senza problemi. Sembra che il chiodo non abbia intaccatto i veli di protezione  del copertone per cui, secondo il gommista, non dovrebbero esserci problemi. Restiamo un po’ perplessi ma ci fidiamo e quindi, lentamente e guidati dal navigatore, torniamo al parcheggio. Nel frattempo e’ partita la visita guidata. Raggiungiamo il centro e troviamo il gruppo che ha gia'
 
Acireale, l’opera dei pupi
vistato la cattedrale. Purtroppo si e’ fatto tardi e non riusciamo a visitarla. Pazienza, ci aggreghiamo e visitiamo la pinacoteca/biblioteca ed il museo dell’opera dei pupi (interessante). Nel pomeriggio, con una scarpinata di circa un’ora, raggiungiamo un piccolissimo teatro dei pupi (siamo in meno di quaranta ed abbiamo esaurito i posti) ed assistiamo alla rappresentazione della battaglia di Roncisvalle, pezzo forte dall’opera dei pupi. Lo spettacolo si rivela piu’ interessante e coinvolgente di quanto non ci si possa aspettare. In serata tutti da Cantarelli, il pasticciere/gelataio piu’ famoso della citta’, per un memorabile gelato.
Domenica 28 settembre

Ci dirigiamo ad ovest e dopo qualche peripezia (qualcuno che si e’ perso e qualcun altro ha avuto problemi al mozzo della ruota posteriore sinistra).  Raggiungiamo il rifugio Sapienza,  a 1900 metri di altezza  e a poco piu’ di 1000 metri dalle bocche dell’Etna. Non saliamo sino al cratere poichè ci viene proposto un ticket ad un prezzo assurdo e ci limitiamo ad ammirare il panorama. Raggiungo a piedi due piccoli crateri faccio quattro passi e rientro in camper poiche’ comincio ad accusare qualche piccolo fastidio,

 
Etna: tracce della eruzione del 2002
 
Centuripe
 dovuto forse all’aria rarefatta, forse all’aspro panoranma delle colate ormai solidificate, o forse solo al freddo pungente. Nel pomeriggio raggiungiamo Centuripe, una cittadina arroccata su di un passo montano dalla quale si dominano le pianure (o meglio le colline) circostanti. In serata raggiungiamo i locali di un’associazione (una specie di pro loco composta da volontari) ove ci viene servito un pranzo tipico, a base di prodotti locali.  Un trionfo di verdure
pastellate e fritte, culminato con una memorabile caponata ed un altrettanto meritevole arancino.  

Lunedi’ 29 settembre  

In mattinata visita guidata alla citta. Qualche cenno storico (citta’ greca, poi romana, poi distrutta e  

ricostruita ai primi del 700), visita alla chiesa (non meritevole), ai laboratori per la costruzione di imitazioni di reperti archeologici (vere fabbriche del falso antico) e poi tutti al mercato. Nel pomeriggio ci dirigiamo vero Siracusa e ci fermiamo un paio d’ore a Misterbianco, per visitare un grande centro commerciale. Anna ne approfitta per comperare una tuta da mezza stagione ed un paio di magliette. In serata raggiungiamo l’autodromo di Siracusa e ci mettiamo al coperto, all’interno dei box.  

Martedi’ 30 settembre  

 
l’Etna vista da Centuripe
 
Siracusa, i camper nei box dell’autodromo
In mattinata un pulman ci viene a prendere e ci porta a spasso per la citta’. Visitiamo dapprima  la zona archeologica, con il teatro greco, un gigantesco monoblocco di pietra nel quale e’ stato scavato, a colpi di scalpello, un anfiteatro da 10000 posti), la cava di  
Siracusa: il duomo
di marmo ricavata in una grotta  dall'acustica mpressionate (il famoso orecchio di Dionisio), in parte crollata a causa di un terremoto,  ed infine l'anfiteatro romano e l'ara di Ierone
 
Siracusa: l’anfiteatro scolpito in un monoblocco di marmo
II.  Raggiungiamo quindi l’isola di Ortigia, su cui sorge il centro della citta’.  La piazza principale, ariosa e con palazzi classici e barocchi, e’ dominata dal duomo, costruito nel sesto secolo avanti cristo come tempio di Atena, poi diventato tempio Minerva, poi chiesa ortodossa, poi moschea ed infine chiesa cattolica. Le tracce dell’antico tempio di Atena sono evidentissime, a cominciare dalle imponenti colonne che delimitano il perimetro della chiesa. La facciata, costruita nel 1700 e’ barocca e conferisce, ancora oggi una impressione di potenza ed abbondanza non solo alla chiesa, ma all’intera piazza. In
serate grande festa: Roberta ed Enzo preparano pasta per tutti e da una vicina friggitoria arrivano alcune teglie di prelibatezze siciliane, essenzialmente a base di verdure (ancora una volta una sublime caponata).  

Mercoledi’ 1 ottobre  

Torniamo  sull’isola di Ortigia e visitiamo il mercato composto da bancarelle di pesce e verdure, tutto a prezzi mai visti (il pesce in particolare). 

 
Siracusa: si prepara la festa all’autodromo
Torniamo poi in piazza, ci sediamo all’aperto ad assaporare un momento di tranquillita’ sotto un tiepido sole e tra un cappuccino una brioche ed un giornale.  Nel pomeriggio raggiungiamo Noto, la capitale del barocco siciliano. La citta', come  Lecce, e' una
 
Noto
 
bomboniera da osservare con calma, da centellinare, per  assaporare completamente lo splendore dei suoi palazzi e delle sue chiese. Un vero spettacolo.  

 

Giovedi’ 2 ottobre  

In mattinata passiamo da Marzemimo, una citta’ di impianto arabo sede, sino a qualche decennio fa, di una fiorente industria legata alla lavorazione del tonno. Oggi e’ un paese semideserto, con le vie lastricate, e le case basse costruite in pietra chiara (essenzialmente tufo) Nel pomeriggio raggiungiamo Capo Passero ove, a bordo di una piccola  barca a motore, raggiungiamo  un’isoletta ove godiamo di un tiepido sole autunnale. In serata raggiungiamo

 
Marzemimo
Isola Delle Correnti, il punto piu’ a sud della Sicilia (ormai siamo ad una latitudine  
 
capo passero  
inferiore a quella di Tunisi) ed il punto in cui si incontrano il mar jonio ed il mar mediterraneo. Il posto e’ suggestivo ma, almeno per questa sera, e’ attraversato da un forte vento proveniente dal mare. Mettiamo camper in modo da riparare, per quanto possibile un angolo dello spiazzo su cui abbiamo parcheggiato e ceniamo all’aperto, passando una serata in allegria, complici il compleanno di Pino (oggi compie settant’anni) ed un sugo di pesce preparato da Stefania (grande Stefania).
Venerdi’ 3 ottobre  

Giornata di trasferimento oggi dobbiamo raggiungere Mazzarino, una citta’ dell’interno distante circa 150 km. Non tanti, ma ce la prendiamo comoda e siamo in loco a meta’ pomeriggio. Vistiamo un convento  di frati cappuccini (lo stesso convento che una ventina di anni fa’ ospito’, anzi nascose, alcuni mafiosi ricercati). Il convento offre una bella  chiesetta ed un refrettorio affrescato. Purtroppo

 
Mazzarino
 
Mazzarino
gli affreschi sono stati irrimediabilmente rovinati da un restauro fatto da incompetenti, che usarono pitture acriliche che a distanza di pochi anni, hanno sgretolato l’intonaco su cui fu dipinto l’affresco. Saliamo poi’ in citta’ (una bella salita!) visitiamo quel che resta del castello dei Branciforti: una torre circolare ed alcune mura perimetrali a ricordo di una delle piu’ potenti famiglie  nobili siciliane. In serata grande festa della ricotta, con distrubuzione gratuita di formaggi freschi (essenzialmente ricotta e primosale) e vino.

Sabato 4 ottobre

In mattinata visitiamo i principali monumenti della citta’ (chiese dalla storia controversa) e nel pomeriggio scendiamo a Realmonte, una cittadina costiera ad ovest di Agrigento.  

Domenica 5 ottobre

Giornata libera. Siamo al mare, c’e’ il sole e la spiaggia e’ spettacolare. Nelle vicinaze sorge una formazione rocciosa a picco sul mare detta “scala dei turchi”. Scendiamo in spiaggia e ci incamminiamo lentamente. Contrariamente a quanto succede su quasi tutte le coste italiane qui’ le abitazioni sorgono drettamente sulla spiaggia, a pochi metri dal mare. Non ci sono strade che le separano dal mare e nemmeno una piccolissima zona di rispetto. Al di la di questo, la passeggiata e’ piacevole e riposante. A pranzo Annamaria prepara  pasta e ceci per tutti e passiamo un piacevole momento conviviale. Subito dopo pranzo sentiamo Silvana chiedere aiuto a gran voce.  Corriamo e vediamo il marito Gigi accasciato.  Interviene subito il medico 

(In questo viaggio un membro di un equipaggio e' un medico) e poco dopo arriva un’ambulanza. Passa qualche minuto e ci arriva la notizia che Gigi non ce l’ha fatta. C’e chi parla della puntura di un insetto e chi invece, piu’ verosimilmente, parla di infarto. Ad ogni modo, qualunque sia stata la causa, ora Gigi non c’e piu’. Silenzio e sgomento calano su tutta la carovana. Per alcune ore non sappiamo cosa fare. Si aspetta una qualche notizia positiva che, inevitabilmente, non potra’ mai arrivare.    
Gigi e Silvana

Lunedi 6 ottobre

 Ci si sveglia con una sensazione di smarrimento. In nottata sono arrivati il figlio ed il fratello di Silvana e sono presi dalle partiche  per il trasferimento della salma (ci si mettera’ di mezzo anche la polizia, che chiedera’ un’autopsia). Al momento Anna ed io decidiamo di interrompere il viaggio. Poi  adagio adagio ci riprendiamo e consideriamo che l’interruzione del viaggio sarebbe solo un atto fine a se stesso, senza alcun beneficio per Silvana per cui siamo perplessi. Poi Annamaria propone una variazione del programma. Anziche’ partire nel pomeriggio come previsto dal piano di viaggio, partiremo l’indomani, per restare qualche ora in piu’ con Silvana.  

 

Martedi’ 7 ottobre   

Salutiamo Silvana, che sembra essersi un po’ ripresa e in un irreale silenzio radio ci mettiamo in viaggio per Sciacca, nel sud ovest dell’isola. Raggiungiamo velocemente la destinazione e sostiamo nel parcheggio di una fabbrica di conserve di pesce. Visitiamo lo stabilimento di produzione e lo troviamo incredibilmente semplice, qualche tavolo per la

 
Sciacca: lo stabilimento di conserve di pesce
pulizia del pesce, alcuni bidoni di plastica per la salamoia ed una piccola linea di inscatolamento. Terminata la visita assaggiamo le acciughe lavorate nello stabilimento visitiamo il negozio e comperiamo una scatola da due kg di sardine 
 
Sciacca  
psotto sale (vedremo poi cosa farne). Visitiamo poi le terme di san Calogero: due grotte nelle quali passa una brezza calda ed umida (umidita del 100% e ad una temperatura di circa 40 gradi). Scendiamo poi al porto, ove ci sistemiamo per il pranzo. Nel pomeriggio visitiamo la citta’, piena di chiese e palazzi nobiliari ormai in decadenza. In serata tutti in bianco, per una grande cena in un ristorante sul porto, a pochi passi dal parcheggio.    

Mercoledi’ 8 ottobre

Giornata intensa. Ci muoviamo prestissimo e raggiungiamo Selinunte, una delle piu’

Selinunte
 estese zone archeologiche del mondo.Ci spostiamo tra le rovine a bordo di un trenino e visitiamo quel che resta di alcuni templi dalle dimensioni colossali. Un tempio e’ stato parzialmente ricostruito e possiamo ammirarlo ed apprezzarlo nelle sue dimensioni originali mentre di altri templi o edifici restano solo rovine. Massi enormi, tronchi di colonne e capitelli adagiati per terra. Scarsi, se non inesistenti, i fregi e le decorazioni. Raggiungiamo poi Marzara del Vallo, ove ci viene regalato un  campione di olio siciliano. Dopo pranzo ci avviamo verso le saline di Mozia e nel trasferimento ci fermiamo 
a Marsala per visitare gli stabilimenti della Florio. Cantine grandi e pulite, ove lentamente matura il marsala, con una tecnica totalmente diversa da quella utilizzata per il vino. Il marsala e’ un vino a cui e’ stato aggiunto un po’ di alcool. In questo modo non corre il rischio di acetificarsi ed il suo invecchiamento viene fatto in botti aperte, nelle quali puo’ circolare l’aria. Le botti devono essere vecchie, con il legno che ormai non rilascia piu’ alcuna essenza e che quindi non rischia di alterare il sapore del liquore.  Il Marsala   
MarsalaFlorio  
puo' invecchiare per anni ed abbiamo visto enormi tini pieni di liquore prodotto dieci o quindici anni fa. In serata raggiungiamo Mozia e parcheggiamo in prossimita’ del punto di imbarco per l’isola.  

 

Giovedi’ 9 ottobre  

Ci imbarchiamo su di un paio di barchette ed approdiamo sull’isola di Mozia. L’isola e’ privata ed appartiene ad una fondazione che cerca di lanciarla turisticamente. E’ un’isola dal grande passato. Prima fenicia, poi greca.

 
mozia
 
Troviamo una guida che ci conduce attraverso una spettacolare vista alle rovine. Le rovine di per se non sono particolarmente interessanti. La spettacolarita’ di questa visita e’ data dall’interpretazione della guida, una vera attrice che ci racconta la storia di Mozia con passione, intermezzi musicali e poesie. Oltre che per la guida la visita di Mozia merita di essere ricordata per due altre particolartita’. La prima e’ una strada lunga qualche centinaio di metri (ora sommersa) costruita dai fenici e che collegava 
l’isola alla terraferma e l’altra e’ la statua del “giovinetto di Mozia” custodita nel piccolo museo dell’isola. Si tratta di una statua in marmo bianco scolpita presumibilmente da uno scultore greco che rappresenta di fatto un capolavoro della scultura  antica.  Il panorama di Mozia e’ arricchito da tre mulini a vento, utilizzati per pompare l’acqua nelle saline presenti nella baia. Lasciamo la zona con il ricordo dei mulini e della guida, vera attrice drammatica, e raggiungiamo il parcheggio di Trapani, situato nella penisola che delimita il porto.    

 
Trapani  

Venerdi’ 10 ottobre

Giornata di sole.  Raggiungiamo in bici la banchina dalla quale partono i battelli per le isole Egadi.  Ci imbarchiamo su di un catamarano ed in pochi minuti siamo a Levanzo, una 

delle isole minori. Il borgo e’ pittoresco: case bianche in stile arabo/mediterraneo con gli infissi dipinti di blu. Strade lastricate ed ovunque un biancore accecante. Ci fermiamo nella bottega dell’unico forno dell’isola e il fornaio ci prepara due panini, cotti a legna e conditi con olio, origano, pomodori e acciughe. Un mix semplice dal sapore eccezionale. Alcuni amici, piu’ previdenti di noi, si sono portati il costume da bagno e  approfittano della splendida giornata per fare un tuffo nelle limpide acque dell'isola.  
Levanzo
favignana
Noi raggiungiamo un posto elevato dal quale ammirare il mare e le altre isole dell'arcipelago. Verso le 13 lo stesso catamarano che ci aveva accompagnati sull’isola ci porta a Favignana, l’isola piu’ grande. Visitiamo al cittadina e verso le 15 ci imbarchiamo su di un bus enorme, viste le dimensioni delle strade dell’isola, e partiamo per un minitour. Vediamo nell’ordine: la zona ovest dell’isola, con le case bianche e rade, la scarsa vegetazione e le montagne terrazzate, la zona sud, con le coste rocciose scavate dal mare e nelle quali si sono formate gallerie e laghetti. Vediamo infine le antiche cave di tufo, grandi buchi nel terreno sul fondo dei quali alcuni ardimentosi hanno costruito delle case. Probabilmente le case sul fondo sono piu’ fresche e piu’ riparate dal vento di quelle costruite sul terreno circostante ma resto perplesso al pensiero di quel che potrebbe succedere in  caso di pioggie abbondanti, tali da inondare e parzialmente riempire le cave.

 

Sabato 11 ottobre  

Giornata dedicata alla visita di Trapani. Verso le 10 una giovane signora viene a prenderci in bicicletta ed il gruppo di camperisti sciama verso il centro della citta’ pedalando dietro la guida. Trapani e’ una piacevole citta’. Sorge su di una lingua di terra che si protende  sul mare. E’ pianeggiante ed il centro storico e’ pieno di palazzi, chiese barocche, fortificazioni, vie strette e pasticcerie. Nel pomeriggio riprendiamo i camper e lungo una strada

 
Trapani
 
Erice, il campanile della chiesa madre
piuttosto ripida saliamo ad Erice. Parcheggiamo a nordest della citta’, fuori dalle antiche mura fenicie.  

Domenica 12 ottobre  

Erice e’ situata sulla sommita’ di una collina dalla quale  si puo’ benissimo vedere  l’impianto urbanistico della citta’ di Trapani ed i panorama dei territori circostanti, Egadi comprese. La guida ci aspetta a Porta Trapani. La porta si affaccia su di un’ampia terrazza dalla quale si puo’ ammirare la sottostante citta’

e dalla quale parte la funivia che, in pochi minuti, porta nel centro di Trapani.  Erice e’ una citta’ colta ed e’ sede di numerosi convegni scientifici e culturali. Ha un impianto di tipo arabo: poche vie, larghe tre o quattro metri che l’attraversano ed una serie di vie molto piu’ piccole, quasi dei pertugi larghi poche decine di centimetri, che collegano tra loro le vie  
principali. Sulle via principali si aprono gli ingressi ai cortili dai quali poi si entra nelle abitazioni. Le strade sono tutte lastricate in pietra e questo conferisce alla citta’ un aspetto pulito ed austero. E’ circondata da mura che formano una specie di triangolo e sorge  ove un tempo sorgeva un antico tempio dedicato a Venere. Visitiamo la “chiesa madre”: esterno gotico, torre campanaria separata ed interno a volte acute, ricoperte di stucchi che  
riproducono motivi arabeggianti. L’altare principale e’ composto da un trittico in marmo di fattura apparentemente pregevole. Oltre alla chiesa madre visitiamo le torri di pepoli: grandi bastioni difensivi, piu’ volte ristrutturati ed ora proprieta’ privata ed il castello, costruito ove sorgeva il tempio di venere. Anche in questa citta’, come gia’ capitato in altre localita’ siciliane, i negozi sembrano fatti solo per i turisti: souvenir, pasticcerie, bar, ristoranti, pizzerie e negozi di prodotti locali venduti a prezzi di affezione. Fatichiamo non poco a trovare un panificio (pane ottimo, di grano duro e cotto in un forno a legna), ed un piccolo market. Nel pomeriggio raggiungiamo Scopello  e ci ritiriamo nell’area camper che sorge  a mezza costa sulla collina, con vista diretta sul mare  e sul golfo di Castellamare. In serata pranzo sociale, con la pasta ai peperoni preparata dall’ottima Stefania.  

 

Lunedi’ 13 ottobre  

Raggiungiamo la riserva dello zingaro, un’area protetta lunga una decina di km prospiciente il mare. E’ una zona aspra, con ampie macchie di verde e dotata di un sentiero che corre a mezza altezza lungo la costa. Panorami splendidi e spiaggie ora sabbiose ora rocciose. Il sentiero ricorda vagamente la stradina delle cinque terre: stessi panorami, quasi identica vegetazione e stessi profumi.  La

 
trekking nella riserva delo zingaro
differenza piu’ marcata e’ data dalle palme, qui’ molto diffuse e tali da conferire  al sentiero ed al panorama un aspetto nordafricano.  Camminiamo per circa un’ora poi scendiamo in una caletta sabbiosa e facciamo il bagno in un’acqua incredibilmente limpida e molto salata. Prendiamo il sole e ci rilassiamo, cercando di godere al meglio di queste ultime giornate semiestive. Nel pomeriggio ci trasferiamo in un parcheggio di Alcamo Marina. Di nuovo spiaggia (questa volta lunga, larga e sabbiosa) e in serata pizzeria.  

 

 
Palermo, uno dei 4 canti
Martedi’ 14 ottobre   

Nel pomeriggio ci avviamo verso Palermo, superiamo l’aeroporto, ci dirigiamo verso la spiaggia di Mondello e percorriamo il lungomare senza fermarci. La spiaggia, larga, pulita e ben tenuta e’ caratterizzata da uno stabilimento balneare in stile liberty, costruito su palafitte e raggiungibile esclusivamente tramite una passerella. Poi ci dirigiamo al parcheggio, che raggiungiamo con una certa difficolta’ a causa del traffico assolutamente disordinato. Io e Anna lasciamo subito il camper e ci dirigiamo a piedi verso il centro. Percorriamo tutta la via Calatafimi ed

imbocchiamo la via Vittorio Emanuele. Passiamo porta nuova e raggiungiamo i quattro canti: un incrocio i cui palazzi d’angolo sono smussati e adornati. Ogni angolo propone tre statue (su tre piani) ed una fontana. Si tratta di sicuramente dell’incorcio piu’ bello e raffinato che abbia mai visto (e comunque certamente meglio di times square e di piccadilly circus)  

Mercoledi’ 15 ottobre

Giornata dedicata alla visita della citta’. Viene a prenderci un bus che ci porta 

 
Palermo: il duomo
dapprima sul monte Pellegrino, nei pressi del santuario di Santa Rosalia. Il santuario e’ chiuso e visto dall’esterno non sembra un gran che, in compenso da una terrazza si gode il panorama della citta’, con Mondello e la sua spiaggia a destra e la citta’ trafficata e convulsa, a sinistra. Scendiamo poi in centro ed ammiriamo la la fontana pretoria, originale gruppo architettonico che occupa interamente una piazza ed inizialmente chiamata la fontana delle vergogne per via delle statue  nude che l’adornano.

Passiamo poi a visitare la capella palatina, una stupefacente chiesa. a tre navate, con il tetto a cassettoni in legno decorato con motivi arabeggianti e le pareti interamente ricoperte da mosaici e marmi che propongono immagini di antichi re, santi ed episodi religiosi. Le decorazioni, pur di fattura pregiata ricordano, nel loro insime, le decorazioni di una chiesa bizantina o ortodossa. Visitiamo poi il teatro Massimo, un paio di altre chiese e la cattedrale, un mix di stili con archi a sesto acuto, decorazioni arabe, fregi gotici e qualche richiamo barocco. Nel complesso un edificio imponente, che cerca di apparire opulento, senza pero’ raggiungere le vette della cappella palatina. In serata Anna decide che il nostro viaggio finisce qui’ (con piu’ di una settimana di anticipo rispetto agli altri) per cui consegniamo i contrassegni e ci prepariamo al viaggio di ritorno.

Giovedi’ 16 ottobre   

Salutiamo tutti e ci mettiamo in marcia. Le strade sono libere e non abbiamo inconvenienti. Saremo a casa nel primo pomeriggio dell’indomani, venerdi’ 17 ottobre.

Conclusioni e considerazioni

E’ stato un viaggio interessante ed emozionate, funestato purtroppo dalla scomparsa di Gigi. Ancora una volta, come gia’ in Turchia ed in Marocco, ho constatato quanto la realta’ sia distante dagli stereotipi e dall’immagine che ognuno di noi ha di un luogo che non conosce. Della Sicilia ricordero’ non solo la storia ed i siti archeologici, l’accecante luce del sole, i panorami aspri, i giolielli artistici ma anche (e forse soprattuto) una ineguagliabile cucina, a base di verdure preparate con maestria da tutti i ristoratori che  ho avuto la fortuna di incontrare. Il viaggio e’ durato 28 giorni, abbiamo percorso 3800 km ed abbiamo speso poco meno di 3000 euro.  

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